In tanti dobbiamo ringraziare “La corsa di Miguel”

«In tanti – scrive Matteo Simone, raccontando la nuova edizione della “Corsa di Miguel”, svoltasi il 19 gennaio a Roma – dobbiamo ringraziare questa manifestazione, un grande contenitore di eventi sportivi, culturali, educativi, aggregativi, un’opportunità per tanti di esserci con proprie modalità, possibilità, risorse, abilità, disabilità, diversità, un’occasione per sperimentare non solo performance, ma anche benessere fisico e mentale, emotivo e relazionale»

Il SOD Italia Running Team all'edizione della "Corsa di Miguel" del 19 gennaio 2020

Alcuni componenti del SOD Italia Running Team alla recente edizione della “Corsa di Miguel”

La corsa di Miguel è una gara podistica di atletica leggera, a carattere sia agonistico che non competitivo, che si svolge a Roma con frequenza annuale. La più recente edizione si è svolta il 19 gennaio scorso e così come l’anno scorso, vi hanno partecipato anche alcune persone con disabilità con speciali carrozzine.
Questo è il racconto della giornata di Matteo Simone, uno dei podisti, che sottolinea tra l’altro come «La corsa di Miguel sia in realtà molto di più di una semplice corsa podistica».

In tanti dobbiamo ringraziare La corsa di Miguel, un grande contenitore di eventi sportivi, culturali, educativi, aggregativi. Un’opportunità per tanti di esserci con proprie modalità, possibilità, risorse, abilità, disabilità, diversità. Un’opportunità per avvicinare persone di età diverse, culture diverse, abilità diverse. Un’opportunità per confrontarsi, aiutatasi, fidarsi, affidarsi, condividere momenti preziosi e intensi di fatica, sudore, gioia, partenze, arrivi. Un’occasione per sperimentare non solo performance, ma anche benessere fisico e mentale, emotivo e relazionale.

In tanti dobbiamo ringraziare il SOD Italia Running Team [SOD Italia è l’Associazione Italiana Displasia Setto Ottica e Ipoplasia del Nervo Ottico, N..R.], per farci conoscere il mondo delle Joëlette, carrozzine con ruota unica che permettono di avanzare camminando o correndo veloce o lentamente con l’aiuto di almeno due accompagnatori, ovvero per farci conoscere sia coloro che le occupano, sia gli “spingitori” in gruppi più o meno numerosi.
In tanti dobbiamo ringraziare Sport Senza Frontiere ONLUS, che permette a tante persone in condizioni disagiate di fare sport come recupero e riabilitazione, tanti giovani di culture e mondi diversi, tante persone che hanno attraversato traumi piccoli o grandi. Questo è lo sport che vogliamo!
Con i suoi atleti in Joëlette, SOD Italia ha permesso a tanti di conoscere il loro mondo e di sperimentarsi in una corsa di gruppo con coraggio. Solo chi fa sa, sa cosa significa vivere in un certo modo, in un modo diverso dall’ordinario.

È stata insomma una grande opportunità di fare sport insieme, mettendoci in gioco in gruppi e squadre formate da individui e atleta con diverse abilità o disabilità, dove ognuno contribuisce con le proprie risorse, condividendo fatica e traguardi. Una giornata di sport che unisce e rende liberi, un’opportunità per faticare e gioire insieme, cercando di sperimentare sia benessere che performance, avanzando insieme con proprie possibilità e modalità, per incontrare amici prima della partenza, durante il percorso e dopo l’arrivo, per conoscerne di nuovi amici, per apprendere sia da se stessi, mettendosi in gioco, che dagli altri diversi o più esperti.
Gli atleti in Joëlette sono persone straordinarie che rendono uniti gruppi e famiglie, rendono felici le persone a loro vicine con i propri silenzi o con i propri sorrisi, con richieste strane e bizzarre, con la loro voglia di stare per strada come gli altri scorrazzando per le vie della Capitale su piste ciclabili, su sanpietrini sopra e sotto i ponti, osservando il mondo in modo diverso senza zone di confort, non a casa, non al chiuso, ma all’aperto, sotto la pioggia, sperimentando una vita ordinaria almeno per una mezza giornata.
E La corsa di Miguel è anche un’opportunità per SOD Italia di raccogliere fondi utili ad acquistare le Joëlette che per il momento sono fornite gentilmente da un’altra Associazione, Il cammino possibile.

Tanti sono stati i protagonisti della giornata, forti e meno forti, runner e ultrarunner, giovani e meno giovani. Grazie a Valerio Piccioni, ideatore della manifestazione, molto sensibile, presente, coinvolgente, anch’egli runner e scrittore.
Tutto passa, tutto cambia, l’importante è cavalcare in modo resiliente l’onda del cambiamento, individuare sempre nuove mete, nuove possibilità, nuove sfide e prendere la direzione verso dove vogliamo andare, dove vogliamo arrivare e come, cosa vogliamo raggiungere con la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, credendo sempre più in se stessi, fidandosi e affidandosi, together is much better [“insieme è molto meglio”, N.d.R.].
Lo sport è come un treno dove c’è posto per tutti, avanti o dietro, e si può salire o scendere quando e come si vuole, non c’è un’età giusta, non c’è una modalità giusta; si è sempre in tempo per salire o scendere dal treno dello sport.
Questo è lo sport che vogliamo, inclusivo, partecipante, aggregante, per tutti, con ogni modalità e insieme.
La corsa di Miguel non è solo una corsa podistica, ma molto di più, è una manifestazione organizzata dal Club Atletico Centrale con l’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti), intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino desaparecido, Miguel Benancio Sánchez, che amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
A 18 anni Miguel prese la sua valigia di cartone e seguì i fratelli che erano già partiti per Buenos Aires. Fu qui che cominciò una nuova avventura. Faceva l’imbianchino e il calciatore prima di scoprirsi innamorato dell’atletica. Giocava nella quarta divisione con il Gymnasia y Esgrima de La Plata, ma l’atletica lo conquistò. Si allenava di mattina presto e alla sera tardi con il tecnico Osvaldo Suarez, mitico personaggio che aveva vinto tre volte la Corrida di San Silvestro.
La sua giornata era infinita. Sveglia con una mela, primo allenamento, treno, lavoro, ancora allenamento, scuola serale per completare quegli studi che non aveva finito. A volte rientrava all’una di notte. Aveva tanti fratelli e sorelle, in tutti erano dieci. Era un poeta autodidatta. Il suo Para vos atleta, “Per te atleta”, fu pubblicato dalla «Gazeta Esportiva di São Paulo» il 31 dicembre 1977, nove giorni prima della sua sparizione. Era un inno alla corsa.

Psicologo dello sport, psicoterapeuta Gestalt ed EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).

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