Opinioni

ReaTech: come sedurre la “gente comune”?

Franco Bomprezzi (a sinistra) e Antonio Giuseppe Malafarina, alla manifestazione di Milano "ReaTech Italia 2013"

«Oggi che “ReaTech” si sta affermando – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, parlando del recente evento fieristico di Milano interamente dedicato alla disabilità – e che fortunatamente sta diventando indispensabile, cerco di capire come potrebbe essere migliorato. Infatti, si sono viste, e fatte, moltissime cose, ci sono stati visitatori, ma credo che ancora non siamo a un evento che seduca sia gli addetti ai lavori che la “gente comune”»

Un mese in Rianimazione, oggi

Un mese in Rianimazione, oggi

«Oggi – scrive Giorgio Genta – in un Reparto di Rianimazione si possono imparare moltissime cose utili alle persone con disabilità. Ad esempio che la nuova “Rianimazione aperta” permette ai familiari di passare maggior tempo con il proprio congiunto ricoverato. Le persone con disabilità e gli anziani hanno poi diritto, salve le esigenze di reparto, di avere sempre un familiare accanto»

Oltre quel confine oscuro

Oltre quel confine oscuro

«Hai fatto un gesto terribile, mamma fragile – scrive Rosa Mauro, a sua volta madre di un figlio con autismo, rivolgendosi a quella signora che qualche giorno fa ha accoltellato il proprio ragazzo autistico -, ma non sei stata sola, insieme a te c’era una società matrigna che non ci lascia dormire»

I BES non si certificano!

I BES non si certificano!

Ove BES sta naturalmente per Bisogni Educativi Speciali, categoria di alunni dei quali si sono occupate nei mesi scorsi alcune disposizioni ministeriali, che tanto dibattito hanno suscitato, anche sulle pagine del nostro giornale. «La riscoperta attenzione verso gli alunni con Bisogni Educativi Speciali – scrive Flavio Fogarolo – va vissuta realmente, e non solo a parole, come un’opportunità per le scuole»

Non tutte le persone con disabilità sono uguali

Via Indipendenza a Bologna fa parte della ZTL (Zona a Traffico Limitato) del capoluogo emiliano

«Perché impedire l’uso di auto private anche a chi proprio non può farne a meno – scrive Irene Faranda, donna con disabilità, riferendosi a Bologna e agli sviluppi riguardanti la circolazione nella Zona a Traffico Limitato – se in altre città d’Italia le zone pedonali lo consentono?». E aggiunge: «I trenini e le navette non vanno bene per tutti i disabili, perché non tutti i disabili sono uguali»

Essere madri di una persona con autismo

«Non mi sono mai sentita “vittima” di mio figlio con autismo – scrive Liana Baroni -, ma ho sempre posto un limite al mio sacrificio, per mantenere il mio equilibrio, per essere moglie, mamma e donna inserita nel mondo del lavoro. Né ho mai voluto essere una sua “estensione”, cercando invece di essere la mamma che prepara il figlio e lo educa affinché possa essere inserito nella vita sociale»

Non esiste, in Canada, la “cura futile”

La Corte Suprema del Canada, infatti, ha stabilito che i medici non abbiano il diritto, contro il parere della famiglia, di privare delle cure indispensabili al mantenimento in vita un sessantenne da lungo tempo in condizioni di minima coscienza. «Un segnale di speranza per le persone con disabilità – scrive Giorgio Genta – in tempi di crisi economica a livello mondiale e di fortissime pressioni per ridurre la spesa sanitaria»

La coperta è stretta, cerchiamo di usarla meglio

«Partecipando alle gare delle Aziende USL per l’acquisto delle tecnologie compensative che dovrebbero essere utili alla qualità della vita delle persone disabili – scrive Davide Cervellin – si apprende di grandi sprechi e iniquità, imparando anche che gran parte della spesa sanitaria compresa nel “Nomenclatore Tariffario” non è data dalle carrozzine per deambulare o dagli strumenti per leggere dei ciechi, ma dal materiale di consumo corrente»

Il futuro è già qui, ma è distribuito male

Ne abbiamo seguito per anni le “sfide impossibili” in tutti i continenti, del suo giro del mondo a nuoto, voluto per dare visibilità al progetto “Un mondo senza barriere e senza frontiere”. E ora, alla vigilia della tappa conclusiva in Messico, dove nuoterà nel Canyon del Sumidero, raccogliamo le riflessioni di Salvatore Cimmino, il nuotatore della Canottieri Aniene, amputato della gamba destra, espresse poco prima della partenza dall’Italia

Un tentativo di intervista con il Viceministro

Storia di un tentativo di intervista, da parte delle famiglie con disabilità, a Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con alcune domande e una sola, lunga risposta, e l’impressione, come scrive Giorgio Genta, «che siamo ancora assai lontani da quell’azione di pratico supporto all’eterna fatica delle nostre famiglie»

Perché siamo contrari al nuovo ISEE

Non “Indicatore della Situazione Economica Equivalente”, ma “Inclusione Sociale Economica Eliminata”: questo, secondo ENIL Italia (European Network on Independent Living), è il reale significato dell’acronimo ISEE, strumento in via di riforma, che ben lungi dal determinare equità nell’accesso ai servizi sociali e sociosanitari, rischia di diventare uno strumento quanto meno vessatorio, nei confronti delle persone con disabilità

Anche attraverso lo sport si può cambiare la società

«È vero – scrive Luca Pancalli, presidente nazionale del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) – noi ci occupiamo di sport. Ma è anche attraverso lo sport che si può cambiare la società e chi ha potuto vedere la Paralimpiade di Londra 2012 lo capisce perfettamente». E aggiunge: «Soprattutto ci muove il desiderio di rappresentare lo sport come strumento di integrazione e inclusione sociale»

Semplicemente perché siamo esseri umani, e cittadini

«I segnali di questi giorni – scrive Franco Bomprezzi – sono davvero inquietanti. Sulla questione carceraria, sulla sorte dei migranti, sul ruolo della politica, sul senso della solidarietà umana e sociale, si abbattono folate di cattiveria urlata o taciuta. Forse dobbiamo ragionare seriamente sul senso della nostra appartenenza a una comunità, sul valore della condivisione e dell’inclusione sociale. Semplicemente perché siamo esseri umani. E cittadini»

Quelli che restano laggiù

«Nascere da una parte o un’altra del mondo – scrive Rosa Mauro – può fare un’enorme differenza per chi è “normale”, “abile”, ma quanta ne fa per chi nasce, o diventa, parte di una “categoria svantaggiata”? Sono quelli che restano in Africa, quelli che hanno troppi anni e non possono ormai più camminare, quelli che si sono ammalati, e non possono sentire, o vedere, o respirare normalmente»

Non si insegna alla disabilità, ma alle persone

«Il compito di realizzare l’inclusività nella scuola – scrive Stefano Versari, vicedirettore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna – non spetta soltanto ai docenti di sostegno, ma a tutti i docenti e i dirigenti scolastici. E anche alla società nel suo insieme, che deve fornire supporti, condizioni, norme e risorse adeguati alla sfida»

Sulla disabilità la forma non è sostanza

«Che senso ha – si chiede Vitaliano Ferrajolo, prendendo spunto da una Delibera che ha visto il Comune di Caserta aderire al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani – quando nemmeno un marciapiede si è in grado di modificare?». E citando l’esempio del diffuso mancato adeguamento alla Convenzione ONU sulla Disabilità, aggiunge: «Sono atti senza alcuna ricaduta concreta sulla vita della comunità locale»

Due debolezze differenti, una decisamente ottusa

«Chi è il debole?», si chiede Antonio Giuseppe Malafarina, riflettendo sulla violenza nei confronti delle donne con disabilità. «Chi usa la forza perché non è in grado di riconoscere nell’altro un’utilità – una dignità -, oppure la persona fragile che fatica a trovare spazio in una collettività che vuole escluderla? Due debolezze differenti. Una decisamente ottusa»

Caro Alfano, ti sono “diversamente grato”!

«So bene – ha dichiarato il segretario del PdL Angelino Alfano – che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani, ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano». «Diversamente berlusconiano! – scrive con acre ironia Franco Bomprezzi -. Magnifico, benvenuto fra noi, persone con disabilità, spesso definite, con annessa pacca sulla spalla, come “diversamente abili”»

Sentenze sul sostegno valide anche per gli anni successivi?

«È certamente corretto – scrive Francesco Marcellino – ostinarsi verso la rivendicazione di un servizio scolastico di qualità e sulla fornitura – sulla base delle “effettive esigenze rilevate” – dei servizi di assistenza e sostegno di cui abbisognano gli alunni. Ma questo non si ottiene puntando sull’obiettivo che una Sentenza, in tema di sostegno, a beneficio di un alunno con disabilità grave, possa durare per tutta la vita scolastica dell’alunno stesso»

Sanità: le strade divergenti dell’OMS e dell’Italia

Mentre infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di allargare i sistemi sanitari universali, considerati la migliore risposta ai diritti delle persone e alle esigenze di sostenibilità del welfare, nel nostro Paese molti segnali fanno pensare che si intende aprire la strada a un diritto alla salute e alle cure assai “meno universale”