Le famiglie della Sardegna costituiscono un comitato per l’integrazione

Un’iniziativa motivata dalla preoccupazione delle famiglie stesse di fronte ai pesanti tagli riguardanti tutto il comparto della scuola. Se ne fa portavoce l’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi) che ha promosso appunto anche la nascita di un Comitato di familiari per l’attuazione dell’integrazione scolastica in Sardegna e che il 5 maggio prossimo sarà a Roma per partecipare alla Consulta dell’Osservatorio Ministeriale che si occupa di tali questioni

Banchi vuoti in un'aula scolastica«I pesanti tagli a tutto il comparto scuola di cui si discute in questi giorni preoccupano e allarmano le famiglie degli alunni con disabilità. Nella nostra isola, ad esempio, si parla di circa 1.800 cattedre in meno e 520 in meno per il sostegno rispetto allo scorso anno».
La denuncia proviene dall’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi), che proprio da questo messaggio intende partire per far sentire con forza la propria voce e tutelare il diritto allo studio degli alunni con disabilità.

«Già quest’anno – dichiara Francesca Palmas, responsabile per il settore della scuola dell’ABC Sardegna – il rapporto 1:2 (1 insegnante di sostegno ogni 2 alunni) imposto dalla Finanziaria 2008 ha creato enormi disagi perché non ha rispettato in molte situazioni le reali esigenze espresse nei progetti personalizzati di molti alunni, specie quelli più gravi. Tanto che alcune famiglie anche quest’anno si sono appellate prima al TAR e poi addirittura al Consiglio di Stato per ottenere il diritto al sostegno pieno per i loro figli, con tutta la fatica che questo comporta. In tal senso è recente la notizia di una sentenza del 24 febbraio scorso che chiaramente parla di “pieno soddisfacimento di attente valutazioni caso per caso e delle effettive esigenze rivelate”, ribaltando una precedente decisione del TAR Sardegna e accogliendo le istanze di tre alunni sardi. Purtroppo quello dei tribunali  sembra ormai il luogo da cui ripartire per costruire l’integrazione!» (sulla questione si legga anche, sempre nel nostro sito, un articolo dedicato a un’altra Sentenza del TAR di Genova, disponibile cliccando qui).

«Inoltre, i tagli – continua Palmas – includono anche l’accorpamento di scuole (pensiamo a quelle dei piccoli Comuni) e la concentrazione di alunni per classe, che non avrà più un tetto massimo per legge come stabilito finora. Infatti, pur prevedendo il nuovo regolamento del ministro Gelmini un tetto massimo per gli alunni stranieri – criterio ragionevole perché mira alla tutela della qualità  dell’insegnamento e dell’integrazione – ciò non riguarda invece gli alunni con disabilità e le associazioni se ne chiedono il perché, anche pensando alla loro dura opposizione».
«La nostra esperienza – sottolinea dal canto suo Luisanna Frau, neopresidente dell’ABC Sardegna – è che i nostri figli sono una risorsa per la scuola e che la qualità dell’integrazione fa la qualità della scuola stessa; alcuni dei nostri ragazzi oggi conseguono il diploma e frequentano con successo l’università, segno che l’inclusione è possibile quando si lavora con le giuste risorse e la collaborazione di tutti, in primo luogo della famiglia».

«In occasione di un convegno da noi promosso nel novembre scorso – informa Palmas in conclusione – sul tema Buone prassi e Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Sociale sanità e scuola un cambiamento che ci riguarda, abbiamo costituito un Comitato di familiari per l’attuazione dell’integrazione scolastica in Sardegna cui aderiscono già varie associazioni e singole famiglie. E il 5 maggio saremo a Roma, convocati dal Ministero dell’Istruzione, per la Consulta dell’Osservatorio Ministeriale sull’Integrazione Scolastica, della quale siamo membri sin dal 2000». (S.B.)

 

Per ulteriori informazioni: ABC Sardegna, tel. 070 401010 – 488222, abc@abcsardegna.org.
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