Fatica assistenziale e prepensionamento

Perché tardare ancora ad accordare il prepensionamento a quei genitori non più giovani che assistono il proprio figlio con disabilità grave? Sarebbe un provvedimento civile e farebbe anche risparmiare

Mano di adulto che assiste mano di bambiniLa fatica assistenziale a carico del genitore non più giovane che assiste “in casa” il proprio figlio disabile grave è un’attività fortemente usurante. Ma cerchiamo di esaminare punto per punto le ragioni di questa asserzione, per noi ovvia.
Innanzitutto si tratta di un lavoro fisicamente debilitante, che comporta spesso sollevamento di pesi notevoli, orari di lavoro oltremodo prolungati, assenza di adeguati periodi di riposo infrasettimanale e di ferie.
Si tratta inoltre di un lavoro che va svolto “ad ogni costo”, senza cioè tener conto dell’età e dello stato di salute di chi lo esegue.
E ancora, è un lavoro che riduce l’aspettativa di vita di chi lo svolge (soprattutto quella di una buona vita). Illuminanti a tal riguardo sarebbero recenti studi attuati negli Stati Uniti, paese notoriamente non tenero verso queste problematiche.
Infine, stiamo parlando di un lavoro che causa fortissimi stress esistenziali.

Se poi al lavoratore soggetto ad attività usurante venisse riconosciuto il merito sociale di produrre particolari vantaggi per la collettività, il nostro genitore-lavoratore “assistenziale” potrebbe da una parte consentire “la miglior vita possibile” ad una categoria di cittadini fortemente penalizzata da cause accidentali (i disabili gravi non sono certo tali per propria scelta!), dall’altra permettere allo Stato e agli altri enti preposti forti risparmi nei costi assistenziali (mancati ricoveri ospedalieri, mancata ospitalità in strutture assistite ecc. ecc.).
E potrebbe anche salvaguardare e valorizzare l’immagine “etica” della famiglia come cellula sociale capace di produrre e difendere i valori base dell’esistenza umana.
E allora perché tardare ancora ad accordare a questi genitori uno strumento che permetta loro di continuare a sopportare (magari con un sorriso ogni tanto) la loro fatica assistenziale? Questo strumento ci sarebbe. Si chiama prepensionamento e serve ad impedire che la fatica assistenziale divenga un’insopportabile “fatica esistenziale”.

*Presidente di ABC Liguria (Associazione Bambini Cerebrolesi) – appartenente alla Federazione Italiana ABC – e rappresentante dell’Associazione DopoDomani ONLUS.

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