La Regione Sardegna risponde alla protesta

Un’assistenza più adeguata e il rispetto della dignità, hanno chiesto una serie di persone con gravi disabilità della Sardegna, protestando duramente, da alcuni giorni, per la mancata applicazione di provvedimenti già adottati e per i gravi ritardi nell’erogazione dei finanziamenti. E le risposte della Regione, oltre a far cessare un’azione rischiosa per la salute, sembrano essere positive

Salvatore Usala e Marco Espa, Cagliari, 29 aprile 2013

Salvatore Usala, insieme al consigliere regionale Marco Espa, durante la protesta alla Regione Sardegna

Dieci ore di presidio e di incontri presso l’Assessorato della Regione Sardegna all’Igiene, alla Sanità e all’Assistenza Sociale hanno portato innanzitutto alla cessazione di una protesta assai rischiosa per la salute di Salvatore Usala, segretario dell’Associazione Viva la Vita Sardegna e di altre persone con gravi disabilità. E anche i risultati ottenuti – dei quali approfondiremo nei prossimi giorni i contenuti -, a una prima lettura del verbale prodotto dalle stesse persone con disabilità, insieme alla Regione, vanno certamente ritenuti come positivi.

Come abbiamo riferito nei giorni scorsi, tre erano sostanzialmente le questioni denunciate da Salvatore Usala – al quale era andato anche il pieno sostegno del consigliere regionale Marco Espa – riguardanti innanzitutto il progetto regionale Riconoscimento del lavoro di cura del familiare – Caregiver e integrazione dell’assistenza domiciliare in favore dei malati di SLA della Sardegna, approvato con la Deliberazione di Giunta 49/14 del 7 dicembre 2011, la cui applicazione – aveva sottolineato Usala – è tuttora frutto di un «inaccettabile rinvio».
Quindi, i ritardi di tre mesi con i quali i Comuni – ricevendo a loro volta con ritardo i finanziamenti – rimborsano i contributi derivanti dalla Legge 162/98 (progetti di Vita Indipendente) e dal progetto regionale Ritornare a casa (rivolto a persone a forte rischio di ricovero in strutture residenziali a carattere sociale e/o sanitario), «fondi che non rientrano nel Patto di Stabilità», aveva ricordato il Segretario di Viva la Vita Sardegna.
Infine, il progetto sperimentale Assistenza domiciliare infermieristica e familiare, presentato nel 2012 dalla stessa Associazione Viva la Vita Sardegna, nell’àmbito dell’ASL 8, destinato a «tutti i malati di patologie degenerative progressive con tetraparesi, ai portatori di tracheostomia, in ventilazione meccanica ore 24 su 24, o in casi di coma», un documento di cui si era chiesta una rapida approvazione, sottolineando anche che esso produrrebbe «risparmi consistenti» alla Sanità Regionale».

Ebbene, a quanto sembra, sui primi due punti la Regione – come si legge nel verbale prodotto al termine degli incontri del 29 aprile – «ritiene di poter condividerne le istanze», sia rispetto alla «decorrenza dei progetti care giver», sia per «i tempi di erogazione delle risorse per il programma “ritornare a casa”», valutando anche l’opportunità, sulla seconda questione, di avviare un tavolo tecnico con l’ANCI (Associazione Nazionale Comune Italiani).
Riguardo infine al progetto sperimentale proposto da Viva la Vita Sardegna, se ne è garantita un’ampia valutazione, «con l’obiettivo – scrive ancora il verbale – di sposare appieno i princìpi ispiratori» dello stesso. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: vivalavitasardegna@tiscali.it.

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