Diritti

Ancora una volta messi in difficoltà dalla burocrazia

L’INPS concede due settimane di tempo per produrre la documentazione necessaria per attestare il proprio stato di invalidità. Il Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down denuncia «l’inciviltà e l’assurdità di questa richiesta e chiede all’INPS che vengano concessi alle persone con disabilità – così da rispettarne i diritti – almeno due mesi di tempo per produrre la documentazione richiesta»

Venga subito approvata quella legge sulla dislessia*

È infatti recentemente passata alla Camera, dopo dieci anni di lunga attesa, la legge di tutela degli studenti con dislessia o altri disturbi specifici di apprendimento, ma manca ancora l’approvazione del Senato e tutto potrebbe essere rimesso in discussione, facendo riprendere il rimpallo parlamentare. E tuttavia qui c’è in gioco qualcosa che non ha prezzo, vale a dire il futuro di tanti bambini e ragazzi intelligenti che non riescono a leggere, scrivere e operare con i numeri con la stessa naturalezza dei loro compagni

Quali risultati da quei controlli sui «falsi invalidi»?

Se lo è chiesto anche la deputata Amalia Schirru, che ha presentato in tal senso un’Interrogazione parlamentare, chiedendo appunto – alla luce dei vari provvedimenti approvati in questi anni per verificare le cosiddette “false invalidità”, rinforzati ulteriormente dalla Manovra Finanziaria in via di approvazione – quante siano le visite di verifica effettuate nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010 (e per quali patologie), quale sia il numero dei cosiddetti “falsi invalidi” e quali siano i costi e i relativi risparmi per lo Stato

Controlli dell’INPS: ad essere in ansia sono solo i veri disabili!

«Non certo quelli falsi», sottolinea Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), «che la documentazione ce l’hanno sicuramente in ordine, perfetta, ineccepibile e già pronta». E così, in piena estate, con il Numero Verde dell’INPS intasato, centinaia di persone allettate, con gravissime disabilità, lesionati spinali da decenni, poliomielitici, persone con sindrome di Down, distrofici, hanno ricevuto la raccomandata che annuncia il controllo. «Segno che nessuna campionatura seria è stata fatta – commenta ancora Barbieri – e questo è da una parte un grave disagio per i Cittadini, dall’altra uno spreco per l’erario». Senza dimenticare che la fretta di chiudere entro l’anno le prime 100.000 verifiche porterà ad effettuare il grosso dei controlli solo sulla documentazione inviata, riducendo al minimo le visite sulle persone e che il costo dei 488 medici – presumibilmente con scarsa esperienza di disabilità – per i quali l’INPS ha pubblicato un bando in fretta e furia, sarà di circa 14 milioni di euro. Per coprire quella spesa, bisognerà scoprire almeno 2.500 falsi invalidi con indennità di accompagnamento…

Controlli INPS: ma siamo ancora in un Paese civile?

Nessuno contesta il diritto teorico di verificare la persistenza dei requisiti che hanno portato, negli anni passati, una regolare commissione medica, onesta fino a prova contraria, a certificare una percentuale di invalidità tale da comportare l’attribuzione di un beneficio economico, pensione, assegno, o indennità di accompagnamento. Ma questo controllo, va ricordato con forza, è finalizzato esclusivamente a smascherare falsi invalidi, ossia persone che stanno truffando lo Stato perché sono state aiutate, in questa truffa, da medici compiacenti o collusi, o corrotti. E invece, in questi giorni, dopo l’approvazione della manovra economica, stanno arrivando raffiche di raccomandate a disabili veri (anzi verissimi), creando situazioni che vanno ben oltre il grottesco. Non è il caso di rivedere le modalità di quei controlli, discutendolo ad esempio con le associazioni che hanno dimostrato di conoscere bene quale sia la situazione reale delle famiglie e delle persone con disabilità? Parliamone

Lazio: il problema della compartecipazione non dovrà riguardare le famiglie

Lo ha dichiarato qualche giorno fa il subcommissario ad acta per la Sanità del Lazio, nel corso di un confronto tra le Istituzioni Regionali con le associazioni, riguardante quel Decreto assai discusso, emanato alla fine del 2009, che aveva sancito una compartecipazione alla spesa per le attività riabilitative erogate alle persone con disabilità in regime residenziale o semiresidenziale, provvedimento che ha creato un diffuso allarme all’interno di famiglie già colpite da un forte rischio di impoverimento. Si tratterebbe dunque di una prima buona notizia per gli utenti e i loro familiari, dopo mesi di polemiche e preoccupazioni

Tempo di retromarce: e sui bambini con disabilità sono sempre assai gradite!

Dunque la Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia – dopo le pressioni dell’opposizione e la mobilitazione di numerose associazioni che si occupano dei diritti delle persone con disabilità – ha fatto marcia indietro, eliminando quella norma secondo la quale agli interventi e ai servizi del sistema integrato avevano diritto di accedere solo i cittadini comunitari residenti in Regione da almeno trentasei mesi. In particolare il fatto era stato denunciato da una famiglia di Pordenone, di origine egiziana, che si era vista negare l’assistenza al proprio figlio minore con sindrome di Down. Una vittoria della ragione e un ulteriore importante segnale – in questa “calda” estate del 2010 – che uniti si può anche vincere contro proposte inique e discriminatorie

Lo stress del ministro Tremonti

Ad altro non si può pensare, infatti, di fronte a un ministro dell’Economia che dichiara pubblicamente «se le Regioni ci ridanno la delega per i controlli sulle pensioni d’invalidità, siamo assolutamente d’accordo», quando in ambito di invalidità, negli ultimi dieci anni, lo Stato ha accentrato sempre più le competenze, togliendole o non delegandole alle Regioni? Una puntuale e appropriata denuncia da parte della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)

Un nuovo punto di riferimento per la giurisprudenza sulla disabilità

Consisterà principalmente in un portale di internet – che raccoglierà e organizzerà la giurisprudenza delle magistrature italiane in tema di disabilità – il Progetto Jusabili.org, che verrà presentato il 28 giugno a Caserta. Con tale iniziativa, sviluppata dalla locale Lega Problemi Handicappati (LPH), in collaborazione con altre associazioni locali, si punta a sviluppare un punto di riferimento nazionale, al pari di altri siti di servizio o di diffusione della cultura dell’inclusione e delle buone prassi

Al supermercato solo dati essenziali

E niente copia del verbale di invalidità – da parte delle persone disabili – per ottenere la consegna gratuita della spesa a domicilio. Le copie, anzi, dei verbali già acquisite dovranno essere distrutte. Lo ha stabilito il Garante per la Privacy, affrontando il caso di una cliente con disabilità e decidendo che d’ora in poi, per ottenere la spesa gratuita a domicilio, sarà sufficiente esibire una sola volta un documento quale la tessera di esenzione dal ticket sanitario, quella di invalidità civile o quella per il trasporto pubblico gratuito

Perché quella proposta è limitata solo all’età pediatrica?

La domanda proviene dalle “Mamme H”, gruppo di madri che hanno un figlio o una figlia con varia disabilità, nel leggere il testo del Disegno di Legge n. 2090, denominato “Disposizioni a sostegno delle famiglie con bambini affetti da malattie rare”. E così si rivolgono direttamente alla senatrice Dorina Bianchi, prima firmataria di quel testo – oltre che alla Commissione Sanità del Senato – per ricordare che non tutte le Malattie Rare hanno un epilogo tragico prima della maggiore età e che anzi, al raggiungimento di quest’ultima, le problematiche non diminuiscono di certo, ma si moltiplicano

Donne: pensionamento e lavoro di cura

La condizione di chi svolge lavori di cura e assistenza, senza percepire alcun compenso economico, non è nota a tutti. Pertanto a qualcuno potrebbe sfuggire che – se non verranno predisposti adeguati strumenti di conciliazione e non verranno potenziati i servizi pubblici per le famiglie – innalzare l’età pensionabile delle donne a 65 anni potrebbe tradursi in un ulteriore inasprimento dei ritmi di vita delle donne interessate dal provvedimento. E la cosa rischia di avere effetti particolarmente drammatici ad esempio per le madri di figli disabili gravi e gravissimi. In ogni caso, sino a quando lo Stato continuerà a trattare la disabilità (e più in generale la non autosufficienza) come “faccenda privata” della persona e la cura come questione privata della famiglia (della donna), sarà ben difficile andare oltre il “non morire”

Quella Legge del Friuli Venezia Giulia ha dimenticato le Convenzioni ONU

Vi è infatti una norma della Regione Friuli Venezia Giulia che prescrive come «agli interventi e ai servizi del sistema integrato» abbiano diritto di accedere solo «i cittadini comunitari residenti in regione da almeno trentasei mesi», mentre a quelli extracomunitari vengono garantite solo le prestazioni assistenziali di carattere statale e comunitario. Questo però discrimina in maniera evidente le persone con disabilità, per le quali, e in particolar modo per i minori, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità prescrive pari trattamenti, senza dimenticare nemmeno la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e delle Loro Famiglie

Non chiedo mica la luna!

Perché un genitore dalla vita già abbastanza complicata deve anche perdere mezza giornata di permesso per riscuotere il mandato dell’indennità mensile di frequenza del figlio con disabilità? Secondo l’INPS la situazione sarebbe sanabile, ma dovrebbe essere proprio l’Istituto Previdenziale a muoversi, perché le banche non possono disporre un accredito quando non vi è coincidenza tra titolare del conto corrente e minore invalido. Ma è proprio così difficile eliminare questo inutile disagio? In fondo non si chiede mica la luna…

La protezione e la tutela delle persone prive di autonomia

Sarà centrato sulla figura dell’amministratore di sostegno, della quale verranno trattati i più vari aspetti, il convegno dell’11 giugno a Senigallia (Ancona), promosso dal Servizio Politiche Sociali della Regione Marche. L’iniziativa, che potrà contare sul prezioso apporto di alcuni autorevoli esperti del settore, si rivolge a operatori, familiari e a volontari in particolare

Sono discriminatorie quelle Linee Guida sui trapianti

Si tratta delle “Linee Guida per la valutazione e l’assistenza psicologica in area donazione-trapianto”, approvate dalla Regione Veneto nel marzo del 2009, documento pregevole per molti aspetti che tuttavia, analizzandone con attenzione il testo, esclude alcune persone dalla possibilità del trapianto, sulla base della loro disabilità. E ciò contrasta pesantemente sia con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sia con la Legge 67/06 che fissa misure di tutela giudiziaria per le persone con disabilità vittime di discriminazioni. Una questione che sta suscitando, in questi giorni, vivaci polemiche anche da parte di numerose Associazioni

Niente discriminazioni tra stranieri e italiani per l’assegno d’invalidità

Quando si tratta infatti di una provvidenza destinata a garantire il sostentamento minimo della persona (e non semplicemente a integrarne il reddito), qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato – fondato su requisiti diversi dalle condizioni soggettive – contrasta con il principio sancito dall’articolo 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, per come esso viene interpretato dalla Corte di Strasburgo. Lo ha sancito la Corte Costituzionale nei giorni scorsi, dichiarando l’illegittimità di un articolo della Legge 388 del 2000

Manovra correttiva e persone con disabilità: un’analisi

Nonostante non sia ancora stato pubblicato il testo ufficiale della Manovra Finanziaria Correttiva approvata il 25 maggio scorso, tentiamo una prima analisi – pur passibile di modifiche nelle prossime ore e nei prossimi giorni – rivolta segnatamente all’articolo 10 del Decreto Legge (“Riduzione della spesa in materia di invalidità”), che tanto sta facendo discutere. Assegno mensile, revisioni, responsabilità penale dei medici, falsi invalidi e scuola, i temi da noi affrontati

La sordocecità riconosciuta come disabilità specifica

La lunga battaglia condotta principalmente dalla Lega del Filo d’Oro, per il riconoscimento della sordocecità quale disabilità unica e specifica, diversa dalla “semplice” somma di sordità e cecità, ottiene finalmente il risultato sperato, con l’approvazione della Proposta di Legge che recepisce la Dichiarazione scritta prodotta nel 2004 dal Parlamento Europeo. «Si tratta – commentano i rappresentanti della Lega del Filo d’Oro – di un risultato importantissimo che consentirà una maggiore salvaguardia dei diritti delle persone sordocieche, favorendo per loro pari opportunità e una migliore qualità di vita»