All’inizio del 2018, in occasione delle precedenti elezioni politiche nazionali, avevamo dovuto denunciare con amarezza e senza mezzi termini la quasi totale assenza del tema della disabilità nei programmi dei partiti e dei movimenti che si presentavano agli italiani.
Quest’anno, a un mese dalle nuove elezioni che si terranno il 25 settembre, la situazione è decisamente diversa: la disabilità c’è, declinata in varie forme, nei programmi delle varie forze politiche che si misureranno alle elezioni. C’è chi dà più spazio al lavoro, chi a una radicale riforma del settore riguardante l’autosufficienza; c’è chi parla di LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali), chi di caregiver, chi ancora di incremento delle pensioni di invalidità, con un filo comune a più di un programma, che è quello relativo alla necessaria attuazione della Legge Delega in materia di disabilità (Legge 227/21). E altro ancora.
All’inizio di agosto, prima dell’arrivo dei vari programmi elettorali, la nostra Federazione [FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, N.d.R.] aveva pubblicamente diffuso un documento “appello” programmatico articolato in vari punti, tramite il quale chiedevamo politiche e servizi inclusivi, strumenti e interventi normativi adeguati, in linea con i princìpi fissati dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e con le indicazioni contenute nelle norme nazionali esistenti o in fase di completamento, quale proprio la già citata Legge Delega approvata alla fine dello scorso anno.
«Ma nonostante questi strumenti normativi – scrivevamo in testa a quel documento – e gli impegni politici susseguitisi, nonostante alcune buone norme e altrettanti pronunciamenti della Corte Costituzionale, le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione nella società e a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte d’Italia e in diversi momenti della loro vita».
«Per queste ragioni – concludevamo – il movimento delle persone con disabilità e dei loro familiari, chiede con determinazione un impegno non episodico nella direzione delle politiche e dei servizi inclusivi che vadano a bandire la segregazione, combattere l’abbandono, dare concretezza all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione sociale».
Durante l’elaborazione dei programmi elettorali abbiamo avuto contatti con tutte le forze politiche, esponendo ulteriormente le nostre istanze e registrando poi con favore la presenza in essi di una serie di punti indicati precedentemente nel nostro documento “appello”. L’abbiamo letto come un riconoscimento per la credibilità delle nostre proposte e “sulla carta” possiamo almeno per il momento dichiararci soddisfatti.
“Sulla carta”, però, perché ora vorremmo anche che i leader delle forze politiche in campo il 25 settembre si confrontassero pubblicamente con la nostra Federazione, per declinare direttamente quei segnali di attenzione per il mondo della disabilità in impegni precisi, se non in un vero e proprio contratto da sottoscrivere con l’intero movimento associativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, per obbligare chi andrà al governo a dare concretezza all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione sociale delle persone con disabilità. Noi siamo pronti e disponibili, con proposte chiare e concrete per alimentare il contraddittorio politico.
In altre parole, intendiamo essere in prima linea, diventando la “casa” di un confronto indipendente, trasparente e super partes tra i leader delle varie forze, in base a regole chiare, condivise e garantite, offrendo in tal modo ai cittadini e alle cittadine con disabilità, e non solo a loro, l’opportunità di scegliere il 25 settembre, avvalendosi della miglior informazione possibile.
Noi faremo la nostra parte andando a votare e invitando tutti e tutte a farlo, senza alcun ordine di scuderia, ma con piena libertà di coscienza, non rinunciando a collaborare con chi, in modo credibile, riterremo più vicino alle proposte della nostra Federazione e all’idea di Italia che ci vede impegnati ogni giorno con le nostre attività, un’idea basata su una nuova visione sostenibile, solidale e inclusiva, rispetto alla quale crediamo fermamente che si giochi il futuro del nostro Paese.
La palla, dunque, passa ai leader politici che vorranno accettare il confronto da noi proposto.