La sfida all’accessibilità delle chiese più antiche

Custodi silenziose di opere d’arte, luoghi dove raccogliersi in preghiera per chi ha il dono della fede, le chiese punteggiano con i loro campanili le grandi città fino al più piccolo dei borghi italiani. Il tema della loro accessibilità è complesso, soprattutto per quanto riguarda quelle risalenti ai secoli addietro e fino a qualche decennio fa, ma ci sono una serie di esempi virtuosi che grazie anche alle nuove tecnologie, sembra proprio abbiano saputo vincere la sfida

Salerno, Santa Maria de Lama

La piccola basilica dell’XI secolo di Santa Maria de Lama, nel quartiere degli Amalfitani a Salerno, è un buon esempio di come rendere un’antica chiesa accessibile diventi parte integrante della sua riqualificazione dopo anni di oblio

Custodi silenziose di opere d’arte, luoghi dove raccogliersi in preghiera per chi ha il dono della fede, le chiese punteggiano con i loro campanili le grandi città fino al più piccolo dei borghi italiani.
Il tema della loro accessibilità è complesso, soprattutto per quanto riguarda quelle risalenti ai secoli addietro e fino a qualche decennio fa, quando l’attenzione alla presenza di barriere architettoniche era assente o molto scarsa, mentre per il patrimonio costruito ex novo, compresi i locali di ministero pastorale, il Servizio Nazionale per l’edilizia di culto della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) impone la piena fruibilità.

Se guardiamo quanto prevede la legge, secondo il Decreto Ministeriale 236/89, i luoghi di culto devono soddisfare il requisito della visitabilità con almeno una zona accessibile per assistere alle funzioni religiose. Negli ultimi anni la volontà di aprire a tutti le porte delle chiese è tangibile nel numero di opere realizzate per migliorarne l’accessibilità, rispettando il valore storico degli edifici.
Gli interventi più comuni consistono nella costruzione di rampe di accesso e nell’istallazione di ascensori ed elevatori, come quello posto a lato della Chiesa di Santa Maria dell’Aiuto, a Napoli, che senza invadere la facciata, permette di accedere nel gioiello del barocco partenopeo.
Nel PEBA di Pisa (Piano di Eliminazione Barriere Architettoniche) ha trovato spazio la Chiesa della Spina. Oltre alla piattaforma elevatrice all’ingresso, è stata modificata la pavimentazione esterna e la zona circostante è stata dotata di scivoli.

A volte rendere un’antica chiesa accessibile diventa parte integrante della sua riqualificazione dopo anni di oblio. È il caso di Santa Maria de Lama, nel quartiere degli Amalfitani a Salerno, una piccola basilica dell’XI secolo chiusa in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980.
I Volontari Touring per il Patrimonio Culturale si sono autofinanziati per ripulirla, progettando al contempo un sistema di passerelle che permette alle persone con disabilità motoria di raggiungere entrambi i livelli sovrapposti che ne caratterizzano l’interno e, in collaborazione con l’Università di Napoli, hanno riprodotto in versione tattile gli affreschi di epoca longobarda.

Il criterio dell’inclusività a trecentosessanta gradi, sia per persone con disabilità motorie che visive, ha riguardato le Basiliche delle Piazze San Martino, Antelminelli e San Giovanni a Lucca.
Il Comune, in accordo con la Fondazione Banca del Monte della città, ha realizzato rampe di accesso e posato all’esterno circa 50 metri di percorso LOGES (Linea di Orientamento, Guida e Sicurezza), sistema di superfici in rilievo in pietra, studiato per essere percepito sotto i piedi, visivamente contrastate e quindi utile per le persone ipovedenti.

Estendere l’accessibilità alle persone con disabilità sensoriali è la tendenza. Dal novembre 2022 sono disponibili le mappe tattili nella Basilica di Sant’Ignazio di Loyola, a Roma, complete di codici QR che rendono leggibili i particolari artistici dell’edificio.
All’inizio di quest’anno è stata inaugurata a Siracusa, nella Basilica Santuario Santa Lucia al Sepolcro, la Cartellonistica Turistica Interattiva Accessibile, donata dall’associazione Sicilia Turismo per Tutti. Si tratta della prima cartellonistica di questo tipo nell’Italia meridionale, un info point con codici QR, voci narranti e traduzioni in LIS (Lingua dei Segni Italiana), un’esperienza arricchita da realtà virtuale e aumentata, foto di altissima definizione e contenuti specifici per bambini, in un’ottica di inclusione totale che strizza l’occhio anche all’ambiente perché riduce il classico materiale cartaceo.

Vi sono anche città che potremmo definire “in tutti i sensi”, perché è questo il denominatore comune dei progetti che hanno reso accessibili alle persone con disabilità sensoriali alcune delle loro chiese.
È il caso di Le chiese di Milano… in tutti i sensi, che valorizza l’eccellenza del patrimonio artistico ed ecclesiastico di quindici luoghi di culto.
Il percorso si snoda tra pannelli plurisensoriali e multimediali frutto delle più moderne tecnologie, che offrono un’esperienza insieme visiva, tattile ed uditiva. Interessante la speciale tecnica di stampa ad adduzione con inchiostro trasparente in rilievo, utilizzata per integrare i testi in Braille e i disegni per semplificare la lettura con le mani, combinata ad immagini e parole con colori facilmente leggibili dalle persone ipovedenti, ma anche anziane o con leggeri problemi alla vista, una soluzione che garantisce l’integrazione tra vari pubblici di ogni età e “abilità”.
Si tratta di un approccio attento ai principi dell’Universal Design (“progettazione universale”) voluto dalle Associazioni Lettura Agevolata e Tactile Vision, che hanno replicato questo format nelle chiese di diverse città, tra cui Matera e Trieste [se ne legga anche sulle nostre pagine a questo e a questo link, N.d.R.].
I siti collegati a sei chiese rupestri della “Città dei Sassi” trasmettono ora la propria suggestiva bellezza attraverso supporti che attivano audio-video descrizioni in italiano, inglese e LIS, maxischermi interattivi touch screen, modelli 3D ruotabili e visori Oculus per l’esplorazione dei siti.
A Trieste, un ulteriore passo avanti che coniuga l’accessibilità e il dialogo interreligioso. Qui, infatti, il progetto Le chiese di Trieste… in tutti i sensi ha coinvolto, oltre alla Chiesa Cattolica di Sant’Antonio Taumaturgo, anche la Grande Sinagoga di Via San Francesco, la Chiesa Serbo-Ortodossa di San Spiridione e quella Greco-Ortodossa di San Nicolò.

La chiave di volta è sempre più tecnologica. Lecce, ad esempio, ha scelto la strada della visita virtuale per la Basilica di Santa Croce e altre nove chiese, tra cui la Cattedrale. All’interno del MUST, il museo storico della città, e nel complesso degli Agostiniani, sono state installate postazioni ad hoc.
E ancora, le chiese della città storica di Cosenza sono raggiungibili attraverso quattro percorsi georeferenziati senza ostacoli, disponibili nel web a GeoCammini e scaricabili gratuitamente sullo smartphone con l’app OsmAnd Maps.
Infine, il patrimonio romanico del Basso Sebino, in provincia di Bergamo, si è avvalso degli studenti dell’Istituto Superiore Lotto di Trescore Balneario, che mediante software professionali per la modellazione e la riproduzione in 3D, hanno rilevato gli spazi architettonici delle Chiese dei Santi Fermo e Rustico a Credaro e di Sant’Alessandro in Agros, a Villongo, al fine di ampliarne la visitabilità alle persone con disabilità visive.

Alcune delle iniziative qui illustrate non riguardano soltanto il turismo accessibile e la fruizione dei beni culturali, ma anche la libertà di culto, uno dei diritti fondamentali dell’uomo.
All’inclusione nella vita della chiesa, come segnalato recentemente anche su queste pagine, è dedicato il Premio Don Giovanni Brugnani – Parrocchie inclusive che il MAC (Movimento Apostolico Ciechi) promuove dal 2011 per valorizzare l’attività delle parrocchie che diffondono pratiche di inclusione delle persone con disabilità visiva e non (la partecipazione alla presente edizione è aperta ad ogni parrocchia d’Italia fino al 31 maggio prossimo).

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “La sfida dell’accessibilità che molte chiese antiche hanno vinto”). Viene qui ripreso, con minime modifiche e riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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