Ponte di Calatrava: l’ovovia diventi un monumento a ciò che non si deve fare
«Quell’ovovia diventi un “monumento a ciò che non si dovrà più fare” e quel ponte cambi nome, senza più offendere la Costituzione Italiana»: così la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), alla notizia che l’ovovia – quel triste manufatto che non avrebbe mai potuto rendere accessibile il quarto ponte sul Canal Grande di Venezia (infelicemente denominato “Ponte della Costituzione”) – verrà smantellata, dopo quasi vent’anni di polemiche e sprechi, documentati costantemente anche dal nostro giornale
Ponte di Calatrava: il grande rattoppo
«Quel ponte è solo un rattoppo che tenta di coprire lo strappo della discriminazione»: lo dichiara Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a proposito del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, progettato da Santiago Calatrava e denominato “Ponte della Costituzione”, aperto in sordina durante il mese di settembre e tuttora inaccessibile. Nelle prime settimane del suo utilizzo pubblico, poi, esso ha rivelato di essere un’opera pericolosa anche in termini di sicurezza. E intanto la questione “ovovia” sta diventando “bollente”…
Quel secondo Ponte «dei Sospiri» (per le persone con disabilità)…
La si giri come si vuole, il Ponte della Costituzione di Venezia – che sarebbe però meglio chiamare “della Costituzione violata” – per come è stato realizzato, è indifendibile ed è almeno da sperare che il celebre architetto Santiago Calatrava, progettista dell’opera, famoso proprio per i suoi ponti e incaricato di altre opere anche in Italia, abbia imparato qualcosa da questa esperienza, fallimentare per le casse del Comune di Venezia e per i diritti alla mobilità autonoma e sicura delle persone con disabilità, sia motoria che visiva
Ponte della Costituzione e ovovia: la FISH rigetta le motivazioni di quell’Ordinanza
Da anni sosteniamo in questo sito che l’ovovia – quella cabina che percorrerà il Ponte della Costituzione sul Canal Grande di Venezia, trasportando carrozzine e persone con mobilità ridotta – non farà cessare la discriminazione. E anche la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) lo ha sempre sostenuto con forza, affiancando una serie di vertenze legali. E tuttavia il Tribunale Civile di Milano rigetta il ricorso presentato da un cittadino con disabilità, sostenendo sostanzialmente proprio il contrario, con argomentazioni ritenute esse stesse «un esempio di discriminazione» dalla FISH
Stiamo cercando di far capire a tutti che l’ovovia non renderà accessibile quel ponte
L’ovovia è quella sorta di cabina che dovrebbe percorrere la struttura del nuovo Ponte della Costituzione, sul Canal Grande di Venezia, trasportando carrozzine e persone con ridotta mobilità. «Una pezza posticcia», la definisce Giulio Nardone, presidente dell’Associazione Disabili Visivi, a nome della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e in ogni caso – concetto che è anche al centro delle azioni legali sostenute dalla stessa FISH – un intervento che non sana minimamente la discriminazione presente in un’opera di architettura contemporanea famosa in tutto il mondo, ma “nata come inaccessibile”. Un’ovovia che tra l’altro, a causa di una vertenza tra il Comune di Venezia e il costruttore, non si sa nemmeno quando verrà effettivamente inaugurata…
Quel ponte discrimina milioni di persone!
La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) chiama a raccolta le varie associazioni ad essa aderenti, accogliendo anche l’ipotesi di un’azione legale specifica, di fronte al nuovo “Ponte della Costituzione” di Venezia che non rispetta né i principi della progettazione inclusiva né quelli di non discriminazione
Il ponte e il presidente
Bene fa, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ad evitare di inaugurare ufficialmente il nuovo «Ponte della Costituzione» di Venezia, che nonostante il nome scelto, oltre a violare alcuni fondamentali principi della Convenzione stessa, infrange obblighi e divieti contenuti in varie leggi, non rispettando i requisiti riguardanti le barriere architettoniche e quelle percettive per non vedenti e ipovedenti
Non solo Calatrava
Non c’è fortunatamente solo il dibattito sul Ponte di Calatrava, a Venezia. È giusto infatti dare spazio anche ad altre azioni in favore dell’accessibilità, positivamente promosse da parte del Comune lagunare: dalla nuova rampa che collegherà le due principali aree verdi della città all’accessibilità della Mostra Internazionale di Architettura, senza dimenticare la nuova edizione dell’iniziativa “A Venezia le barriere si superano di corsa”, con tredici ponti del centro storico resi fruibili a tutti, in corrispondenza della competizione Venicemarathon
Non si può proprio chiamarlo «Ponte della Costituzione»!
È indirizzata direttamente ad Augusto Salvadori, assessore alla Toponomastica del Comune di Venezia, e per conoscenza al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, questa lettera che sottolinea una volta ancora la sostanziale inaccessibilità del nuovo ponte sul Canal Grande della città lagunare. Chiamarlo dunque “Ponte della Costituzione”, come propone il sindaco Massimo Cacciari, significa oscurare l’importanza stessa della Costituzione e del suo sessantesimo anniversario
Quel ponte è un’opera incompleta
Il quarto ponte sul Canal Grande di Venezia – l’ormai celebre “ponte di Calatrava” – è quasi pronto, non fosse però che è ancora inaccessibile: l’ovovia che dovrebbe permetterne l’attraversamento alle carrozzine, infatti, non è stata installata. L’Amministrazione Comunale ha deciso tuttavia di aprire ugualmente la struttura al pubblico, dalla seconda metà di settembre, pur rinunciando a una cerimonia ufficiale a causa delle troppe polemiche e pur dichiarandola un’«opera incompleta». E non mancano nemmeno i problemi di accessibilità per non vedenti e ipovedenti…
E finalmente il ponte arriva!
Dopo anni di difficoltà e polemiche, sembra dunque sia realmente arrivato il momento della messa in posa del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. Il 28 e il 29 luglio e l’11 e il 12 agosto sono i giorni stabiliti per le operazioni
Il futuro del quarto ponte
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) e la Federazione delle Associazioni Nazionali dei Disabili (FAND) hanno incontrato i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale veneziana per discutere di quello che ormai è diventato una sorta di “caso Calatrava”
Approvata l’ovovia per il quarto ponte di Venezia
L’ormai noto quarto ponte di Venezia, quello sul Canal Grande, progettato dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava, del quale anche Superando si è occupato ampiamente, sarà accessibile. O meglio, non proprio il ponte in sé, ma il suo dorso…
Il quarto ponte di Venezia
Ripercorriamo passo dopo passo la tormentata vicenda del nuovo ponte sul Canal Grande di Venezia, progettato dal celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava.
Già nel 2002, «DM», il giornale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) lo aveva denunciato con forza, prendendo le mosse da un articolo di Gian Antonio Stella sul «Corriere della Sera»: il ponte di Calatrava non sarà accessibile! Ma da allora che cosa è successo?
Ma Massimo Cacciari è un uomo sfortunato?
Non tardano i commenti alla vicenda da noi resa nota nei giorni scorsi, riguardo all’auditorium della nuova sede di Mestre della Fondazione Banca degli Occhi, struttura bella e ardita, ma quasi totalmente inaccessibile alle persone con disabilità. E dopo gli infausti precedenti del Ponte della Costituzione sul Canal Grande di Venezia – meglio noto come “Ponte di Calatrava” – realizzato, quello, direttamente dal Comune della città lagunare, quasi spontaneamente vien da porsi la domanda del titolo, centrata appunto sul sindaco di Venezia
Quando i veneziani non sono all’altezza della città
Un’altra opinione destinata a far discutere molto – nell’ambito del dibattito sulla prossima apertura del cosiddetto “Ponte di Calatrava” a Venezia – è quella che qui presentiamo, riprendendola da un quotidiano locale. Degna di nota, in particolare, l’idea che la struttura non possa essere considerata un’opera pubblica, parere che affidiamo al giudizio dei lettori. Da parte nostra continuiamo a restare dell’idea che l’inaccessibilità di un’opera come questa, in una città costantemente “sotto agli occhi del mondo”, come Venezia, sia una grande occasione perduta
Quando l’ignoranza tocca il fondo
Ferve il dibattito e continuano anche le polemiche sulla prossima apertura del quarto ponte sul Canal Grande di Venezia – il cosiddetto “Ponte di Calatrava” – con tutti i suoi problemi di inaccessibilità, da noi denunciati nel corso di questi anni, come nodi che oggi sono puntualmente venuti al pettine. Come già abbiamo fatto nei giorni scorsi, diamo spazio ad una serie di interventi per consentire ai lettori di formarsi la più documentata opinione possibile sulla vicenda. In questo caso lo spunto è dato da un articolo “non proprio centrato” apparso nei giorni scorsi sul settimanale «Gente Veneta»
Ovovia: la parola al direttore dei lavori
Continuiamo ad aggiornare i nostri lettori sulle più recenti vicende relative all’imminente apertura del cosiddetto “Ponte di Calatrava” sul Canal Grande di Venezia, che sarà però sostanzialmente inaccessibile alle persone con disabilità, per lo meno nella prima fase. Oggi proponiamo un’intervista ad Ermes Redi, direttore dei lavori per la realizzazione dell’ovovia per conto del Comune di Venezia, vale a dire di quella sorta di cabina che dovrebbe percorrere il dorso della struttura, trasportando carrozzine e persone con ridotta mobilità
Attenti a quei due… per le calli di Venezia
Li avevamo lasciati alla Mostra del Cinema di Venezia, Pietro Turco e Stefania Leone, vicepresidente e segretario generale dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), e li ritroviamo ora tra calli e canali della città lagunare, tra Piazza San Marco e l’Arsenale, tra la Biennale di Architettura e il Ponte dell’Accademia, a chiedersi tra l’altro: «Ma quale soddisfazione possono provare due persone cieche a salire sul campanile di San Marco?». La risposta la forniscono loro stessi ed è quanto mai eloquente…
“Il digitale accessibile”: sembra scontato ma non lo è
«Cercherò di portare notizie su novità in tema di accessibilità digitale, buoni esempi da seguire e cattivi esempi da evitare, per aiutare ad identificare le poche, ma essenziali regole, che garantiscano a tutti, senza discriminazione, di utilizzare i prodotti ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione)»: così Roberto Scano, che da oltre vent’anni si occupa di accessibilità informatica e che in tale àmbito ha lavorato alla scrittura di regole internazionali e di norme nazionali, presenta la sua nuova rubrica di «Superando.it», denominata “Il digitale accessibile”