Persone con disabilità visiva e manovre di primo soccorso

«Iniziative di questo genere aiutano a ribaltare alcuni stereotipi: la persona con disabilità, cioè colui che ha bisogno di aiuto, può, alla prova dei fatti, essere di grande aiuto agli altri». Così Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), commenta con soddisfazione, auspicando che sia solo l’inizio di un lungo cammino, il corso di rianimazione cardio-polmonare e uso del defribillatore, organizzato assieme agli operatori del 118, che ha coinvolto quindici persone cieche o ipovedenti

Realizzazione grafica con omino che presta manovra di primo soccorso ad altro ominoIn una situazione di emergenza anche una persona con disabilità visiva, se adeguatamente formata, può essere di grande aiuto e contribuire a salvare una vita: nasce da questa consapevolezza il corso di rianimazione cardio-polmonare e uso del defibrillatore che si è svolto nei giorni scorsi a Torino e che ha coinvolto quindici persone cieche e ipovedenti.
La proposta – una tra le prime di questo genere a livello nazionale – è nata dalla collaborazione fra l’UICI di Torino (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), in particolare attraverso l’IRIFOR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), e il Sistema Emergenza Urgenza del 118 Piemonte.

Durante tale preziosa esperienza, svoltasi presso i locali della stessa UICI torinese, i partecipanti con disabilità visiva sono stati formati da uno staff di medici e infermieri del 118. Hanno potuto apprendere e sperimentare in prima persona – soprattutto con l’ausilio di manichini – alcune tra le più importanti manovre salvavita, dal massaggio cardiaco ai procedimenti per la disostruzione delle vie aeree. Una parte del corso, poi, è stata dedicata all’uso del defibrillatore. Con le dovute precauzioni, infatti, questo strumento può essere adoperato anche da chi non vede o vede poco, poiché è dotato di una voce sintetica che guida l’utente nei diversi stadi d’intervento.
Come hanno rilevato gli stessi formatori, tutto si è svolto con grande naturalezza, grazie anche alle notevoli abilità manuali sviluppate dalle persone con disabilità visiva.

«Per i nostri istruttori – dichiara Ciriaco Persichilli, direttore facente funzione del Sistema di Emergenza Territoriale 118 – si è trattato di un momento formativo, di alta professionalità e di confronto sulle problematiche del cittadino “fragile”. Auspico dunque che non ci si fermi a un evento singolo, ma che questo sia solo l’inizio di un percorso a trecentosessanta gradi con il mondo dell’emergenza. Questo testimonia la sensibilità e l’apertura dei sistemi di emergenza su tutto il mondo delle fragilità e sarà sempre più importante nella gestione di una sanità rivolta al futuro».
«Siamo particolarmente contenti della collaborazione – sottolinea dal canto suo Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino – ritenendo che iniziative di questo genere siano fondamentali, sia perché forniscono una formazione sanitaria di base, utile a tutti in casi di emergenza, sia perché aiutano a ribaltare alcuni stereotipi. La persona con disabilità, cioè colui che ha bisogno di aiuto, può, alla prova dei fatti, essere di grande aiuto agli altri. Nel ringraziare pertanto i formatori del 118 per la professionalità e la passione con cui ci hanno guidati, anche noi ci auguriamo che questa esperienza sia l’inizio di un lungo e fruttuoso cammino». (L.M. e S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).

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