A quel Servizio Politiche Sociali si può accedere solo “di nascosto”

«Presso il Comune di Pescara l’accesso al Servizio Politiche Sociali è possibile solo da una porta secondaria per le persone con disabilità in carrozzina; l’ascensore, infatti, è presente, ma è inutilizzabile perché da oltre due anni è fuori servizio»: a denunciarlo è l’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, che sottolinea: «Come può essere accettabile che Sindaco e Assessori avvocati non sappiano che sul piano giuridico questa è una discriminazione indiretta ai sensi della Legge 67/06?»

Lido Contemori per «DM»

Disegno di Lido Contemori, realizzato in esclusiva per «DM», giornale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Per gentile concessione

«Presso il Comune di Pescara l’accesso al Servizio Politiche Sociali è possibile solo da una porta secondaria per le persone con disabilità in carrozzina; l’ascensore, infatti, è presente, ma è inutilizzabile perché da diversi anni fuori servizio»: a denunciarlo è l’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, spiegando come tale Servizio sia situato al primo piano del Palazzo ex INPS del Comune e che in passato proprio grazie alle battaglie condotte dall’Associazione stessa erano state costruite delle rampe per superare i gradini che consentono l’uso dell’ascensore. Quell’ascensore, però, è guasto da oltre due anni, senza che nessuno ne abbia disposto la riparazione, costringendo così le persone con disabilità in carrozzina ad accedere al Servizio da una porta secondaria.

«È evidente – sottolinea Clasudio Ferrante, presidente delle Carrozzine Determinate, che qui non si presta minimamente attenzione a cosa possa significare sul piano psicologico, per la dignità umana, di una persona prima ancora che persona con disabilità, entrare da un ingresso secondario, considerando che in quello stabile, oltre ad esserci le politiche sociali, ci sono altri uffici quali quelli del commercio, dell’ambiente, dei servizi, dei lavori pubblici, nonché gli uffici dei vari Assessori».

«Sicuramente – aggiunge amaramente Ferrante – anche in questa vicenda la colpa sarà sempre di “qualcun altro”, ma ci chiediamo come possa essere accettabile che Sindaco e Assessori avvocati non sappiano che sul piano giuridico questa è una discriminazione indiretta ai sensi della Legge 67/06 [Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”, N.d.R.]!».
«Il tempo, dunque, è scaduto – conclude – e la pazienza è terminata da un pezzo! Impegnati come siamo a portare la voce di tutte quelle persone con disabilità che si sentono ogni giorno discriminate in tutti gli àmbiti della vita sociale e politica, pretendiamo che i loro diritti di uguaglianza e parità con gli altri cittadini vengano una volta per tutte rispettati». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: carrozzinedeterminate@hotmail.it.

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