I piccoli e grandi insegnamenti delle persone con autismo

«Essere orgogliosi di quello che le persone autistiche mostrano ogni giorno di poter imparare e dei piccoli e grandi insegnamenti che ci comunicano con il loro esempio»: così l’Associazione Spazio Asperger ha fissato alcuni concetti alla base della “Giornata Mondiale dell’Orgoglio Autistico” del 18 giugno scorso, durante un convegno di tre giorni a Roma, in cui si è tentato di realizzare il commubio “Cuore-Mente”

Giugno 2014, Roma: convegno "Tutti i colori dello spettro", organizzato da Spazio Asperger

Un’immagine del convegno organizzato a Roma dall’Associazione Spazio Asperger

Il 18 giugno scorso è stata la “Giornata Mondiale dell’Orgoglio Autistico” (Autistic Pride Day*), evento che potrebbe anche indurre qualcuno a chiedersi «Cosa c’è di cui essere orgogliosi nell’autismo?». L’Associazione Spazio Asperger ha provato a dare una risposta a una domanda così complessa nel corso di un convegno tenutosi a Roma, dal 13 al 15 giugno, dal titolo Tutti i colori dello spettro – Nuove prospettive di intervento per la nuova definizione diagnostica di spettro autistico [se ne legga anche la presentazione in questo stesso giornale, N.d.R.].
Nel corso di quelle tre giornate si sono tenute circa ventidue ore di formazione cui hanno partecipato altrettanti relatori, italiani e stranieri, psichiatri, psicologi, pedagogisti, logopedisti, giuristi e neuropsichiatri infantili. E tra i cento corsisti, oltre alle diverse categorie professionali, vi erano soprattutto tanti genitori e quasi il venti per cento di persone nello spettro autistico, “venute come tutti gli altri”, senza “accessi speciali”, senza discriminazioni. Persone venute perché interessate ad imparare, come tutti.

I relatori hanno spaziato su tutto lo spettro, dal basso all’altissimo funzionamento, dalla gravidanza all’età adulta, dalle ricerche nel campo delle neuroscienze e dell’epigenetica, alle terapie delle comorbidità psichiatriche, fino alle difficoltà di inclusione scolastica, sociale e legale. E ne hanno parlato con rispetto, ma senza nascondere nulla, così come le persone autistiche in sala hanno sorvolato senza problemi sull’uso sporadico di qualche parola non “politicamente corretta, dettata dalle memorie del passato”.
Come è stato ribadito da Davide Moscone, presidente di Spazio Asperger, «essere Asperger o autistico significa essere diverso, non meglio, non peggio. Solo diverso. Percepire, sentire e pensare il mondo in un modo unico, che non è più giusto o più sbagliato. Sapere che bisogna imparare in primo luogo a comunicare e poi sforzarsi di prendere la prospettiva degli altri, ma che giustamente bisogna chiedere reciprocità, in entrambi i sensi».

Se durante le ore diurne del convegno, l’argomento è stato trattato in maniera tecnica dai professionisti, facendo parlare la ragione, la sera, invece, si è passati a far parlare le emozioni, con lo spettacolo teatrale Temple Grandin: il mondo ha bisogno di tutti i tipi di menti, ispirato alla celebre zoologa americana con autismo, famosa per avere inventato la cosiddetta “macchina degli abbracci” e per avere rivoluzionato le pratiche per il trattamento degli animali negli allevamenti di bestiame.
Ci sono stati quindi momenti per il Cuore, momenti per la Mente e momenti di Cuore e Mente, che non è stato facile o necessario separare. Parlare infatti al cuore delle persone mantenendo il rigore scientifico non è semplice, così come non è facile far parlare tra loro professionisti di formazioni, scuole e pensieri diversi.
Il convegno – nel rispetto, ma soprattutto con la partecipazione attiva della community di persone autistiche – ha cercato di realizzare proprio questo connubio Cuore-Mente e l’obiettivo non era la normalizzazione, ma quello di permettere alle persone autistiche di scegliere e di capire cosa e come fare ciò che è importante per loro.
Ecco allora, riassunto nelle parole di David Vagni, vicepresidente di Spazio Asperger, il pensiero di che cosa sia l’“orgoglio autistico”: «Essere orgoglioso non di quello che le persone autistiche sono, ma di quello che mostrano ogni giorno di poter imparare. Della capacità di non arrendersi mai, di affrontare il terrore del cambiamento con coraggio. Dei piccoli e grandi insegnamenti che ogni giorno ci comunicano con il loro esempio».

In sostanza, il più grande contributo della tre giorni di Roma è stato quello di avere creato, insieme all’aiuto delle persone autistiche, una “casa” che ha le porte aperte verso l’esterno e che le accoglie al proprio interno. (Rocchina Ceglia)

*L’Autistic Pride Day (Giornata dell’Orgoglio Autistico) è nato per volontà del Gruppo AFF (Aspies For Freedom), come campagna di solidarietà e sensibilizzazione, per far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza sul movimento per i diritti delle persone con disturbi dello spettro autistico. Il termine Aspies fa naturalmente riferimento alle persone con sndrome di Asperger, ma il Gruppo AFF guarda a tutti i disturbi dello spettro autistico.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@spazioasperger.it.

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