Un importante precedente per le persone con il diabete e non solo

Rete Ferroviaria Italiana aveva comunicato a una lavoratrice che non era idonea a fare la capostazione, perché diabetica. Tale decisione aveva portato alla condanna, con conseguente ritiro dell’atto e rifusione della ricorrente, per condotta discriminatoria. Ora la Corte d’Appello di Genova ha confermato quel giudizio, stabilendo che «anche una persona con diabete tipo 1, in condizioni di controllo ottimale della malattia, gestita con idonei dispositivi medici, ha diritto a svolgere ruoli delicati come quello di capostazione». Un importante precedente e non solo per le persone con il diabete

Martelletto del GiudiceQuella commentata con estremo favore da Emilio Augusto Benini, presidente nazionale della FAND-Associazione Italiana Diabetici, è una Sentenza importante non solo per le persone con il diabete, direttamente coinvolte nella questione, ma anche per tutte le persone con e senza una malattia cronca, con e senza disabilità, discriminate nel mondo del lavoro.
La vicenda aveva preso le mosse quando RFI, la Rete Ferroviaria Italiana, società che gestisce le infrastrutture ferroviarie del nostro Paese, aveva comunicato a una lavoratrice che non era idonea a fare la capostazione, perché diabetica. Contro tale decisione la donna si era rivolta al Giudice, ottenendo poco più di un anno fa la condanna di RFI e INPS, che aveva dichiarato a propria volta l’inidoneità della persona, a ritirare l’atto e a rifondere la ricorrente, per condotta di natura discriminatoria.
Nei giorni scorsi, tramite la Sentenza 90/2023, la Corte d’Appello di Genova ha confermato il giudizio di primo grado, indicando che «anche una persona con diabete tipo 1, in condizioni di controllo ottimale della malattia, gestita con idonei dispositivi medici che sostanzialmente annullano il rischio di ipoglicemia, ha diritto a svolgere ruoli delicati come quello di capostazione».

«Questa Sentenza – dichiara Emilio Augusto Benini – è un risultato fondamentale, frutto della determinazione e soprattutto della sinergia e piena collaborazione tra pazienti, medici, e associazioni. Certifica che una persona con diabete, anche se indossa un microinfusore di insulina o deve ogni tanto controllarsi la glicemia, non è di certo impedita nello svolgimento al meglio del proprio lavoro, anche il più complesso».
«Siamo di fronte a un passaggio storico per le persone con diabete tipo 1», sottolinea l’avvocato Michele Nannei, consigliere nazionale della FAND che, coadiuvato dalla collega Tiziana Blengino, ha assistito la persona coinvolta, iscritta alla FDG, la Federazione Nazionale Diabete Giovanile, federata FAND. «Il messaggio è chiaro – aggiunge -:, se la persona si cura con attenzione e ha accesso alla più recente tecnologia disponibile, l’accesso ai posti di lavoro non può essere limitato o, peggio ancora, precluso».
«Questo pronunciamento – conclude Giuseppe Boriello, presidente della FDG – apre nuovi scenari sulla valutazione di idoneità all’assunzione per i diabetici, certificando finalmente che chi si avvale delle più recenti tecnologie non ha alcun impedimento a svolgere qualsiasi attività lavorativa». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Diego Freri (diego.freri@hcc-milano.com).

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