Noi, docenti fuori ruolo, da vent’anni tra precariato e discriminazioni

«Siamo docenti collocati fuori ruolo a tempo indeterminato, idonei al proficuo lavoro anche in presenza di condizioni cliniche quali malattie croniche o subacute, invalidità e/o disabilità acquisite, aggravate o più recentemente legate agli eventi pandemici. Da vent’anni viviamo in una situazione di precarietà e discriminazioni e recentemente abbiamo inviato un nuovo appello a Istituzioni, Sindacati, Associazioni e Organi di Stampa, per fermare le discriminazioni e migliorare le nostre condizioni»: riceviamo e ben volentieri pubblichiamo dal Coordinamento Docenti Collocati Fuori Ruolo

Uomo disperato, con le mani sulla facciaSiamo docenti collocati fuori ruolo a tempo indeterminato (da qui in avanti CFR), idonei al proficuo lavoro anche in presenza di condizioni cliniche quali malattie croniche o subacute, invalidità e/o disabilità acquisite, aggravate o più recentemente legate agli eventi pandemici.
Avevamo già presentato la nostra situazione su queste stesse pagine, nell’estate e nell’autunno dello scorso anno [a questo e a questo link, N.d.R.].
Su richiesta del Dirigente Scolastico o su istanza personale, siamo sottoposti a visita presso una Commissione Medica di Verifica, per valutare la compatibilità tra le nostre condizioni cliniche e gli incarichi che possiamo assumere, tenendo conto dell’evoluzione degli strumenti di compensazione delle singole patologie.
Spesso, però, le indicazioni e controindicazioni di queste Commissioni sono condizionate dall’impossibilità di conoscere la vastissima rosa di opportunità ed eterogeneità delle mansioni della Funzione Docente nei vari ordini di scuola (Infanzia-Primaria-Medie-Superiori-Università). E anche quando le indicazioni e controindicazioni delle Commissioni stesse sono congrue, abbiamo in ogni caso bisogno di disposizioni legislative e contrattuali efficaci che permettano, all’Istituzione Scolastica, di attivare e finanziare gli adattamenti ambientali, la flessibilità e l’appropriatezza organizzativa, oltre al buon senso, alla responsabilità civica e al rispetto per le condizioni individuali di ciascuno.

Da vent’anni viviamo in una situazione di precarietà e discriminazioni che non fanno onore ad un Paese all’avanguardia in materia di inclusione con stanziamento di risorse, normative e progetti. Situazione che ci impedisce di adempiere al «dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società» (articolo 4 della Costituzione).
Il 20 febbraio scorso abbiamo inviato a Istituzioni, Sindacati, Associazioni e Organi di Stampa un nuovo appello, per fermare le discriminazioni e migliorare le nostre condizioni. Tali discriminazioni sono dovute a concause economiche, culturali e legislative che si sono intrecciate nel tempo e che vengono elencate in una ricostruzione integrale da noi elaborata e disponibile a questo link. Ne vediamo comunque alcune anche in questa sede.

La disposizione di maggiore criticità la troviamo nella promulgazione dell’articolo 35 della Legge 289/02 e successive modifiche (Misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica), ove al comma 5 si prescriveva: «Transito nei ruoli dell’amministrazione scolastica o di altra amministrazione statale o ente pubblico oppure risoluzione del rapporto di lavoro dopo 5 anni».
I Legislatori hanno emanato questo provvedimento per recuperare, anche nel comparto scuola, le risorse atte a fronteggiare gli esiti della grande crisi di borsa 2000 e le emergenze internazionali come la guerra al terrorismo dopo l’attacco a New York del 2001.
Successivamente sono state adottate misure volte ad evitare la nefasta possibilità di licenziamento e, nel 2008 è stato stipulato un contratto di lavoro che, comunque, solo in minima parte rispondeva alle necessità/opportunità del nostro status di docenti CFR.
Nel 2009, poi, il nostro Paese ha ratificato, con la Legge 18/09, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità nella quale si dava «disposizione sulle misure che obbligano il datore di lavoro a rimuovere barriere di diversa natura che ostacolano la piena ed effettiva partecipazione delle persone disabili alla vita professionale su base di uguaglianza con gli altri lavoratori».
Insieme ad altre conquiste socio-culturali inclusive, si erano quindi alimentate le speranze di ottenere incarichi che garantissero massima efficacia e produttività che limitassero i costi anche sociali dello stress da lavoro correlato e che tenessero in debita considerazione gli enunciati del Dec reto Legislativo 81/08 (Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro). Speranze, queste, che rispondono ad esigenze fondamentali di tutti i lavoratori con disabilità o problemi di salute del pubblico impiego e del settore privato.
Per noi docenti CFR, però, i Legislatori che si sono avvicendati dal 2009 ad oggi, non hanno provveduto a fare realmente applicare la normativa inclusiva, perché condizionati dalla grande recessione del 2008 e dalle crisi istituzionali italiane che si sono susseguite dopo il 2011 (governi “tecnici”). Da allora, pertanto:
° L’avvicendarsi di Ministri e Sottosegretari e le indifferibili emergenze, non hanno aiutato il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, attuale MIM, Ministero dell’Istruzione e del Merito) ad emanare circolari e disposizioni idonee per sanare le discriminazioni.
° I Sindacati non hanno avuto modo di interagire con efficacia, nelle trattative per il rinnovo dei contratti.
° I Dirigenti, già gravati da responsabilità organizzative, amministrative e contabili, sono indotti ad assegnare ad altri docenti incarichi che, nella maggioranza dei casi, possono essere assolti da chi viene riconosciuto Relativamente Inidoneo (ad esempio le funzioni struimentali). L’attuale normativa, infatti, non permette loro di ottimizzare le imprescindibili attività operative, progettuali, formative ed educative in tutte le discipline del proprio ordine di scuola.
° Gli accomodamenti ragionevoli sono stati considerati sempre più come “esosi privilegi” anziché un’esigenza fondamentale quanto l’acqua o il cibo per ogni essere umano.

In un’ottica di lungimiranza economica (prevenire cioè peggioramenti che ricadranno poi sulla spesa pubblica), chiediamo di attivare – rivedere – estendere – implementare i seguenti strumenti contrattuali:
° lavoro agile;
° flessibilità organizzativa;
° monte ore settimanale che tenga conto dei bisogni e delle condizioni cliniche di ciascuno attraverso ad esempio: part-time senza penalizzazioni economiche e contributive; maggior numero dei giorni di comporto per malattia triennale; congedi per cure senza discriminazioni tra patologie; congedo straordinario (per un massimo di due anni ai caregiver, come da Decreto Legislativo 105/22), da estendere ai lavoratori e alle lavoratrici che si avvalgono dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92 e che si prendono cura di se stessi.

Tramite il Decreto Legislativo 151/01 sono state avviate importanti tutele a sostegno della maternità e della paternità e tante altre conquiste sono state promosse a garanzia di una qualità di vita che incide significativamente sul rendimento lavorativo di chiunque. Con il contributo di tutti, dunque, speriamo di veder concretizzare presto queste nostre proposte. Lo auspichiamo per noi e per qualunque lavoratore che deve fronteggiare condizioni cliniche avverse o disabilità assolutamente non desiderate.

coord.docenticfr@gmail.com (a questo link la pagina Facebook).

Raccogliamo anche il messaggio conclusivo del Coordinamento Docenti Collocati Fuori Ruolo, che invita a consultare i documenti disponibili nella pagina Facebook dello stesso, come i sei punti chiave delle vare richieste che avanziamo; ad approfondire, anche in termini legislativi/contrattuali, le proprie istanze nelle Argomentazioni articolate (a questo link); a scrivere a coord.docenticfr@gmail.com per approfondimenti e contatti; a dare ascolto ai sottoscrittori e sostenitori del Comitato.

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