Metti un giornalista a rotelle…

Un caso da manuale di come lo stigma che si appiccica alle persone con disabilità possa giocare brutti scherzi anche a giornalisti “navigati”: è quello di Andrea Venuto, che intervista il ministro Fornero e che anziché essere qualificato come giornalista, diventa “il malato”. Nel frattempo, comunque, registriamo con soddisfazione che nel web il titolo del servizio è stato modificato
Se il ruolo di esorcista fa straparlare

«Se vogliamo lasciarci alle spalle la sbalorditiva similitudine di quel Vescovo – scrive Salvatore Nocera – che per farsi capire dai telespettatori, ha dichiarato che «basta guardare il comportamento di una persona Down o comunque con disabilità intellettiva, per avere un’idea del “diavolo” che compie o fa compiere gesti inconsulti», basta semplicemente pensare alle persone con disabilità come faceva Gesù, ovvero come a dei “suoi fratelli”
Storie di “padri coraggio”

Franco Antonello – padre di Andrea – e Ruggero Vio – padre di “Bebe” – sono certamente due riferimenti fondamentali, per i loro figli, in grado di sostenere le loro scelte e anche le eventuali critiche. Non tutti possono e devono essere così, ma forse grazie a figure come loro, che vanno avanti “a sfondamento”, la disabilità diventa un po’ più “masticata” dal grande pubblico
Bebe sulle orme di Oscar

Un giorno Oscar Pistorius – di cui da qualche giorno è nota la partecipazione alle Olimpiadi – le disse: «Perché non corri anche tu?». E così è iniziata la nuova avventura “con le lame sottili” di Beatrice “Bebe” Vio, schermitrice senza braccia e senza gambe, che sarà tedofora dei “Futuri Paralimpici” a Londra, come ha voluto anche gran parte del Parlamento Europeo
Quel pessimo giornalismo sui “falsi ciechi”

Mancata distinzione tra “cecità” e “ipovedenza”, non vedenti definiti come “falsi ciechi” se chiedono di fermarsi al pullman in arrivo o se spazzano il balcone di casa e molto altro: sono quanto meno gravi, le colpe di un cattivo giornalismo sin troppo diffuso, che produce danni morali e culturali e contribuisce a un ulteriore imbarbarimento della società
Quei “moderni gladiatori” che vivono in una bolla dorata
«Nel nostro paese i “moderni gladiatori” e cioè i calciatori vivono in una sorta di bolla immateriale che, salvo rare eccezioni, li mantiene avulsi dal quotidiano, al limite dell’incapacità di badare agli affari correnti di natura burocratica, che affaticano invece ogni persona che non pratica, ad alti livelli, l’arte pedatoria»: così è stata archiviata la posizione di quei calciatori del Bologna che avevano abusamente usato il contrassegno per disabili…
Quei (disse)Stati Generali del Sociale e della Famiglia
Così si chiama anche un dossier del Roma Soc!al Pr!de – rete di persone, enti e istituzioni, provenienti dal volontariato, dalla cooperazione sociale e dall’associazionismo, impegnati nella ricerca, nel lavoro sociale e nell’amministrazione della Capitale – che si rifà ai recenti “Stati Generali del Sociale e della Famiglia”. E ben volentieri diamo spazio allo stesso Roma Soc!al Pr!de, per un’ampia riflessione su quell’evento
Il confine tra satira e violenza
«Mi basterebbe – scrive Franco Bomprezzi – un sussulto di buona coscienza, da parte dei presuntuosissimi autori del sito Umoremaligno.it – sedicente “spazio satirico”, contenente pagine di inusitata cattiveria nei confronti delle persone con disabilità – e l’ammissione, sia pure tardiva, di avere esagerato, non cogliendo il confine tra satira e violenza»
No a questo “gioco al bersaglio” sulla disabilità
«Mai a nessuno – scrive Giovanni Barin, rappresentante per la Lombardia dell’Associazione Genitori Tosti in Tuti i Posti – permetteremo di distruggere il lavoro faticosamente realizzato in anni di storia, in nome della conquista di diritti vitali per le persone con disabilità». Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo
Participio presente del verbo ignorare
Conoscere serve certamente e può evitare clamorosi abbagli, come ad esempio le frasi “molto sfortunate”, pronunciate recentemente dal vescovo di Isernia, monsignor Gemma, esperto di esorcismi, che ha affiancato gli “indemoniati” alle persone con sindrome di Down. Ma anche a molti altri potrebbe servire conoscere meglio la realtà di cui si parla…
I miei soldi non sono “diversamente validi”
Prendendo spunto da un progetto di verifica dell’accessibilità delle strutture alberghiere milanesi, che viene lanciato in questi giorni e che prevede una collaborazione tra profit e no profit (“Easy Hotel Planet”), Simone Fanti propone una serie di riflessioni, a partire da un concetto che purtroppo resta sempre valido: perché la società continua a non voler vedere le persone con disabilità?
Giovanni contro la Strega Ignoranza
Una favola per piccoli e grandi, non proprio a lieto fine, perché nella realtà la “Strega Ignoranza” è sempre in agguato. Ma per Giovanni – almeno in sogno – è stato bello sconfiggerla, così come aveva fatto con il Drago Rotelle, la Medusa Discrimina, il Gigante Pregiudizio e il Mostro a Due Teste Barriera…
Niente più ruoli “da nano”!
Così Peter Dinklage, attore americano con acondroplasia, che sta dicendo no anche a una serie di inviti a mille talk show, per parlare di pregiudizi e società. Lui e Antonella Ferrari, attrice con sclerosi multipla, possono farlo, ma gli altri? «Sempre che ce ne siano – scrive Claudio Arrigoni – perché emergere facendo l’attore è difficilissimo. Per chi ha una disabilità ancora di più»
L’integrazione come antidoto per la crisi
«In un momento di forte crisi, come quello che stiamo attraversando – scrive Salvatore Cimmino – il contributo degli oltre cinque milioni di persone con disabilità potrebbe aiutare ad affrontare, anche in maniera significativa, il nostro debito pubblico. Basterebbe vedere le potenzialità al di là dei limiti, un processo a dir poco rivoluzionario per una società che voglia dirsi civile»
Dalla crisi non dovranno uscire solo i “sani”
Talora succede che una persona con disabilità intellettiva, opportunamente formata e seguita, esca dalla dimensione di “eterno bambino” cui spesso le famiglie, inconsapevolmente, la confinano e diventi “adulto”, con una propria dimensione di orgoglio, di capacità, di competenza, di qualità. Al MAGA (Museo d’Arte di Gallarate), sta succedendo
L’autismo di questa società
Una società sempre più confusa, in cui ci si sofferma solo alla “prima impressione”, all’apparenza, rischiando di confondere particolari e specifiche esperienze di vita con la “vera quotidianità di una famiglia con autismo”, della quale Marcello Piredda tratteggia qui un drammatico spaccato, presentando una testimonianza quanto mai emblematica, profonda e sincera
L’incauto cortigiano
Sembra proprio che qualcuno abbia preso sin troppo sul serio le parole pronunciate dal ministro Fornero, sui prodotti assicurativi, le persone con disabilità e la «necessità di rafforzare la sinergia tra pubblico e privato». Un funzionario di un’ASL ligure, infatti, ha ingiunto alle persone con disabilità di stipulare – e di pagarsi – un’adeguata polizza, per danni procurati dalle carrozzine…
L’ultima carrozzina di “Nuova Sparta”
È figlia del “rigore disgiunto dall’equità”, così comune nei nostri tempi, questa “nera fiaba del futuro”, che presentiamo ai Lettori, dove Giorgio Genta fotografa – attraverso la lente dell’iperbole e con il suo consueto taglio ironico – un drammatico mondo “prossimo venturo”, dominato dall’ossessione di produrre ad ogni costo e ove non vi sarà più alcun posto per chi non produce…
Il corpo di Maya colpisce e fa pensare
È terza nelle classifiche mondiali dei 100 metri paralimpici di atletica, ma per pagarsi la partecipazione ai Giochi di Londra, ha dovuto realizzare un calendario, mettendo in mostra il proprio corpo, un corpo imperfetto che non fa più paura, «o forse ancora sì – scrive Claudio Arrigoni – testimoniando comunque che qualche passo avanti è stato fatto»
Così peggiora la qualità dell’insegnamento!
«Sin dal prossimo anno scolastico – denuncia infatti Francesca Palmas – potremmo assistere alla pericolosa situazione che, per meri motivi di risparmio, insegnanti non preparati adeguatamente, ma di ruolo, sostituiranno colleghi che invece in questi anni avevano investito la loro professionalità e le loro risorse per specializzarsi nel difficile ruolo del sostegno per gli alunni con disabilità»