Resta un miraggio l’accessibilità ad Ancona

Negozi, banche, bagni pubblici, uffici postali, capolinea degli autobus: non è certo confortante la situazione delle barriere architettoniche ad Ancona, il bel capoluogo delle Marche, dove però la cultura dell’accessibilità sembra proprio stentare a farsi strada, come documenta una piccola, recente inchiesta, sorta di “anatomia” di varie zone della città, condotta da due associazioni locali

Entrata di un negozio ad Ancona

“Entrata libera” all’ingresso di un negozio di Ancona: ma per chi? (ci scusiamo per la cattiva qualità delle immagini qui riprodotte)

Dopo il sondaggio curato ad Ancona circa cinque anni fa, dalle Associazioni Centro H e ANGLAT Marche (Associazione Nazionale Guida Legislazione Andicappati Trasporti), si sperava che fosse stata reperita e migliorata la possibilità di trovare una città a misura di tutti. Invece, a quanto risulta da una nuova, nostra piccola inchiesta vediamo che niente è cambiato, anzi…

È avvilente, ad esempio, che l’80% e più dei negozi della nostra città non siano accessibili a chi deve muoversi con una carrozzina. È inverosimile, infatti, che se una persona non ha l’uso degli arti inferiori – perché è poi questo un disabile motorio – non possa entrare nella maggior parte dei negozi, come fanno tutti. Senza contare quelli dove l’entrata è perfetta, ma dentro ci sono degli scalini.
Nei negozi entrano persone di ogni genere, ma il disabile in carrozzina no. E non è discriminazione, questa? Certo, non c’è un cartello fuori che dice “vietato entrare a chi non può camminare e si muove con quattro  ruote”, in effetti non ne ho mai visti, ma questo vuol dire poco o nulla, il risultato è uguale. Se non fai niente per agevolare l’entrata di un disabile è come dirgli di non entrare. E possiamo fare anche dell’amara ironia, ad esempio sul cartello esposto in quel negozio (“Entrata libera”), con uno scalino di venti centimetri. Non sembra una presa in giro?
Se in un negozio trovassimo un cartello con la scritta “Vietata l’entrata a una qualsiasi etnia”, giustamente ci sarebbe una rivolta cittadina, si parlerebbe di razzismo non accettabile. Sembra invece non importi niente a nessuno se decine di persone sono costrette a rimanere fuori dai negozi, a chiamare la commessa per farla uscire e per chiederle informazioni, a dover aspettare fuori se la propria compagna o il proprio compagno è a far spese in un negozio inaccessibile per il disabile in carrozzina. Rimane fuori come si lascia un cagnolino, anche se spesso pure loro possono entrare.
Siamo ormai assuefatti a tutto questo che ci sembra normale, ma che normale non è per niente. La normalità sarebbe la completa accessibilità di ogni struttura per qualsiasi genere di persone.
Quanto agli scivoli da sistemare sui marciapiedi esterni al negozio, “non si possono fare”, “possono essere pericolosi”, mentre abbattere lo scalino creando scivoli interni sarebbe costoso per il padrone del negozio. Va bene. E acquistare scivoli pieghevoli da mettere in caso di bisogno?…
Allora, cari negozianti, o esponete un cartello in cui scrivete che un disabile in carrozzina non può entrare – e spendere – nel vostro negozio, oppure trovate il modo di fare entrare tutti. Senza poi lamentatevi, per altro, se i disabili vanno ad acquistare negli esercizi fuori città, dove non ci sono barriere.
Esempio “fresco” di questi giorni: in Corso Garibaldi viene ristrutturato un negozio, di fronte alla Galleria Dorica e viene rifatto anche il pavimento. Ma nessuno ha pensato di togliere lo scalino e fare uno scivolo? L’Ufficio Tecnico del Comune non ha visto il progetto? Non va a controllare?

Un altro problema è dato dai bagni pubblici di Piazza Roma, dove da anni la pedana non funziona, ciò che a nessuno sembra essere mai importato. Certo, le scale, per i normodotati ci sono, ma per le persone in carrozzina che problema c’è? Vorrà dire che metteranno il pannolone!
E pensare che alle Torrette [Ospedale di Ancona, N.d.R.], al sottopassaggio e all’ex Ufficio Postale di Via Marconi, ci sono due pedane con relativi binari, mai usate, lasciate ad arrugginire dalle intemperie… Tanto le abbiamo pagate noi Cittadini con le tasse, mica gli Amministratori! Senza considerare un’altra pedana in Comune, anch’essa mai adoperata, nuova di zecca. Non si poteva utilizzarla nei bagni di Piazza Roma?

Un altro capitolo riguarda poi le banche, molte delle quali hanno degli scivoli per entrare. Per ritirare i soldi al Bancomat, però, evitando inutili code, in genere si devono fare uno o due scalini… Succede anche in una banca ristrutturata pochi mesi fa. Ma chi ha dato l’autorizzazione a quel progetto? Non sanno ancora che ci sono leggi e normative riguardanti le barriere architettoniche?
E comunque non è l’unico caso. Basta infatti fare un giro in città, per vedere che di situazioni del genere ce ne sono tantissime. In compenso, ci chiedono di versare i nostri risparmi o le pensioni nei loro istituti di credito….

Ausilio pubblico arrugginito ad Ancona

E gli ausili pubblici vengono lasciati ad arrugginire…

E ancora, ho visto che è in corso la ristrutturazione delle Poste Centrali. Speriamo che questa volta si sia pensato a una possibilità per fare entrare anche noi disabili e di non usare, come in passato, una specie di montacarichi.
Cosa vogliamo dire, poi, del capolinea dell’autobus di Piazza Ugo Bassi? Sono mesi che a causa dello sbancamento del selciato, una fermata è stata chiusa, e anche questa è una limitazione di libertà per gli utenti che pagano il servizio e non sono in grado di usufruirne completamente. È pur vero che il Comune non ha i soldi, ma l’Azienda Conero Bus, invece di sprecare fondi nel rifare i cartelli per le fermate, dove serve una lente di ingrandimento per leggere le destinazioni, non poteva aggiustare rapidamente quel selciato?

Infine, due parole sui posti auto riservati ai disabili. Qui mi sento in dovere di ringraziare la Polizia Municipale per l’ottimo lavoro che sta svolgendo nel reprimere gli abusi. Vorrei per altro consigliare di abbinare i permessi al registro dell’anagrafe sia per i decessi, sia controllando anche i permessi temporanei.
So infine che ci sono pochi agenti municipali per controllare tutti i permessi e so che per i controlli sono stati incaricati gli Ausiliari. Ma vorrei sapere anche perché vicino all’Ufficio Postale di Piazza Rosselli, ci siano due posti riservati alla sosta dei disabili, sempre occupati da altre auto.

Detto tutto ciò, vorrei infine chiedere al Comune di Ancona di chi sia stata l’idea di rimuovere l’ingegner Marco Tittarelli, esperto consulente sulle barriere architettoniche, che era stato scelto dalle associazioni di persone con disabilità, e che ci garantiva l’applicazione delle leggi sull’eliminazione delle barriere. Che a qualcuno desse fastidio proprio questo?

Presidente dell’Associazione Centro H di Ancona e Delegato dell’ANGLAT Marche (Associazione Nazionale Guida Legislazione Andicappati Trasporti).

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