Altro che parole ironiche, qui si tradisce la missione stessa della scuola!

«Troviamo gravissimo – scrivono dall’AID (Associazione Italiana Dislessia) – che una dirigente scolastica scriva in Facebook: “I mesi di aprile e maggio sono PE RI CO LO SI SSI MI. Decine e decine di studenti diventano, all’improvviso, dislessici, discalculici, disgrafici… ma poveri… sarà il cambio di stagione”, dichiarando di averlo fatto con intenti ironici. Se l’avesse fatto un ragazzo, sarebbe stato accusato di bullismo. E un adulto? Un dirigente scolastico? Ci aspettiamo che l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e il Ministero dell’Istruzione facciano chiarezza sull’accaduto»

Dito puntato di un uomoIl nostro Consiglio direttivo e la nostra Associazione tutta [AID-Associazione Italiana Dislessia, N.d.R.] esprimono incredulità e indignazione per quanto è avvenuto nei giorni scorsi al Liceo Majorana di Rho (Milano), dove la dirigente scolastica del Liceo Scientifico e Linguistico ha provocato l’insurrezione degli studenti in seguito alla pubblicazione sul suo profilo Facebook del seguente messaggio relativo alle certificazioni di DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) nella sua scuola: «I mesi di aprile e maggio sono PE RI CO LO SI SSI MI. Decine e decine di studenti diventano, all’improvviso, dislessici, discalculici, disgrafici… ma poveri… sarà il cambio di stagione».
Ancora più grave il commento di un collega professore della stessa scuola: «Davvero, poveri. Forse è meglio ricoverarli in qualche centro specializzato».
La dirigente si è scusata pubblicamente, dicendo che il suo post era chiaramente ironico, ma non è stato sufficiente. Giustamente, diciamo noi. Alcuni studenti, infatti, hanno tappezzato la scuola con le fotocopie del post, per far conoscere a tutti l’accaduto. E dopo l’intervallo, una buona parte delle classi ha scioperato dalle ultime ore di lezione.

Troviamo gravissimo che un ufficiale dello Stato pubblichi sul proprio profilo Facebook, anche se in modalità di visualizzazione riservata ai propri amici, un commento del genere. Tanto è vero che tra i contatti c’era anche un genitore della scuola che ha dato la notizia a tutti.
Se un atto simile lo avesse compiuto un ragazzo, sarebbe subito stato accusato di bullismo. E un adulto? E un dirigente scolastico? Difendersi dietro a una supposta ironia appare ugualmente ingiustificabile, tanto è vero che gli studenti del Majorana non hanno colto l’aspetto sottilmente divertente delle affermazioni della preside.

Entrando nel merito delle dichiarazioni “ironiche”, vorremmo fosse chiaro, una volta per tutte, che le certificazioni diagnostiche di DSA sono un atto clinico basato su criteri scientifici condivisi a livello internazionale e codificati anche nell’ultima Linea Guida sui DSA del 2022, prodotta dall’Istituto Superiore di Sanità. O si vuole forse accusare neuropsichiatri e psicologi di diagnosticare il falso? Siamo stanchi di queste leggende: chi muove queste accuse deve essere anche in grado di dimostrarle.
A quale scopo poi ottenere una falsa certificazione? Davvero pensiamo ancora che gli strumenti compensativi e le misure dispensative siano un favore per gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento e siano sufficienti a garantire la promozione di chi non studia?
Purtroppo crediamo, come dimostra questa vicenda, che spesso siano più grandi gli svantaggi e i pregiudizi che ancora accompagnano questa caratteristica di ben tre milioni di cittadini italiani.
Ci aspettiamo dunque che l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e lo stesso Ministero dell’Istruzione facciano chiarezza sull’accaduto.

Associazione Italiana Dislessia (comunicazione@aiditalia.org).

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