Ripartire dalla terra per nuovi futuri professionali

Rinascita professionale e piena autonomia di vita per una serie di giovani in condizioni di difficoltà personale, economica e lavorativa, tra i quali anche persone con disabilità: nasce per questo, a Rivalta di Reggio Emilia, la Cooperativa Sociale La Buona Terra, che verrà inaugurata il 14 maggio, e che punterà sull’agricoltura sociale, per creare nuovi spazi lavorativi in un settore come quello biologico sempre più in crescita nel nostro Paese

Cooperativa Sociale La Buona Terra di Rivalta di Reggio Emilia

La sede della nuova Cooperativa Sociale La Buona Terra di Rivalta di Reggio Emilia

Dalla “buona terra” i frutti di un progetto cooperativo per il riscatto sociale: agricoltura biologica a chilometro zero per giovani in difficoltà.
Nasce su queste basi a Rivalta, frazione di Reggio Emilia, la Cooperativa Sociale denominata appunto La Buona Terra, nuova realtà che intende puntare sull’agricoltura sociale per creare nuovi spazi lavorativi in un settore come quello biologico sempre più in crescita nel nostro Paese, che verrà inaugurata sabato 14 maggio, presentando il proprio progetto sintetizzabile così: da giovani svantaggiati in cerca di occupazione a imprenditori agricoli, ovvero ripartire dalla terra per costruire nuovi futuri professionali.

«L’agricoltura sociale – spiega Tania Incerti, presidente della Buona Terra – è una pratica di sviluppo locale sostenibile socialmente, economicamente ed ecologicamente. In quanto parte dell’agricoltura multifunzionale, essa può offrire un’ampia gamma di servizi finalizzata a perseguire il benessere dell’intera cittadinanza e a rispondere a un più ampio bisogno di politiche di welfare. La nostra Cooperativa vuole offrire ai giovani in condizioni di particolare disagio socio-economico una concreta opportunità di inserimento lavorativo, attraverso percorsi specializzati di crescita personale in un contesto formativo green ed ecosostenibile. L’obiettivo è sostanzialmente quello di creare uno spazio di orticoltura interamente biologico, riqualificando un’area agricola che abbiamo già preso in gestione a Rivalta di Reggio Emilia, per la commercializzazione in filiera corta al pubblico di prodotti stagionali a chilometro zero e il recupero di una grande varietà di ortaggi antichi».

«Il progetto – prosegue Incerti – è strutturato per accogliere otto giovani beneficiari in condizioni di difficoltà personale, economica e lavorativa (persone con disabilità, donne e uomini, richiedenti asilo), che saranno formati e inseriti in Cooperativa attraverso tirocini esperienziali della durata variabile da tre a sei mesi ciascuno. Lo staff educativo si occuperà di creare dei percorsi individuali di autonomia personale, che porteranno i giovani candidati a diventare diretti protagonisti del loro riscatto sociale, acquisendo tutte quelle conoscenze scientifiche necessarie per la coltivazione del terreno e la gestione di un’impresa agricola». «Abbiamo scelto il nome La Buona Terra – conclude – perché sull’insegnamento evangelico della Parabola del Seminatore vorremo che questa nuova attività sociale portasse frutto, soprattutto per i beneficiari del progetto, in un’ottica di rinascita professionale e di sviluppo di un cammino verso la piena autonomia di vita».

L’inaugurazione della nuova Cooperativa, come detto, è in programma per sabato 14 maggio (Via Sant’Ambrogio, 22, Rivalta di Reggio Emilia, ore 11), con l’intervento – oltreché della citata Tania Incerti – di Lino Orlandini, presidente della Cooperativa Sociale Madre Teresa, Matteo Caramaschi, presidente di Confcooperative Reggio Emilia, Matteo Sassi, vicesindaco di Reggio Emilia, Adriano Tomba, segretario generale della Fondazione Cattolica Assicurazioni e Riccardo Zucco, presidente del Rotary di Reggio Emilia.
Per l’occasione, dopo la presentazione del progetto, è prevista la “posa della prima pianta” e un aperitivo a cura del Laboratorio Mani in Pasta. (A.S. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alberto Sabatini (albertosabatini@live.it).

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