34 atleti, 34 storie di vita, per vivere un altro momento di crescita

Sono i 34 atleti che dal 14 al 25 marzo arriveranno in Austria, per partecipare ai Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato dalle persone con disabilità intellettiva. «34 storie di vita – sottolineano da Special Olympics Italia – che andranno ad arricchirsi di una nuova esperienza, di una nuova opportunità di crescita»

Giochi Mondiali Invernali Special Olympics, Austria 2017: delegazione italiana

La delegazione italiana che parteciperà ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics in Austria

2.700 atleti con e senza disabilità intellettiva, provenienti da 107 Paesi, 3.000 volontari, 1.100 tecnici e circa 20.000 spettatori attesi in loco, oltre ai tanti che assisteranno tramite i canali televisivi di tutto il mondo: sono i numeri dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics – il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva – evento in programma dal 14 al 25 marzo in Austria (a Graz, Schladming-Rohrmoos e Ramsau) e che proprio mentre scriviamo, nella mattinata di oggi, 7 marzo, sta vivendo a Roma una conferenza stampa di presentazione, alla presenza di Maurizio Romiti, presidente di Special Olympics Italia, Giovanni Malagò, presidente del CONI e Luca Pancalli, presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico).
«Sarà una grande manifestazione internazionale – sottolineano da Special Olympics Italia – che accenderà i riflettori sulle politiche attuate nel mondo per l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva nella società, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e abbattere ogni pregiudizio e forma di emarginazione».

Per quanto riguarda gli Azzurri, a rappresentare il nostro Paese vi sarà una delegazione di 48 persone, tra cui 34 atleti (nelle discipline dello sci alpino, sci nordico, snowboard e corsa con le racchette da neve).
La Cerimonia di Apertura è in programma il 18 marzo a Schladming, mentre le gare si articoleranno su 9 specialità dello sport invernale: il pattinaggio artistico (tradizionale e unificato), il pattinaggio di velocità su ghiaccio, il floorhockey (tradizionale e unificato), il floorball (tradizionale e unificato), lo stickshooting e i già citati sci alpino, sci nordico, snowboard e corsa con le racchette da neve. La Cerimonia di Chiusura, infine, si avrà il 24 marzo a Graz.
Già dal 14 marzo, per altro, arriveranno in Austria le varie delegazioni, dando vita – fino al 17 – alle quattro giornate dell’Host Town, programma di ospitalità che offrirà agli atleti un’opportunità per conoscere le tradizioni locali, familiarizzare con un ambiente nuovo e creare i presupposti di un forte momento di integrazione e scambio culturale (in quei giorni gli Azzurri alloggeranno a Köflach).
E ancora, il Torch Run (“corsa della torcia”), che proprio in questi giorni riprenderà la propria corsa in direzione di Schladming, attraversando 50 Comuni e città austriache, coinvolgerà 80 agenti delle Forze dell’Ordine provenienti dall’estero, tra i quali anche l’italiano Marco Miele.
Infine, durante i Giochi si terrà il Summit dei Giovani Leaders, quest’anno denominato Generation Unified Summit, attraverso il quale giovani provenienti da tutto il mondo avranno l’occasione di confrontarsi sui temi dell’integrazione e dell’accettazione. Tra le numerose candidature, sono stati selezionati gli aquilani Paolo Aquilio, atleta, e il partner Matteo Gioia, atleta senza disabilità intellettiva.

L’Austria non è nuova ad accogliere eventi internazionali di Special Olympics: già nel 1993, infatti, 1.600 atleti provenienti da 63 nazioni gareggiarono a Salisburgo e Schladming in cinque specialità sportive.
«Si trattò – spiegano da Special Olympics Italia – dei primi Giochi Mondiali Invernali Special Olympics organizzati al di fuori degli Stati Uniti. Gareggiare agli eventi, internazionali in particolare, dona agli atleti una grande opportunità di mettersi in gioco, aprirsi alla conoscenza di altre culture, di crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità. Una possibilità che, quando viene colta e vissuta nella sua interezza, coinvolge anche tutta la rete di relazioni, da quella familiare, a quella scolastica o lavorativa, da quella amicale a quella più estesa della comunità in cui l’atleta vive. Non è insolito, infatti, scoprire in ogni storia di vita degli atleti un punto di svolta, un cambiamento positivo che il più delle volte coincide proprio con l’esperienza internazionale che hanno l’opportunità di vivere con Special Olympics; si torna a casa con un bagaglio più ricco e non soltanto per il peso delle medaglie conquistate sul podio. Saranno quindi altre trentaquattro storie di vita, quelle appunto relative alla delegazione italiana in Austria, che andranno ad arricchirsi di una nuova esperienza, di una nuova opportunità di crescita. Giulia, ad esempio, aveva difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei che tendevano ad isolarla, mentre Mario, cresciuto in campagna in una famiglia di contadini, numerosa e semplice, non aveva mai avuto l’opportunità di viaggiare; e ancora, Luisa credeva che non avrebbe più potuto coltivare la sua passione, Alessandro voleva a tutti i costi seguire la pista di suo fratello maggiore, istruttore di sci».
Ricordiamo in conclusione che tutte le storie degli Azzurri che parteciperanno ai Giochi in Austria sono pubblicate nel sito di solidarietà «Io Adotto un Campione.it». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@specialolympics.it.

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