Dopo la pandemia, ricreare un turismo più inclusivo e sostenibile

«Credo che il turismo come lo conoscevamo sia definitivamente crollato, dobbiamo ricostruirlo da zero e io sono convinta che dopo la pandemia si debba sfruttare l’occasione di ricrearlo più inclusivo e sostenibile»: a dirlo è Giulia Lamarca, donna con disabilità, che qualche tempo fa ha avviato l’hashtag “#dirittoalvolo”, per agevolare le persone con disabilità nei viaggi in aereo, cercando di eliminare le difficoltà logistiche

Persona con disabilità in un aeroporto, insieme a familiari e a persona dell'assistenzaPer il secondo anno di seguito abbiamo trascorso la Pasqua in lockdown. Il periodo pasquale, complice la primavera, ha sempre significato libertà di muoversi e di viaggiare. Un’esigenza comune a tutti, cercando di abbattere barriere e discriminazioni, come ha dimostrato l’impegno di Giulia Lamarca che ha aperto l’hashtag #dirittoalvolo, per agevolare le persone con disabilità nei viaggi in aereo, cercando di eliminare le difficoltà logistiche.

Psicologa e formatrice aziendale, Lamarca è nata 28 anni fa a Torino. Cresciuta con la grande passione per lo sport, in particolare per il tennis, il suo grande desiderio era diventare insegnante di questa disciplina. Sogno interrotto bruscamente una decina d’anni fa, quando Giulia rimase vittima di un incidente in motorino.
Nel suo blog racconta lei stessa l’incidente: «Non avevo mai perso conoscenza, credevo di essermi rotta un piede, avevo male solo lì! Piano piano il dolore è arrivato alla schiena… Poi ricordo l’ambulanza e l’ospedale. Insomma… dopo l’operazione e l’anestesia, aperti gli occhi non sentivo più le gambe. Pochi giorni dopo arrivò la diagnosi: paraplegia incompleta. Da lì capii che la mia vita non sarebbe più stata la stessa».

Al momento del ricovero fu seguita da Andrea, fisioterapista, e ora suo marito con cui condivide la passione dei viaggi. Determinante fu il volo di ritorno, un anno e mezzo fa, dal Giappone, l’incipit della campagna #dirittoalvolo. Durante uno scalo, Giulia, stanca dei soliti problemi in cui si imbatteva ogni volta che viaggiava in aereo, come il personale poco informato e formato per le specifiche esigenze dei passeggeri con disabilità, i servizi igienici a bordo non accessibili e la mancanza di assistenza in diversi aeroporti, ha voluto raccontare questi disagi. È partita cosi la citata campagna che su Instragram (@_giulia­­_lamarca) ha avuto un notevole successo, raccogliendo quasi 92.000 firme. La ragazza è diventata, così, una vera e propria influencer.

In seguito a questo riscontro positivo, Lamarca ha iniziato un dialogo con la IATA, l’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo, per definire regole utili ad agevolare i passeggeri con disabilità in ogni fase del viaggio, dall’acquisto del biglietto all’uscita dall’aeroporto di destinazione.
Purtroppo la collaborazione si è interrotta prematuramente a causa della pandemia. Giulia, di carattere positivo, solita a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, non concepisce questo momento in modo esclusivamente negativo, ma come un’opportunità da cui ripartire, per creare un turismo inclusivo e accessibile per tutti.
«Credo – dice – che il turismo come lo conoscevamo sia definitivamente crollato, dobbiamo ricostruirlo da zero, e io sono convinta che questa sia la migliore occasione che il mondo abbia per ricrearlo più inclusivo e sostenibile. Dev’esserci spazio per tutti nel settore turistico, viaggiare è per l’uomo un esigenza primaria, vorrei fare un appello come psicologa e come viaggiatrice: dobbiamo tornare a viaggiare, il mondo non può chiudere i suoi confini ancora per un altro anno, le persone hanno bisogno di vedere e sapere che il mondo uscirà da questa pandemia insieme e unito».

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Giulia, che sa prendere al volo l’inclusione”). Viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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