Al centro i progetti personalizzati e la vita indipendente

«Il punto centrale è la progettazione individualizzata delle azioni a sostegno delle persone con disabilità, la cui richiesta sempre più pressante è quella di contare, di partecipare, di decidere della propria vita: la legislazione e il sistema dei sostegni si devono quindi evolvere di conseguenza, per permettere a tutti l’esercizio dei propri diritti nel modo più autonomo possibile»: lo ha detto Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino, durante il convegno “ANFFAS Torino: 1959-2019, oggi come ieri pronti al futuro”

Torino, 10 dicembre 2019, convegno promosso dall'ANFFAS di Torino

A testimoniare l’urgenza e l’attualità dei temi trattati, quasi duecento persone hanno assistito al convegno promosso dall’ANFFAS di Torino

«La storia dell’ANFFAS può essere riassunta in sessant’anni di sussidiarietà: il punto di partenza è stata la consapevolezza dei bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, il primo dovere quello di intervenire nella realizzazione dei sostegni. Al centro dei pensieri c’è sempre stato l’individuo nel tessuto sociale, vale a dire l’affermazione dei diritti della persona a esistere, a non essere discriminato, ad avere le stesse opportunità, a essere felice. La strada è quella che conduce all’emancipazione delle persone con disabilità: un esempio su tutti, la rivendicazione e l’ottenimento del diritto alla scuola, archiviando definitivamente il modello discriminatorio e in qualche caso segregativo».
Lo ha detto Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), durante il convegno intitolato ANFFAS Torino: 1959-2019, oggi come ieri pronti al futuro (se ne legga anche la nostra presentazione), che ha avuto al centro in particolare le tematiche della capacity (capacità decisionale) e dell’autodeterminazione, elementi fondamentali nell’evoluzione e nel miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità e nella percezione che ne hanno la società e la politica, riferendosi in particolare alle persone con disabilità intellettive e/o relazionali.
«Si è trattato di un evento – sottolineano dall’ANFFAS torinese – che ha rappresentato uno snodo tra il percorso compiuto dalla nostra Associazione in sessant’anni di attività a sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie e i prossimi anni di impegno nella definizione e nell’esercizio di nuovi diritti e tutele, in un contesto sociale e normativo in costante evoluzione, nel quale i progetti personalizzati e la vita indipendente sono centrali».

A testimoniare l’urgenza e l’attualità dei temi trattati, le quasi duecento persone che hanno assistito al convegno, ben consapevoli, anche, che le condizioni di disagio economico e ancor più emotivo possono portare a situazioni tragiche come quella di stretta attualità accaduta nella vicina Orbassano (Torino), della quale si è già occupato anche il nostro giornale, dove un’anziana madre ha ucciso la figlia di 42 anni, persona con disabilità intellettiva e fisica. A tal proposito l’incontro è stato aperto con un minuto di silenzio, per commemorare questa drammatica scomparsa. «Istituzioni, Associazioni e mondo profit – si è detto da più parti – devono stringere un’alleanza per offrire risposte concrete a situazioni come questa».

«Gli interventi di questo convegno – è stata la conclusione di D’Errico – ci hanno dato la possibilità di delineare il contesto nel quale la nostra azione si sviluppa e si svilupperà, all’interno dell’evoluzione sociale, culturale ed economica dei concetti stessi che definiscono la disabilità, come da Convenzione ONU. Il punto centrale è la progettazione individualizzata delle azioni a sostegno delle persone con disabilità, da avviare precocemente per avere più chance di successo e da sviluppare con percorsi abilitativi, orientati al perseguimento della massima autonomia e capacità di agire. È sempre più pressante la richiesta delle persone con disabilità di contare, di partecipare, di decidere della propria vita: la legislazione e il sistema dei sostegni si devono quindi evolvere di conseguenza, per permettere a tutti l’esercizio dei propri diritti nel modo più autonomo possibile». (S.B.)

Sono intervenuti al convegno ANFFAS Torino: 1959-2019, oggi come ieri pronti al futuro (Torino, 10 dicembre 2019):
° Emilio Rota, vicepresidente nazionale dell’ANFFAS (Prospettive per i prossimi 60 anni: dalla cura all’autodeterminazione).
° Roberto Cardaci, sociologo (L’evoluzione del tessuto sociale e le nuove prospettive relative al Terzo Settore).
° Roberta Dotta, giudice tutelare (Evoluzione della normativa e mutamento dei bisogni).
° Sergio Monticone, avvocato (Il diritto alla privacy: caso scuola. Quali sostegni necessari per esercitare la capacità giuridica su base paritaria).
° Monica Lo Cascio, direttore della Divisione Servizi Sociali del Comune di Torino (Enti Pubblici: nuovi sostegni e rapporti con le disabilità).
° Franco Lepore, avvocato e disability manager della Città di Torino (Il disability manager nelle Amministrazioni Comunali: un ruolo chiave di armonizzazione).
° Roberto Keller, psichiatra e neuropsichiatra infantile (Quale formazione per i professionisti del sociale).
° Best practice: casa, lavoro, sport: Simona Patria, disability manager dell’ATC di Torino (Agenzia Territoriale per la Casa) (Casa); Teresa Minischetti, responsabile di ANFFAS Piemonte Lavoro (Lavoro); Francesca Grilli, referente Special Olympics (Sport).
° Cristina Schiratti, responsabile dei Rapporti Internazionali nell’ANFFAS Nazionale (Europa e disabilità).
° Alessandro Parisi, Andrea Panattoni e Luisa Pavesi (Best practice: Cityfriend. Da progetto a start up innovativa a vocazione sociale).
° Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino (ANFFAS Torino: 1959-2019, oggi come ieri pronti al futuro).

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: media@inspirecommunication.it (Daniele Pallante); segreteria@anffas.torino.it; eventi@anffas.torino.it.

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