Ma ai partiti europei interessa che ogni elettore possa votare consapevolmente?

“Accesso negato”: dice tutto da sé il titolo del rapporto redatto dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, insieme alla Fondazione Funka, dal quale emerge con chiarezza che i siti web dei vari partiti politici europei sono ampiamente inaccessibili alle persone con disabilità, con alcune componenti che addirittura invertono del tutto le misure predefinite di accessibilità. Un chiaro segnale di quanto ancora sia irrisolto il problema della mancanza di accessibilità da parte dell’informazione politica, ciò che impedisce alle persone con disabilità di esprimere un voto informato e consapevole

Rapporto "Access Denied" (EDF-Funka, aprile 2024)

Rapporto “Access Denied” (EDF-Funka, aprile 2024)

Access Denied, ovvero “Accesso negato”: dice già tutto il titolo del rapporto redatto dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, insieme alla Fondazione Funka, impegnata nel settore dell’accessibilità digitale, dal quale emerge con chiarezza che i siti web dei vari partiti politici europei sono ampiamente inaccessibili alle persone con disabilità, con alcune componenti che addirittura invertono del tutto le misure predefinite di accessibilità. Un segnale sin troppo chiaro di quanto ancora sia irrisolto il problema della mancanza di accessibilità da parte dell’informazione politica, ciò che impedisce alle persone con disabilità (e non solo a loro, aggiungiamo) di esprimere un voto informato e consapevole.

Nel dettaglio di quanto evidenziato nel rapporto, che ha preso in esame i siti web dei sette principali gruppi politici europei (Partito Popolare Europeo, Partito dei Socialisti Europei, ALDE, Partito ECR, Verdi Europei, Sinistra Europea e Identità e Democrazia), si è potuto notare che tutti i siti analizzati presentano gravi problemi di accessibilità, escludendo completamente interi gruppi di utenti e rendendo difficile per altri l’accesso alle informazioni; che alcuni siti hanno rimosso attivamente il codice a vantaggio degli utenti, rendendo l’interfaccia meno accessibile; e ancora, che alcuni casi di contrasto cromatico insufficiente sono stati i peggiori che gli esperti coinvolti nell’esame avessero mai misurato prima.

Oltre a sottolineare le gravi carenze, il documento è stato elaborato anche per fornire un contributo costruttivo ai partiti e a tutti gli attori politici, nel tentativo di garantire che le informazioni da essi prodotte diventino accessibili alle persone con disabilità. In tal senso dovrebbero puntare innanzitutto sulla formazione di coloro che elaborano i siti e dell’altro personale interessato all’accessibilità per siti web, canali digitali ed editoria, coinvolgendo anche gli utenti finali con disabilità nella progettazione, nello sviluppo e nei test delle interfacce digitali, per garantire appunto che funzionino per tutti e tutte. Il tutto utilizzando lo standard europeo per le ICT accessibili (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) nell’acquisizione, nella progettazione e nello sviluppo delle stesse interfacce digitali.

«I risultati di questo nostro rapporto – commenta Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF – sono molto deludenti ma non sorprendono più di tanto: riflettono, infatti, la diffusa mancanza di attenzione all’accessibilità delle informazioni nel mondo politico. È quasi superfluo sottolineare, invece, che i partiti politici dovrebbero garantire che la loro comunicazione fosse accessibile a ogni elettore e elettrice, compresi quelli e quelle con disabilità».
«Alcuni contenuti – annota dal canto suo Susanna Laurin, presidente della Fondazione Funka – sono così difficili da trovare e/o leggere che mi chiedo se i partiti politici siano realmente interessati a che gli elettori comprendano il loro messaggio: dovrebbe altresì essere nel loro interesse raggiungere il maggior numero possibile di elettori ed elettrici». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: André Felix (responsabile della Comunicazione dell’EDF), andre.felix@edf-feph.org.

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