Diritti

Il Progetto AdS Lombardia: tante sfumature di uno stesso colore

Sono numeri importanti quelli che dopo circa un anno di attività può vantare il Progetto AdS, iniziativa voluta per sostenere in Lombardia la diffusione e il consolidamento dell’amministrazione di sostegno, l’istituto introdotto nel 2004, che con la sua flessibilità ha segnato realmente una svolta, superando le assai più rigide forme dell’inabilitazione e dell’interdizione. E oggi il sito internet dell’iniziativa diventa anche un nuovo portale, «per rappresentare maggiormente da un lato l’agire e il pensare comune dei singoli progetti locali, dall’altro i pensieri e le azioni degli stessi, sfumature di uno stesso colore e non tinte a sé», come spiegano i promotori dell’iniziativa

La piena partecipazione delle persone sorde e quella Proposta di Legge che fa discutere

«Pur riconoscendo – scrive Antonio Cotura, presidente della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), organizzazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – che dopo tanti cambiamenti l’attuale testo di quella Proposta di Legge è migliorato rispetto a quelli precedentemente presentati in Parlamento, non si vede comunque la necessità o l’urgenza di promulgare una legge che incrementi una tipologia di lavoro (assistenti e interpreti LIS), la quale richiede notevoli investimenti e che in prospettiva assumerà un ruolo sempre più marginale. Ben più coerente sarebbe invece creare maggiori opportunità inclusive direttamente a favore delle persone sorde e quanto mai necessario sarebbe anche garantire su tutto il territorio nazionale i servizi di diagnostica precoce e di abilitazione protesica-logopedica, attraverso un’ordinaria pianificazione sanitaria, a prescindere dalla previsione di una nuova legge»

Tempo futuro

Chi si occuperà di lui? Avrà risorse sufficienti? Dove abiterà e con chi? Cosa farà e con chi? Sono alcuni dei quesiti più frequenti che si pongono le famiglie di persone con disabilità, senza però avere spesso l’opportunità di approfondire tematiche articolate, come ad esempio quelle riguardanti i vari istituti giuridici di tutela, previsti dal nostro ordinamento. Per rispondere a quelle domande e ai timori per il futuro dei figli, il CSV (Centro di Servizio per il Volontariato)-Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta, in collaborazione con il CoDiVdA (Coordinamento Disabilità Valle d’Aosta), ha organizzato il percorso formativo denominato “Tempo futuro: informazioni e strumenti per la costruzione del durante e dopo di noi”, che si svolgerà ad Aosta dal 17 ottobre al 10 dicembre

E la Corte dei Conti boccia la riforma dell’assistenza

«Il mancato rifinanziamento del fondo per le autosufficienze, la riduzione degli stanziamenti per il fondo politiche sociali e per la politica abitativa hanno già sensibilmente inciso sul quadro degli interventi in ambito locale»: a dirlo, questa volta, non è la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che lo fa da parecchio tempo, ma la Corte dei Conti, ovvero il massimo organo di giurisdizione contabile che, nello stroncare sonoramente il recente Disegno di Legge Delega di Riforma Fiscale e Assistenziale presentato dal Governo, sottolinea anche come sia assai «poco praticabile l’applicazione di limiti reddituali e patrimoniali per la concessione dell’indennità di accompagnamento e delle pensioni di invalidità»

Quando la voce grossa dell’INPS è del tutto ingiustificata

Si fa spesso minaccioso, il volto dell’INPS, quando si tratta di richiedere documentazione su documentazione a persone in situazione di invalidità. Si tratta però di una severità e di un rigore che dovrebbero sempre accompagnarsi a precisione e buona organizzazione, ciò che invece non sembra proprio sia accaduto a Roma, dove – come denuncia la vicepresidente della Consulta Handicap della Regione Lazio – si è chiesto l’invio di una documentazione – e con urgenza, pena la revoca della pensione – che secondo le istruzioni dello stesso Istituto non dovrebbe essere possibile far pervenire…

Procede quella petizione popolare per il finanziamento dei Livelli Essenziali

Sono partite, in varie zone d’Italia, le iniziative volte alla raccolta delle firme, per la petizione popolare nazionale lanciata da numerose organizzazioni, per sollecitare «il Parlamento ad assumere i provvedimenti occorrenti per mettere a disposizione delle Regioni, delle ASL e dei Comuni le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria». Ripresentiamo le caratteristiche di tale proposta

Quando il Giudice riconosce che certi diritti non si possono negare

È accaduto ad esempio a Torino, dove il Tribunale Ordinario ha pienamente accolto il ricorso di Marina Cometto, presentato dopo la decisione dell’ASL Torino 1 di negare la fornitura di un particolare letto a movimentazione elettrica, necessario per il gravissimo handicap della figlia. Insieme alla stessa Cometto, dunque – che è anche presidente dell’Associazione “Claudia Bottigelli” per la Difesa dei Diritti Umani e l’Aiuto alle Famiglie con Figli Disabili Gravissimi di Torino – abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti i Lettori quell’importante Sentenza, per stimolare la fiducia nelle famiglie di persone con disabilità, in un momento così difficile come quello attuale

Sostenere consapevolmente le persone fragili

È lo scopo principale dell’omonimo corso di formazione sull’amministrazione di sostegno, promosso a Lecco, tra ottobre e novembre, dal locale Progetto AdS. L’iniziativa si rivolge soprattutto ai familiari, ma anche ai volontari, agli operatori sociali, agli amministratori locali e a tutti coloro che siano interessati ad approfondire le funzioni e i compiti fondamentali dell’amministratore di sostegno, in un’ottica di protezione e tutela dell’autonomia della persona fragile e di attenzione alle varie sfere della vita

Compartecipazione alle spese: il Consiglio di Stato fissa un punto fermo

Infatti, con una recente Sentenza del 16 settembre scorso, l’importante organo giurisdizionale e amministrativo – oltre a voler fissare un definitivo punto di arrivo e di sintesi sulla compartecipazione al costo dei servizi a favore di persone con disabilità grave e anziani non autosufficienti – ha anche ribadito che la disciplina nazionale prevale su quella regionale, ponendo infine forti dubbi rispetto alla costituzionalità di futuri interventi del legislatore nazionale volti a cancellare i princìpi fissati. Per tutti, la temuta Legge Delega per la riforma assistenziale

Un altro allarmante provvedimento del TAR di Brescia

Si tratta di una recente Sentenza che non solo non ha tenuto in alcuna considerazione la piena e immediata applicabilità delle norme che non consentono agli Enti Pubblici di richiedere contributi economici ai parenti dei soggetti con handicap grave, ma che stravolge anche le leggi vigenti – e ignora la stessa Costituzione Italiana, oltre alle prescrizioni del Garante della Privacy – ritenendo valida la richiesta avanzata dal Comune di Bergamo nei riguardi del fratello non convivente di una persona con handicap grave

Una petizione popolare per il finanziamento dei Livelli Essenziali

«Assumere gli urgentissimi provvedimenti necessari per assicurare la completa copertura finanziaria delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali e residenziali riguardanti le persone con handicap invalidanti, gli anziani malati cronici non autosufficienti, i soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici (complessivamente oltre 1 milione di nostri concittadini)»: è questo l’obiettivo principale della petizione popolare nazionale, lanciata da numerose organizzazioni, che in sostanza intende sollecitare «il Parlamento ad assumere i provvedimenti occorrenti per mettere a disposizione delle Regioni, delle ASL e dei Comuni le risorse economiche indispensabili per l’attuazione dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria». Un’importante iniziativa, su situazioni che rischiano di aggravarsi ulteriormente, dopo la recente presentazione della Legge-Delega per la Riforma Fiscale e Assistenziale. La presentiamo ai Lettori in ogni suo aspetto

La semplificazione dei processi civili non intacca la tutela dei disabili

C’era timore – anche alla luce di una valutazione operata guardando all’atteggiamento che in questi ultimi tempi l’apparato governativo ha mostrato di rivolgere verso i diritti delle persone con disabilità – per l’approvazione del Decreto Legislativo con cui il Governo ha attuato la semplificazione dei processi civili. In particolare si poteva temere che la fondamentale Legge 67/06 – che tutela le persone con disabilità vittime di discriminazioni – potesse uscirne quanto meno ridimensionata. Invece, a un primo esame del testo, si può affermare, con un certo sollievo, che non è così

Un Paese ancora ben arretrato di fronte alla disabilità

La vicenda di una famiglia del Veneto, letteralmente “frantumata” nella sua struttura, ove il figlio con autismo non ha mai ricevuto un trattamento specifico di ausilio alla grave disabilità, è il simbolo di un’Italia ancora assai arretrata nel campo dell’assistenza socio-sanitaria per la disabilità, dove per giunta sono arrivate ora le nuove procedure per il riconoscimento dell’invalidità civile le quali, ben lungi dal combattere efficacemente il fenomeno dei cosiddetti “falsi invalidi”, stanno creando gravi disagi alle persone con disabilità e alle loro famiglie. E se la specifica vicenda da cui prende spunto la seguente riflessione potrebbe risolversi positivamente, le associazioni italiane impegnate sul fronte dell’autismo e delle sindromi ad esso correlate intendono combattere fino in fondo tante altre battaglie di civiltà e giustizia

La volontà reale è quella di avvicinare la spesa sociale allo zero

Ben lo conferma – secondo la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – anche l’intervento del rappresentante del Governo durante la discussione alla Camera di alcune Mozioni riguardanti i controlli delle invalidità, cinque delle quali sono state approvate, pur con contenuti assai diversi tra di loro

Ci spaventa molto che anche nelle Regioni gli accertamenti passino all’INPS

Questa la denuncia di Cittadinanzattiva, alla luce di quella che viene ritenuta come una gestione fallimentare, da parte dell’INPS, dei nuovi procedimenti di riconoscimento delle invalidità civili, con ritardi impressionanti, scarse o nulle informazioni ai Cittadini sullo stato delle pratiche e pagamenti bloccati da mesi. Una gestione – sempre secondo Cittadinanzattiva – basata esclusivamente sull’obiettivo di ridurre le spese dell’assistenza, ben più che sul tentativo di contrastare i cosiddetti “falsi invalidi”. Per questo, attraverso il proprio Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici, Cittadinanzattiva ha chiesto alla Commissione Igiene e Sanità del Senato l’avvio di una formale indagine conoscitiva parlamentare sulle difficoltà che stanno incontrando i Cittadini nelle procedure di riconoscimento delle minorazioni civili e quindi delle indennità correlate

Arrivano alla Camera le Mozioni sui controlli delle invalidità

Sono numerose e assai diverse tra di loro le varie Mozioni sui controlli relativi alle invalidità civili, la cui discussione alla Camera è ormai imminente. Secondo la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), «alcune sono approssimative, altre prevedono inasprimenti dei controlli, altre ancora l’attribuzione di maggiori funzioni all’INPS, talora riprendendo ossequiosamente dati diffusi dall’Istituto e spesso contraddetti». Oltre a rimandare al sito della Federazione – ove meritoriamente vengono riportati i testi integrali di tutte le Mozioni – riprendiamo un’ampia parte di quella che la stessa FISH ritiene come maggiormente positiva ed equilibrata

Soddisfazione per quel provvedimento che favorisce la domiciliarità

Ad esprimerla è l’AISLA Sardegna (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), dopo che la Giunta Regionale ha aggiornato i criteri di finanziamento per il Progetto “Ritornare a casa”, iniziativa finalizzata a favorire il rientro in famiglia di persone ricoverate in strutture sociali e/o sanitarie o ad evitarne il ricovero. Secondo Giuseppe Lo Giudice, presidente dell’AISLA Sardegna, si tratta di un grande risultato, grazie al quale verranno «alleviati notevolmente i disagi di tante famiglie degli ammalati sardi con SLA, penalizzate dalla precedente soglie degli scaglioni ISEE, ma con benefìci anche a tutti gli ammalati di altre patologie che subivano forti decurtazioni economiche dalla precedente Deliberazione»

Le «correzioni» di quella Manovra sono assai nocive

Approvata infatti il 15 luglio scorso, la Manovra Correttiva 2011-2014 contiene disposizioni che quasi certamente produrranno effetti assai negativi per le persone con disabilità e le loro famiglie, in particolare a causa del taglio di moltissime agevolazioni fiscali, ciò che inciderà in modo maggiore proprio sulle famiglie con persone con disabilità. Sulla materia segnaliamo l’ampio approfondimento elaborato dal Servizio HandyLex.org

Perché contestiamo quelle Sentenze sulla compartecipazione alle spese

C’è chi ha già scritto – anche su queste pagine – che alcune recenti Sentenze del TAR di Brescia, pur essendo sfavorevoli alle persone con disabilità, non possono mettere in discussione il principio ormai consolidato che conti il reddito della sola persona assistita, nel definire i criteri di compartecipazione alla spesa dei servizi socioassistenziali da parte dei Cittadini con disabilità e delle loro famiglie. Ora vediamo perché – secondo la presente analisi – quelle Sentenze siano di per sé discutibili e in ogni caso non possano influire sull’importante Sentenza del Consiglio di Stato che qualche mese fa ha prodotto una vera e propria svolta in questa materia