La scuola in Sicilia: i trasporti, l’assistenza e qualche precisazione

Un’organizzazione sindacale siciliana denuncia «la gravissima situazione riguardante la negazione del diritto allo studio e dei servizi di assistenza per tanti studenti con disabilità nelle scuole superiori di Palermo e Provincia, in particolare rispetto all’assistenza igienico-personale e al servizio di trasporto, emergenza estesa di fatto a tutta la Sicilia». Dal canto suo, Salvatore Nocera, che da sempre segue tali problematiche, ritiene opportuno proporre su tali questioni alcune precisazioni, sottolineando il “Caso Sicilia”, in àmbito di assistenza igienico-personale

Studenti con disabilitàRiteniamo che sia gravissima la situazione relativa alla negazione del diritto allo studio e ai servizi di assistenza per tanti studenti con disabilità nelle scuole superiori di Palermo e Provincia, in particolare per quanto riguarda l’assistenza igienico-personale e il servizio di trasporto, un’emergenza che riguarda di fatto anche tutta la Sicilia.
Dal 9 gennaio scorso, infatti, cioè dalla fine del periodo delle vacanze natalizie, fino ad oggi, ovvero quasi alla fine dell’anno scolastico, a studenti come Ivan, Benedetta e altri, che la nostra organizzazione sindacale assiste [SLAI Cobas Palermo, N.d.R.] unitamente alle loro famiglie, è stato impedito di frequentare la scuola, perché le Istituzioni di riferimento non hanno affatto riattivato servizi come il trasporto, o hanno fatto ripartire con molto ritardo il  servizio di assistenza igienico-personale che ad oggi funziona a singhiozzo, perché molti studenti senza trasporto, circa 150, non vanno lo stesso a scuola.
Questi servizi – come li definisce la stessa normativa vigente – sono essenziali per questi ragazzi i quali, per frequentare la scuola, oltre al docente di sostegno hanno bisogno sia del trasporto, perché a seconda delle tipologie di disabilità e delle condizioni delle famiglie necessitano di essere accompagnati con mezzi appositi a scuola, sia dell’assistente igienico-personale dedicato che, oltre alla cura dell’igiene, assista appunto lo studente durante la ricreazione, nelle attività di laboratorio, all’ingresso e all’uscita da scuola, durante le gite scolastiche ecc.
Il ritiro irresponsabile alla fine di dicembre dello scorso anno di una delle Cooperative Sociali che avevano vinto l’appalto nel precedente mese di novembre per l’assistenza igienico personale, oltre a due gare di appalto andate deserte per il servizio di trasporto, non hanno avuto ad oggi una risoluzione rapida da parte delle Istituzioni interessate, vista l’emergenza degli studenti che non potevano andare a scuola, ma abbiamo dovuto assistere – non senza una continua denuncia e protesta – a una lunghissima e inaudita trafila della macchina burocratica istituzionale, con continuo rimpallo di competenze e responsabilità tra la Regione Siciliana – che a seguito della Legge Regionale 24/16 ha in carico, attraverso l’Assessorato alla Famiglia, lo stanziamento delle risorse – e la Città Metropolitana di Palermo, con a capo il sindaco Leoluca Orlando, che si deve invece occupare della gestione esecutiva dei servizi al fine di erogarli.
Ad oggi la situazione è ancora più incresciosa: il servizio di trasporto, infatti, non è ripartito, né il sindaco Orlando ha provveduto – come suggerito più volte dalla nostra organizzazione sindacale -, ad emettere, essendo in suo potere, un’Ordinanza di emergenza per affidarlo direttamente, anche in modo temporaneo, nell’attesa dell’espletamento di una nuova gara; per questo molti studenti e studentesse, come Ivan, che sono diventati il simbolo di ciò che noi definiamo “battaglia di civiltà”, continuano a non andare a scuola, ormai da quasi quattro mesi, e di conseguenza anche il servizio di assistenza igienico-personale funziona a intermittenza, perché gli assistenti senza gli studenti disabili frequentanti non possono lavorare, essendo vincolati alla presenza dello studente assegnato e venendo loro impedito di restare a fare da supporto ad altri colleghi che magari hanno la “fortuna” di avere lo studente presente, e che lavorano invece in situazioni critiche, avendo assegnati contemporaneamente – per motivi di risparmio! – cinque studenti gravi.
Ma la questione paradossale è che alcune scuole, come quella cui è iscritto Ivan, “minacciano” di segnalare agli uffici di competenza la prolungata assenza degli studenti, come se fosse colpa delle famiglie. Questi ragazzi, invece, non possono andare a scuola non per inadempienza dei genitori, ma solo e unicamente per responsabilità delle Istituzioni, che continuano a non dare soluzioni definitive a un problema annoso quale quello dei servizi di assistenza, che ha costretto anche le stesse famiglie e gli operatori a ricorrere alla presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio.

Alla luce di quanto detto, come può essere definito civile un Paese in cui i diritti fondamentali vengono costantemente negati dalle sue stesse Istituzioni che dovrebbero invece garantirli?
Il trasporto, l’assistenza igienico-personale sono servizi obbligatori che non si possono continuare ad erogare con sistemi che causano la mancata continuità e stabilità degli stessi, a danno degli studenti, delle famiglie e dei lavoratori interessati.
All’interno dei Servizi Sociali a favore delle persone con disabilità, va precisato, gli assistenti svolgono da diversi anni (quasi venti), seppure con contratti a tempo determinato, il servizio di assistenza igienico-personale verso i giovani studenti disabili frequentanti le scuole superiori di Palermo e Provincia, grazie al conseguimento di un’idonea qualifica di 900 ore, ai sensi della Legge 845/78, e a una ricca e significativa esperienza accumulata nel tempo in questo settore.
Tale servizio di assistenza – la cui competenza di erogazione e gestione, tramite capitolato d’appalto, è stata affidata fino al corrente anno scolastico all’Ente della Provincia Regionale di Palermo, oggi denominata Città Metropolitana – è stato però via via contraddistinto da una precarietà lavorativa aggravatasi nel tempo, perché la Provincia è passata da appalti triennali o biennali (a Cooperative Sociali), ad appalti di appena tre mesi o addirittura a proroghe anche di un mese, con tutte le conseguenze negative del caso, fino a inauditi ritardi nell’avvio del servizio ad anno scolastico iniziato o ad interruzioni dello stesso in pieno anno scolastico, fino alla totale e gravissima negazione odierna, ciò che lede l’inalienabile diritto allo studio e all’integrazione scolastica  degli studenti e il diritto al lavoro degli gli assistenti, in aperto contrasto con quanto previsto da Leggi, quali la Costituzione italiana, che sancisce e riconosce il diritto allo studio e all’istruzione di tutti i cittadini italiani, compresi i portatori di handicap, e il diritto al lavoro e alla dignità di vita; la Legge Quadro sulla disabilità 104/92; il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 616/77; la Legge 328/00; l’Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008, per l’accoglienza scolastica e la presa in carico degli alunni con disabilità; il Decreto Legislativo 112/98 (articolo 139).
Senza dimenticare, naturalmente, tutti i pronunciamenti, ordinanze e condanne della Corte Costituzionale e dei diversi Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) che affermano la priorità assoluta dell’erogazione dei suddetti servizi di assistenza rispetto «ad eventuali esigenze di bilancio».
Il servizio di assistenza igienico-personale, invece – così come in generale anche gli altri del settore – è stato soggetto a una crescente situazione di instabilità e precarietà a partire dall’anno scolastico 2010-2011, proprio a causa delle suddette «esigenze di bilancio» avanzate dalla Provincia Regionale di Palermo, che ha sempre cercato di “giustificarle” da un lato addebitandole ai tagli al trasferimento delle risorse necessarie da parte della Regione Siciliana, a seguito di provvedimenti governativi quali la cosiddetta spending review e il Patto di Stabilità, dall’altro alla scelta dei referenti delle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP), all’interno dei GLI (Gruppi di Lavoro misti tra scuola, ASP stesse e famiglie dei ragazzi con disabilità), di modificare il rapporto utente-operatore, considerando i disabili gravissimi alla stessa stregua dei disabili medio-gravi, solo per “risparmiare” sulle risorse, il tutto sempre contrastato decisamente dalla nostra organizzazione sindacale, che con i propri sforzi e la mobilitazione di lavoratori e genitori, è riuscita in buona parte a far rientrare tale procedura, anche se in alcuni casi gli stessi operatori hanno deciso di diminuirsi le ore per far fronte a tagli ai posti di lavoro, riducendo così uno stipendio mensile già basso. Oggettivamente, inoltre, vi è stato un peggioramento generale qualitativo sul piano dell’erogazione del servizio di assistenza agli studenti con disabilità, i primi ad essere danneggiati da questa situazione.

La nostra organizzazione conduce ormai da anni una battaglia al fine di trovare la soluzione definitiva a queste problematiche, interloquendo con il presidente della Regione Rosario Crocetta, con l’Assessorato Regionale alle Autonomie Locali, con quelli alla Famiglia e alle Politiche Sociali, e all’Istruzione, con il Sindaco della Città Metropolitana, con l’Assemblea Regionale Siciliana e con la Prefettura, non incontrando però oggettivamente fino ad oggi – a parte temporanee “soluzioni tampone” – la seria volontà da parte delle Istituzioni di individuare un percorso comune volto a una soluzione definitiva, che possa liberare questi servizi di assistenza dalla grave condizione di instabilità e precarietà (oggi negazione) e permettere agli studenti con disabilità di frequentare la scuola sempre, esattamente come tutti gli altri. La continuità e la stabilità dei servizi di trasporto e di assistenza igienico-personale con gli operatori specializzati dovrebbero essere infatti la regola e non l’eccezione.

E tuttavia oggi la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, a causa della recente approvazione del Decreto Attuativo della Legge 107/15 sul sostegno e l’inclusione scolastica, da parte del Consiglio dei Ministri, che prevede il passaggio della mansione dell’assistenza igienica-personale ai collaboratori scolastici delle scuole statali, estromettendo gli assistenti specializzati e qualificati che svolgono questo servizio da oltre vent’anni: in tal senso, solo in Sicilia si parla di circa 2.000 assistenti igienico-personali che lavorano, seppure in condizioni precarie, in tutte le città e province della Regione.
Su questo piano, già lo scorso anno la nostra organizzazione si era battuta per l’abolizione dell’articolo 10 della Legge Regionale 8/16, riuscendo nell’intento, dopo una lunga battaglia dei genitori e degli assistenti, di scongiurare il peggioramento del servizio di assistenza verso gli studenti con disabilità e il licenziamento di migliaia di operatori specializzati, per i quali questo lavoro è l’unica fonte di reddito per vivere.
Facciamo presente con forza che questi delicati servizi non possono che essere svolti da questo personale specializzato e che ogni altra “soluzione” nega di fatto la garanzia dell’assistenza dedicata ed esclusiva a soggetti che per vivere “normalmente” ne abbisognano in ogni àmbito della vita. La Sicilia è diventata purtroppo un “esempio” assolutamente negativo in cui centinaia di persone con disabilità – dai gravissimi che hanno bisogno dell’assistenza ventiquattr’ore su ventiquattro, agli studenti altrettanto gravi che non vanno a scuola da mesi – sono costretti a scendere in piazza, per rivendicare diritti inviolabili, ma che vengono invece violati ogni giorno.
Continueremo a batterci per porre fine alla situazione incresciosa in cui versano gli studenti con disabilità palermitani e siciliani in generale, che da gennaio non sono più rientrati a scuola e che senza colpe rischiano di essere bocciati, oltreché per scongiurare il licenziamento di migliaia di assistenti che da anni con il loro lavoro quotidiano garantiscono un servizio che per la Sicilia costituisce un esempio di alta qualità, da estendere al resto del Paese e non da sopprimere.

Ragazzo in carrozzina studia al tavolo di una bibliotecaLeggo quanto scrive il Sindacato SLAI COBAS di Palermo, in merito alla gravissima situazione di disagio degli alunni con disabilità delle scuole superiori, sia a causa del blocco del trasporto gratuito a scuola (a carico delle Province), sia per il “passaggio” – che sarebbe stato operato dall’emanando Decreto sull’inclusione scolastica – dell’assistenza igienica degli alunni con disabilità dai Comuni alle scuole, con i propri collaboratori e collaboratrici scolastiche. Per comprendere bene i due problemi, occorre però fare un po’ di chiarezza.
Il trasporto gratuito verso le scuole superiori è stato fornito sino al 2015 dalle Province, quando a seguito della Legge 56/14 (“Disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”
), tale funzione è stata loro tolta, in quanto il Governo pensava di arrivare tramite un referendum all’abolizione delle stesse. Il compito è stato quindi assegnato alle Regioni, con la facoltà data a queste ultime di riassegnarlo a propria volta alle Province (finché in vita), alle Città Metropolitane o a Consorzi di Comuni, o anche di mantenerlo in proprio. Di conseguenza, dai bilanci delle Province sono stati cancellati i fondi che erano sempre stati stanziati per questa funzione, ma una volta fallita l’abolizione delle stesse, a seguito dell’esito di bocciatura del referendum, si è determinato in tutta Italia, salvo che in rare eccezioni, il problema della mancanza di fondi per questo servizio. Dal canto loro, le Associazioni e le Federazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie si sono adoperate nelle singole Regioni per la riattivazione del servizio e del suo finanziamento, avviando una defatigante interlocuzione, come è accaduto ad esempio in Lombardia con la LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente regionale della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) o intraprendendo operazioni estreme di protesta, proprio come a Palermo, dove i dirigenti dell’ANFFAS territoriale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) si sono incatenati ai cancelli della Regione. Ma tutto sino ad ora sembra cadere nel vuoto politico e istituzionale e per questo riteniamo che la Federazione FISH se ne occuperà ben presto a livello nazionale.

Per quanto poi riguarda il problema dell’assistenza igienico-personale nelle scuole di ogni ordine e grado, si tratta di una questione che in Sicilia è effettivamente annosa. Non è vero però – come qui scrive il Sindacato SLAI Cobas – che l’emanando Decreto sull’inclusione scolastica abbia trasferito questo compito ai collaboratori e collaboratrici scolastiche. Infatti, in tutta Italia – tranne che in Sicilia – i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (ultimo quello del 2005, articoli 47, 48 e Tabella A) stabiliscono che per tale compito i collaboratori e le collaboratrici scolastiche debbano ricevere un apposito incarico dal Dirigente Scolastico , che non possono rifiutare se non per gravi motivi (ad esempio se anch’essi sono persone con disabilità). Ricevuto l’incarico, scatta per loro l’obbligo di frequentare un corso di aggiornamento in servizio di almeno 40 ore, ormai divenuto obbligatorio a seguito dell’articolo 1, comma 181, lettera c, n. 8 della Legge 107/15, al termine del quale acquistano il diritto a percepire un aumento di stipendio che, seppure non eccezionale, non comporta comunque un aumento dell’orario di lavoro ed entra nella base pensionabile.
Di recente, come abbiamo riferito su queste stesse pagine, la Corte di Cassazione (Sentenza n. 22786/16)
ha condannato due collaboratrici scolastiche al risarcimento dei danni subìti per un’infiammazione provocatasi a una bimba a causa del mancato cambio del pannolino, dopo che esse si erano rifiutate di obbedire all’incarico del Dirigente Scolastico. Nella motivazione di tale Sentenza si parla di «disobbedienza ai doveri di ufficio», reato dalla cui pena le collaboratrici si sono salvate solo perché esso era caduto in prescrizione.
La situazione, quindi, è chiara su tutto il territorio nazionale. In Sicilia, invece, non si sa bene per quali motivi, è stata votata nel 2004 la Legge Regionale
15/04, che ha assegnato il compito di assistenza igienico-personale ai Comuni, i quali però per legge hanno già il compito di pagare gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, nelle scuole del primo ciclo, come da Legge 104/92 (articolo 13, comma 3). Questa norma, a mio parere assurda, ha comportato per i Comuni un esborso enorme e in tempo di tagli alla spesa pubblica, era stata approvata la recente Legge Regionale 8/16, con la quale finalmente l’Isola si allineava ai Contratti Nazionali, assegnando quel compito ai collaboratori e alle collaboratrici scolastiche.
Ovviamente le circa duemila persone che erano state assunte dai Comuni per svolgere lo stesso compito, dovevano essere licenziate; è scoppiata così una vera e propria “rivolta”, che ha indotto gli amministratori siciliani a disapplicare la recente Legge, mantenendo il compito ai Comuni.
Chi scrive – nel corso di un recente convegno a Catania – ha sostenuto la tesi che, per non mettere di colpo su una strada le duemila persone sino ad oggi incaricate dai Comuni di tale compito, si provvedesse con un provvedimento regionale a dirottarle per svolgere assistenza domiciliare alle persone con disabilità, compito attualmente assai carente in Sicilia (e talora inesistente, a differenza che nel resto d’Italia).
Pertanto il Sindacato SLAI Cobas, anziché chiedere l’abrogazione della recente Legge Regionale che ha sostanzialmente equiparato l’Isola al resto d’Italia, dovrebbe insistere con la Regione per ottenere quanto da me proposto. Ritengo infatti che la preparazione di 900 ore svolta dal personale attualmente impegnato nell’assistenza igienico-personale agli alunni con disabilità sia decisamente più consona a svolgere il compito di assistenza domiciliare. Per l’assistenza igienico-personale ai nostri alunni con disabilità bastano infatti le attuali 40 ore di formazione, come è ampiamente dimostrato in tutto il resto d’Italia.
In questo modo si risolverebbero i problemi degli alunni con disabilità, attualmente oggetto di palese interruzione di un pubblico servizio, e quelli dell’assistenza domiciliare a persone con disabilità che attualmente in Sicilia sono negativamente discriminate rispetto al resto d’Italia.
(Salvatore Nocera – Presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, della quale è stato vicepresidente nazionale. Responsabile per l’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica dell’AIPDAssociazione Italiana Persone Down)
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Il testo del Sindacato SLAI Cobas Palermo è sottoscritto dalla responsabile per il Terzo Settore di esso Donatella Anello, da Rosalia Tripi e Fiorenza Carratello (per i genitori degli studenti con disabilità) e da Giorgia Geraci e Agostino Comella (per agli assistenti igienico-personali).

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