Ci saranno veramente nuove prospettive di lavoro?

Ci saranno davvero nuove e concrete prospettive per le persone con disabilità, dopo che undici grandi multinazionali sono state le prime firmatarie della Carta per l’Inclusione nel Lavoro delle Persone con Disabilità (“Business Charter on Disability”), prodotta recentemente a Ginevrà, nell’àmbito dell’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro? E quella strada verrà realmente percorsa dalle aziende che hanno deciso di intraprenderla?

Due omini con una valigetta, che si stringono la manoQuali prospettive concrete potranno derivare alle persone con disabilità dal fatto che undici grandi multinazionali siano state le prime firmatarie della Carta per l’Inclusione nel Lavoro delle Persone con Disabilità (Business Charter on Disability), prodotta recentemente a Ginevrà nell’àmbito dell’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (International Labour Organization)?
Non potremo far altro che guardare con attenzione a questo impegno, condividendo anche quanto espresso nel suo blog da Elena Improta, consigliere del II Municipio di Roma, in un testo significativamente intitolato Le multinazionali per i disabili. Sulla carta. Per ora, auspicando cioè «che la strada segnata sia anche sostenibile e percorsa e che funzioni lo strumento di autovalutazione che permette alle aziende di valutare quanto bene stanno facendo in materia di disabilità».

In sostanza, la Carta sottoscritta a Ginevra esprime la volontà di promuovere l’occupazione delle persone con disabilità in tutto il mondo e affronta una vasta gamma di temi, dalla protezione del personale con disabilità da ogni forma di discriminazione, alla trasformazione dei luoghi di lavoro in senso accessibile per tutti i dipendenti con disabilità.
Per l’occasione, Guy Ryder, direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha dichiarato che «assumere persone con disabilità non è solo una buona causa morale, ma è anche un vantaggio per il business», ricordando poi che «la mancanza di pari opportunità di lavoro per le persone con disabilità spesso determina povertà ed esclusione sociale» e sottolineando che «i primi firmatari della Carta contribuiranno a diffondere questo messaggio semplice ma essenziale e potranno anche dare un contributo alla realizzazione molti obiettivi dell’ Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile». Un’Agenda che, lo ricordiamo, comprende anche – finalmente – molti temi direttamente legati ai diritti delle persone con disabilità, come abbiamo ampiamente riferito in questi mesi. (S.B.)

Ringraziamo Sandro Paramatti per la collaborazione.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ILO (International Labour Organization) è l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne. I suoi principali obiettivi sono: promuovere i diritti dei lavoratori, incoraggiare l’occupazione in condizioni dignitose, migliorare la protezione sociale e rafforzare il dialogo sulle problematiche del lavoro.
Si tratta dell’unica Agenzia delle Nazioni Unite con una struttura tripartita: i rappresentanti dei governi, degli imprenditori e dei lavoratori determinano infatti, congiuntamente, le politiche ed i programmi dell’Organizzazione.
Le undici multinazionali che hanno sottoscritto la Carta per l’Inclusione nel Lavoro delle Persone con Disabilità sono: Accenture, Accorhotels, Adecco, AXA Group, Carrefour, Dow Chemical, Groupe Casino, L’Oréal, Orange, Standard Bank e Michelin.

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