Opinioni

La sfida della sincerità

La Bocca della Verità è un antico mascherone di marmo, murato nella parete del pronao della Chiesa di Santa Maria in Cosmedin a Roma

«C’è una normalità anche nella disabilità – scrive Simona Lancioni – e raccontarla senza drammatizzare le difficoltà, ma anche senza sminuirle, è una delle cose più difficili. Tuttavia, le persone con disabilità, per arrivare ad essere accolte e accettate per quello che sono realmente, devono accettare la sfida di essere sincere, altrimenti non potranno lamentarsi di aspettative inadeguate e comportamenti incongrui nei loro confronti. Proporsi in modo assertivo (“Io sono così!”), essere autentici, sono ancora – e non solo per le persone con disabilità – bellissimi biglietti da visita»

Formazione sull’accessibilità e sulle tecnologie: nodi ineludibili

La copertina del "Manuale degli ausili elettronici ed informatici" realizzato dal GLIC

«Formazione, per acquisire strumenti e sviluppare coerentemente competenze, formazione per prescrivere bene, per aiutare a scegliere correttamente e istruire bene all’uso, allo scopo di utilizzare al meglio le tecnologie, favorendo il ricircolo degli ausili che non dovessero più servire e contrastando il consumismo tecnologico acritico e inefficace»: in vista della Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità di Firenze, il GLIC, la Rete Italiana dei Centri di Consulenza sugli Ausili Informatici ed Elettronici per Disabili, ricorda le proprie più recenti proposte in questo àmbito

Le Paralimpiadi, che insegnano a fare squadra

La delegazione azzurra che ha sfilato alla Cerimonia di Apertura delle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016, con la portabandiera Martina Caironi

«La grande esposizione mediatica delle Paralimpiadi di Rio de Janeiro – scrive Simonetta Morelli, dopo avere seguito la Cerimonia di Apertura dell’evento – è importante per portare sempre più persone fuori, a praticare sport, a fare amicizia, a vivere il rapporto con se stessi in maniera più impegnativa, esigente, intima e profondamente propria. E si impara a fare squadra. E facendo squadra si migliora la cultura e si abbattono le barriere: quelle architettoniche che sono frutto di quelle mentali e che limitano i rapporti interpersonali»

Le Paralimpiadi e l’importanza di scegliere chi vogliamo essere

Simona Atzori mentre danza con Luca Alberti, durante la cerimonia d'apertura delle Paralimpiadi Invernali di Torino 2006

«La Paralimpiade – scrive Simona Atzori, che danzò durante la cerimonia d’apertura delle Paralimpiadi Invernali di Torino 2006 – è il simbolo forte e grande dell’importanza di scegliere con determinazione nella nostra vita chi e cosa vogliamo essere. La vita è la musica di sottofondo, ma le parole, le immagini, le emozioni siamo noi a crearle, a danzarle, a dipingerle, a scriverle. Accendiamo la televisione e guardando questo grande evento, insieme diventiamo testimoni di questa potente scelta di vita. Una scelta che ogni giorno possiamo e dobbiamo fare tutti quanti noi»

E le pensioni di invalidità civile?

E le pensioni di invalidità civile?

«Si parla dell’intenzione da parte del Governo di intervenire in favore delle persone che hanno un reddito pensionistico di circa 10.000 euro annui. Ma gli invalidi civili al 100% che percepiscono la miserrima pensione di euro 289,80 per tredici mensilità rientreranno nel provvedimento? Mi auguro di sì ma temo di no». Lo scrive Vincenzo Bozza, presidente dell’UTIM (Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva), in una lettera aperta inviata anche al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia e delle Finanze e a quello del Lavoro e delle Politiche Sociali

Autismo e lavoro: una piramide da rovesciare

«Dev’essere abbattuta la mentalità – scrive Gianfranco Vitale – che fonda le sue radici nella credenza che se i “diversi” non possono vivere in un mondo “normale”, non rimane che assisterli caritatevolmente in famiglia o relegarli in strutture diurne o residenziali di tipo assistenziale. Deve conseguentemente essere incentivata la creazione di modelli diversi da quelli proposti finora, per offrire opportunità che soddisfino i bisogni di ciascuno nel rispetto della diversità. Solo a queste condizioni le persone autistiche potranno trovare sbocchi lavorativi conformi al loro essere»

Ritorno in un villaggio accessibile, dove ti senti una Persona

«È bello vivere una vacanza in piena libertà – scrive Marina Tovazzi – in una struttura completamente senza barriere, dove non ti senti un numero, ma una Persona, e dove disabilità e normalità convivono senza problemi». Accade al Kikki Village di Modica (Ragusa), che nel 2013 è stata anche la prima struttura turistica della Sicilia ad avere ottenuto il Marchio V4A®, ovvero il noto simbolo internazionale di qualità dell’ospitalità accessibile, conferito dall’organizzazione Village for all

Atleti disabili? Disabili atleti? O altro ancora?

«La parola d’ordine comune dei partecipanti alle imminenti Paralimpiadi di Rio de Janeiro – scrive Andrea Pancaldi – è: siamo innanzitutto atleti. E tuttavia non stracciamoci le vesti sui blog e sui profili Facebook e non teniamo sotto i riflettori solo quell’“atleti”, come vergognandoci o paurosi di tenere dentro al discorso anche la parola “disabilità”. Ciò che infatti di stereotipante e di limitante esiste nell’uso della parola disabili non lo si sconfigge coprendolo con un velo, ma avendo il coraggio di passarci e ripassarci attraverso, facendosi carico della quotidiana fatica di questo»

Screening neonatale: la tempestività è quanto mai importante

«Per una reale entrata a regime dello screening neonatale allargato – scrivono dall’OMAR (Osservatorio Malattie Rare), in riferimento alla Legge che ha reso obbligatoria la diagnosi precoce per le malattie metaboliche ereditarie in tutte le Regioni d’Italia – servirà un forte coordinamento tra diversi soggetti, ma poche volte come in questo caso la tempestività sarà importante: i bambini, infatti, nascono ogni giorno e fin quando lo screening non sarà realtà, qualcuno di loro potrà pagare con la salute o con la vita l’attesa nell’applicazione della Legge»

Piccole sconfitte quotidiane

Sono quelle subite dalla cultura della disabilità, ad esempio in un grande supermercato, dove improvvisamente, in prossimità delle casse, scompaiono i cartelli recanti la scritta: «Io ho la precedenza a tutte le casse». «E non certo – scrive Mario Caldora – perché il pubblico non avesse ormai più bisogno di ricevere quel “messaggio”»…

Per ritrovare la vera cultura dell’inclusione

«Ritroviamo insieme l’autentica cultura dell’inclusione nella scuola – scrive Luciano Paschetta, prendendo spunto dall’intervento di alcuni docenti specializzati, pubblicato nei giorni scorsi dal nostro giornale – ben delineata nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Diversamente sarà inevitabile un continuo declino di questo nostro prestigioso modello da tutti invidiato, da molti copiato, ma che senza i giusti interventi, visti anche i suoi attuali costi e la poca efficienza, rischia di “sgretolarsi”»

La colpa è sempre del cliente (con disabilità)!

«L’aspetto mortificante di tutto questo – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, concludendo con amara ironia il suo racconto di un’“ordinaria” storia di barriere vissuta in un ristorante dichiaratosi “accessibile ai disabili” – è che avrei dovuto guardare meglio il sito di quel locale. Se fossi stato più attento e non mi fossi fidato di ciò che mi era stato detto, avrei notato le foto dell’entrata e avrei compreso le difficoltà ad accedervi. È sempre colpa del cliente con disabilità che non si informa mai abbastanza. Si sa, no?»

Ospedali Psichiatrici Giudiziari: così si fa marcia indietro!

«È stato approvato un provvedimento al Senato – denunciano dal Comitato Stop OPG – che rischia di riaprire la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) e che moltiplicando strutture sanitarie di tipo detentivo, “dedicate solo ai malati di mente”, riprodurrebbe all’infinito la logica manicomiale». «Ci aspettiamo quindi – concludono – un intervento deciso del Governo per rimuovere quanto inopinatamente l’emendamento in questione ha disposto, a sostegno del faticoso processo di superamento degli OPG»

Lo sport paralimpico è sport! E di grande valore

«Le imminenti Paralimpiadi di Rio de Janeiro – scrive Simonetta Morelli – potrebbero diventare il codice per comprendere definitivamente lo sport delle persone con disabilità, che è sport esigente, duro, senza sconti, che non è “attività fisica per poveretti” che devono pure distrarsi e nemmeno il “circo dei superuomini”, ma sport vero, con gesti atletici di grande valore, che richiede grandi sacrifici per ottenere gradualmente buoni risultati». E le stesse recenti Olimpiadi – come insegnano i casi di Phelps, Baker o Paltrinieri – hanno celebrato anche corpi ritenuti “imperfetti”

Tanta indignazione avrà fatto riflettere sui propri comportamenti?

«Tanta indignazione – scrive Simone Fanti, riferendosi ai commenti a quella recensione di Tripadvisor in cui si bocciava un albergo perché aveva molti ospiti con disabilità – avrà creato un pensiero critico? Tanti commenti, giustamente arrabbiati, avranno generato una riflessione sui propri comportamenti quotidiani? Non sarà che molti abbiano lasciato commenti per lavarsi la coscienza e il giorno dopo siano tornati a parcheggiare sugli stalli per disabili con la scusa “solo per 5 minuti” o abbiano dato dell’“handicappato” a qualcuno, pensando ancora a quel termine come a un insulto?»

Nuove vie per far conoscere la disabilità (ai bambini)

«Credo che questa sia una direzione da seguire, portando lo sguardo del pubblico che rappresenta la potenziale classe dirigente del futuro su un tema difficile quale quello della disabilità in maniera completa, precisa e gradevole»: lo scrive Antonio Giuseppe Malafarina, parlando di «Occhiolino», il giornalino di CBM Italia – componente nazionale dell’organizzazione non governativa impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità e della disabilità evitabile nei Paesi del Sud del mondo – rivolto appunto ai bambini, per raccontar loro il mondo della disabilità con il giusto linguaggio

Autismo e supporto ai genitori: la conoscenza e l’azione

«Nelle situazioni di disturbi dello spettro autistico – scrive Laura Dones, spiegando il metodo di lavoro adottato presso l’Associazione milanese L’abilità – la famiglia è il maggiore agente facilitatore. Oltre a percorsi di accettazione e reazione emotiva, il superamento della sofferenza e del dolore dopo la prima comunicazione avviene non solo dal trovare ascolto e sostegno, ma da una comprensione maggiore di cosa sia l’autismo, di cosa “fare” nella vita quotidiana, come riequilibrarsi con gli altri figli e come rispondere al bisogno che il bambino continuamente richiede di aiuto»

Inclusione, discontinuità didattica e formazione degli insegnanti

«La Proposta di Legge per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica, avanzata dalle Federazioni di Associazioni delle persone con disabilità, rischia di amplificare il problema della delega educativa assegnata all’insegnante specializzato»: lo scrivono alcuni docenti specializzati e formatori, elaborando una propria proposta di possibili soluzioni, che parte da un’ampia analisi dell’attuale contesto. «Questa proposta del gruppo di docenti specializzati – replica Salvatore Nocera – è ad ampio spettro, ma non inficia quelle della FISH e della FAND»

Mio figlio dovrà essere il “figlio di tutti”

«Io, genitore – scrive Maria Teresa Calignano, riflettendo sulla recente Legge riguardante il “Dopo di Noi” -, come posso fidarmi di una Legge che si prenderà giuridicamente carico un domani di mio figlio, ma che non mi dà garanzie su quali “mani” si occuperanno di lui? Riprendiamo allora quel concetto etico di “società educante”, di “pedagogia familiare”, che mi permetta di sperare concretamente che un domani mio figlio sarà il “figlio di tutti”»

24.8.2016: senza la possibilità di scappare

«Sono secondi interminabili – racconta Manuela Romitelli -, come in quel lontano 6 aprile 2009. Lontano nel tempo, ma vivo nel cuore. Oggi come allora. Impotente, senza la possibilità di scappare. Prego e chiudo gli occhi. Prego affinché quel “mostro” da sottoterra non mi prenda con sé. Anche questa volta è andato via, lasciandomi nel panico. Affrontare un terremoto è una cosa difficile. Per tutti. Ma per chi vive una disabilità e non può scappare, lo è mille volte di più»