Abbiamo già a suo tempo ampiamente presentato le Linee Guida sulla deistituzionalizzazione, anche in caso di emergenza, importante documento pubblicato lo scorso anno dal Comitato ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità – l’organismo di esperti/e indipendenti preposto al monitoraggio dell’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità da parte degli Stati che l’hanno ratificata – alla stesura del quale hanno lavorato, oltre agli esperti del Comitato stesso, anche cinquecento persone con disabilità che hanno condiviso le loro esperienze, comprese quelle relative al periodo pandemico.
![Pari diritti per le persone con disabilità](https://www.superando.it/files/2023/03/pari-diritti-disabili.jpg)
Una realizzazione grafica elaborata dall’organizzazione Inclusion Europe, dedicata ai pari diritti (“Rights”) tra le persone con disabilità e tutte le altre persone
Si tratta di Linee Guida che si propongono di rappresentare uno strumento utile per sostenere gli Stati realizzare il diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente e ad essere incluse nella comunità, ponendo le basi per la pianificazione di processi di deistituzionalizzazione e di prevenzione all’istituzionalizzazione. Come tali, rappresentano un documento che in questi mesi ha già avviato un acceso dibattito pubblico (se ne legga anche sulle nostre pagine a questo link).
Dal canto suo, anche il Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo) ha voluto elaborare un testo di analisi e commento di quelle Linee Guida (disponibile integralmente a questo link), ove si legge tra l’altro che «stride e sconcerta la modalità con cui il Comitato ONU allinea tutti i servizi rivolti alle persone con disabilità non collocati nella comunità con il concetto di istituzionalizzazione/detenzione,accomunando quindi tali servizi a luoghi di detenzione e maltrattamento».
Pertanto, pur aderendo «in toto ai contenuti della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e con la convinzione che essi rappresentino e prefigurino mete di progresso pacifico, civile, equo, sostenibile e inclusivo valevoli per l’intera umanità», l’ANFFAS intende anche esprimere «perplessità e preoccupazioni per alcuni passaggi di quelle Linee Guida».
In particolare, si ribadisce ancora nell’analisi prodotta, «le Linee Guida considerano che tutto ciò che non sia inteso e organizzato come servizio di comunità sia da considerarsi luogo di istituzionalizzazione e detenzione; in sostanza, secondo tale apodittica lettura, l’intero sistema dei servizi alla persona attivo nel nostro Paese è da considerare estraneo al concetto di sostegno basato sulla Convenzione ONU, il che porterebbe, di conseguenza, al rischio che alcuni possano vedere nelle Linee Guida stesse l’occasione per dimostrare l’infattibilità e l’irrealtà delle mete stabilite dalla Convenzione».
«In tal senso – dichiara Roberto Speziale, presidente dell’ANFFAS – riteniamo che il Comitato ONU, nello svolgimento della sua preziosa e insostituibile attività, debba comprendere aspetti di modularità e progressività nelle azioni degli Stati Parte, potenziando semmai l’attività di monitoraggio e denuncia rispetto ai comportamenti dilatori».
Rispetto dunque ai passaggi delle Linee Guida ritenuti problematici, portando all’attenzione dello stesso Comitato ONU il proprio documento, insieme alle principali organizzazioni di riferimento a livello internazionale, l’ANFFAS auspica «l’avvio di un confronto ampio e partecipato ad ogni livello, nonché la definizione di politiche, piani e programmi coerenti con la Convenzione ONU e l’attività del Comitato, che tengano comunque in debito conto anche le specificità e peculiarità a livello nazionale». (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il documento prodotto dal Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.