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Per un diritto affettivo e sessuale nelle disabilità

sessualità e affettività nelle persone con disabilitàAbbandonare i tabù, relazionarsi, trovare benessere. Attorno a questi argomenti lo scorso 12 gennaio si è svolto a Roma il convegno Affettività e sessualità nelle disabilità, su iniziativa del Coordinamento Donne della Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo ETS. Come già scritto su Superando qualche settimana fa per lanciare l’evento, all’appuntamento hanno partecipato numerosi ospiti, con pareri e testimonianze dell’àmbito medico/scientifico e la partecipazione di rappresentanti del mondo delle associazioni e del volontariato, per capire come garantire alle persone con disabilità l’espressione delle proprie potenzialità nel realizzare una vita di relazione e nel disporre della propria sfera affettiva e sessuale.

Il convegno, che ha goduto del patrocinio gratuito della Federazione Italiana Malattie Rare UNIAMO, si è aperto con l’introduzione di Anna Laurentini, vicepresidente del Coordinamento Donne della SNMS Cesare Pozzo ETS e con i saluti istituzionali. Per Roma Capitale è intervenuta Annarita Leobruni, assessora alle Politiche Educative, Scolastiche e Pari Opportunità. Sono seguiti poi i saluti degli organizzatori, con gli interventi di Andrea Giuseppe Tiberti, presidente di SNMS Cesare Pozzo ETS e di Rosalba Lasorella, consigliera d’amministrazione della Società.

Tra gli interventi più interessanti, quello di Vera Allocati, tra i numerosi partecipanti all’evento: «La persona con disabilità non è la sua disabilità. È una persona con diritti che ha tante altre cose. Per trasformare la mentalità assistenziale il processo non è affatto semplice. Bisogna riconoscere le tante forme in cui si esprime, soprattutto quelle “accattivanti, seduttive”, per poterle modificare. Quando la mentalità assistenziale sarà trasformata, lo si potrà constatare dell’ampliamento delle voci, delle testimonianze dirette delle persone con disabilità. Auguro quindi che tutte le iniziative, i progetti, gli interventi possano portare a questo esito: ascoltare la voce, nelle sue varie forme, diretta delle persone con disabilità. Penso che questo processo debba essere accompagnato e sostenuto dalla riflessione personale e dal dialogo con e tra tutti gli attori coinvolti: operatori, familiari, istituzioni, contesto sociale. Riconoscere e trasformare i propri assunti in merito alla tematica della cronicità e della disabilità, a cominciare dal linguaggio usato, è un processo complesso, a volte doloroso, perché ciascuno, nel parteciparvi, vi si specchia e fa da specchio agli altri partecipanti».

Aggiungiamo anche l’opinione di Lelio Bizzarri, psicologo-psicoterapeuta, tra gli ospiti del convegno: «Le richieste arrivate nel corso del convegno sono state sicuramente molto pressanti e complesse e meritano delle risposte su più piani. Spero che ci sarà occasione di approfondire e creare laboratori più interattivi con persone con disabilità e con i familiari che possano entrare meglio nel merito. Volevo, però, solo mettere in evidenza un concetto importante, secondo il mio modo di vedere: la formazione dovrebbe essere rivolta anche, e forse soprattutto, alle persone, in particolare ai giovani, che non hanno a che fare con la disabilità, proprio per poter preparare un mondo accogliente sia per il presente, sia per il futuro. Rivolgendo l’attenzione solo e soltanto ai familiari, l’orizzonte di vita delle persone con disabilità rimane sempre la famiglia e quindi spazialmente e temporalmente limitato».

La Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo ETS, nata nel 1877 per essere al fianco di lavoratori, famiglie e imprese con servizi di integrazione sanitaria che garantiscono tutele in ambito sanitario e professionale, conta ad oggi 175.000 soci, 250.000 assistiti, 90 sedi in tutta Italia e oltre 3.300 strutture sanitarie convenzionate. (G.R.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@mutuacesarepozzo.it.

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