Parchi divertimento e disabilità: avanza l’inclusione

La lunga vicenda riguardante la fruizione del Parco Divertimenti Gardaland da parte delle persone con sindrome di Down, che aveva inizialmente visto la struttura veronese e il CoorDown su posizioni del tutto contrapposte, ha vissuto nei giorni scorsi un passaggio molto positivo, con la sottoscrizione di una Convenzione, valutata con reciproca soddisfazione. Nel sottolineare in particolare l’importanza di una corretta informazione e la necessità di una formazione adeguata del personale addetto alle attrazioni, tale Convenzione spiana la strada a una situazione realmente inclusiva

Gardaland

Una delle attrazioni presenti nel Parco Divertimenti Gardaland di Castelnuovo del Garda (Verona)

I precedenti non erano stati certo incoraggianti, se è vero che nell’estate del 2010 proprio il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), al culmine di lunghe polemiche dibattute anche su queste pagine – come si può vedere dallo stesso elenco dei contributi qui a fianco citati – aveva accusato il Parco Divertimenti Gardaland di Castelnuovo del Garda (Verona) di «gravi discriminazioni ai danni delle persone con sindrome di Down, alle quali è sistematicamente vietato l’accesso a numerose attrazioni dagli addetti alla sicurezza del parco», sottolineando che «la non idoneità, da parte degli addetti, viene stabilita esclusivamente in virtù dei tratti somatici».
Da allora molta strada è stata fatta, e anche numerosi passi in avanti, grazie a un dialogo via via più costruttivo, fino ad arrivare nei giorni scorsi alla sottoscrizione di una Convenzione, tra Gardaland e CoorDown, valutata come soddisfacente da entrambe le parti e riguardante appunto la fruizione delle attrazioni del Parco da parte delle persone con sindrome di Down.

In tale documento, si premette innanzitutto che «la sindrome di Down non può costituire di per sé motivo di esclusione dalle attrazioni presenti nel Parco». Viene quindi disciplinato l’accesso alle attrazioni stesse, prevedendo che eventuali limitazioni non costituiscano «mai e in ogni caso trattamento discriminatorio” ma siano giustificate «esclusivamente dalla ragionevole previsione che l’uso di esse, compresa la fase di un’eventuale evacuazione, possa esporre la persona con sindrome di Down a gravi rischi per la propria salute e/o quella degli altri utenti».

«Pur trattandosi di un notevole passo in avanti – si legge in una nota prodotta congiuntamente dal CoorDown e da Gardaland – siamo consapevoli che la sottoscrizione della Convenzione sia un punto di partenza verso una sempre maggiore fruibilità del Parco da parte delle persone con sindrome di Down e che l’accordo raggiunto costituisca la base di un percorso comune che sarà implementato mediante opportune azioni di informazione verso le persone con sindrome di Down, nonché di formazione degli addetti al Parco».

«Giudichiamo in modo positivo la posizione di apertura della direzione del Parco – commenta dal canto suo Antonella Falugiani, presidente del CoorDown -, che ci ha permesso di ragionare insieme per trovare un primo importante accordo. Ci sono punti su cui dobbiamo ancora lavorare, come quello che riguarda l’accesso degli ospiti maggiorenni non soggetti a tutela, ma la strada intrapresa ci sembra quella giusta. Abbiamo fatto passi in avanti, sappiamo bene che ce ne sono molti altri da fare». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@coordown.it (Oreste Torre).

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