Il servizio di trasporto a Roma senza mezzi accessibili

«Chiediamo tutte le misure necessarie a favorire l’immediato inserimento nel servizio di trasporto di un numero adeguato di vetture accessibili, restituendo il diritto alla mobilità a tutti i cittadini e le cittadine con disabilità di Roma, senza anticipazione della spesa da parte dei soggetti beneficiari»: è questa l’istanza posta dalla Federazione FISH Lazio e da numerose Consulte capitoline per i diritti delle persone con disabilità, nell’esprimere il vivo timore che i cittadini e le cittadine con disabilità motoria di Roma possano entro breve vedere negato il loro diritto alla mobilità

Persona con disabilità non può entrare in autobus di Roma«Temiamo fortemente che i cittadini e le cittadine con disabilità motoria di Roma vedranno negato il loro diritto alla mobilità»: a denunciarlo in una nota è la FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), insieme a numerose Consulte capitoline per i diritti delle persone con disabilità (Municipi 1, 2, 3, 6, 9, 12, 13 e 15), alla luce di alcuni dati di fatto, vale a dire innanzitutto «la comunicazione della Società Scoppio che dal 1° ottobre non svolgerà più il servizio di trasporto accessibile per persone con disabilità», ma anche «i numerosi disservizi nell’erogazione dello stesso servizio di trasporto, causati dalla carenza di veicoli idonei a chi usa ausili per la mobilità», nonché, da ultima, ma non ultima, «l’approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) del 24 settembre scorso che prevede il ritorno alla prestazione del lavoro in presenza per i dipendenti della Pubblica Amministrazione».

«Chiediamo dunque – è l’istanza posta dalla FISH Lazio e dalle varie Consulte romane – che vengano poste in essere tutte le misure necessarie a favorire l’immediato inserimento nel servizio di un numero adeguato di vetture accessibili, restituendo in tal modo il diritto alla mobilità a tutti i cittadini e le cittadine con disabilità, senza nessuna forma di anticipazione della spesa da parte dei soggetti beneficiari, in quanto ciò potrebbe risultare insostenibile da parte degli stessi, generando una forma di discriminazione indiretta. In tal senso, il rimborso delle spese può rappresentare un’opzione, ma non l’unica soluzione possibile». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: ufficiostampa@fishlazio.it.

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