Una bella operazione: il Giorno della Memoria in simboli CAA

Ci sono eventi e testi che meritano la maggior conoscenza e diffusione possibile anche da parte di chi abbia difficoltà di lettura e comprensione, persone per le quali la comunicazione in simboli della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) può essere certamente di grande supporto. Per questo appare decisamente meritoria la realizzazione di Giorgia Sbernini, educatrice e formatrice, che ha prodotto un opuscolo sul Giorno della Memoria in simboli, utilizzando la Comunicazione Aumentativa Alternativa

Giorno della Memoria in CAA

Un particolare della pagina di apertura dell’opuscolo realizzato da Giorgia Sbernini, sul Giorno della Memoria in Comunicazione Aumentativa Alternativa

Ci sono eventi e testi che meritano la maggior conoscenza e diffusione possibile anche da parte di chi abbia difficoltà di lettura e comprensione, persone per le quali la comunicazione in simboli della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) può essere certamente di grande supporto.
Nello specifico dei temi trattati dal nostro giornale, abbiamo lodato a suo tempo l’operazione condotta da Simona Piera Franzino e Domenico Massano, di proporre una versione in CAA della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (è disponibile a questo link).
Più in generale, ci sono celebrazioni di particolare importanza che anch’esse dovrebbe avere la massima diffusione possibile, come il Giorno della Memoria, istituito nel 2005 per il 27 gennaio di ogni anno dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per commemorare le vittime dell’Olocausto, tra le quali, non va mai dimenticato, le persone con disabilità furono centinaia di migliaia.

Appare quindi del tutto meritoria la realizzazione di Giorgia Sbernini, educatrice professionale, formatrice impegnata con il Centro Studi Erickson ed esperta di CAA, che ha prodotto appunto un opuscolo sul Giorno della Memoria in simboli, utilizzando la Comunicazione Aumentativa Alternativa (tutti e tutte lo possono consultare a questo link).
In parallelo, quasi con un inconsapevole “effetto-imitazione”, altre educatrici hanno prodotto opuscoli analoghi per i loro studenti.

Si parla sin troppo spesso di “buone prassi”, talora anche a sproposito, ma in questo caso quale migliore buona prassi si può segnalare?
C’è stato tra l’altro chi ha già provveduto a informare dell’iniziativa sia l’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti), sia la senatrice Liliana Segre, presidente onoraria dell’Associazione Figli della Shoah. Siamo certi, quindi, che altri “semi” ben presto fioriranno. (S.B.)

Ringraziamo Alessandra Corradi per la segnalazione.

Segnaliamo che a fianco del testo di Stefania Delendati, Quel primo Olocausto (a questo link), è presente l’intero elenco dei numerosi contributi da noi pubblicati sul tema dello sterminio delle persone con disabilità durante il regime nazista e la seconda guerra mondiale.

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