«Accade spesso che le sorelle e i fratelli di una bambina o un bambino con disabilità trovino difficoltà a dare da soli un senso alle proprie reazioni e ai propri sentimenti nei riguardi della famiglia. Procedere avendo a cuore una sorta di riconoscimento precoce dei bisogni e delle modalità di esprimerli degli “altri” figli e figlie può determinare un’evoluzione positiva del vivere quotidiano in questa specifica condizione familiare».
Viene presentato così il seminario intitolato Sorelle e fratelli. Crescere insieme con la disabilità, promosso a Bologna, per sabato 7 marzo (Aula Magna della Clinica Neurologica dell’Università, Via Foscolo, 7, ore 9-13), dalla Fondazione Ariel, in collaborazione con l’AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici) del capoluogo emiliano.
«I genitori di una bambina o di un bambino con disabilità – spiegano ancora gli organizzatori – sono costantemente chiamati a rispondere alle specifiche necessità che la presenza della disabilità impone e insieme a conciliare la preoccupazione di offrire a tutti i figli un’attenzione adeguata e una disponibilità rispettosa per ciascuno di loro. Sappiamo infatti quanto sia importante da parte di ogni bambina o bambino vedersi riconosciuti nei propri bisogni e nelle proprie peculiarità, nonostante la condivisione di una realtà familiare che pone inevitabilmente al centro delle risorse di tutti gli adulti coinvolti la necessità di far fronte alle gravi difficoltà che la presenza di una malattia o di un deficit permanente di un figlio porta con sé».
All’incontro parteciperanno, in veste di relatori, Antonella Cersosimo dell’Unità Operativa di Medicina Riabilitativa Infantile dell’Azienda USL di Bologna, Enrica Pietra Lenzi, presidente dell’AIAS di Bologna, Luisa Mondorio della Fondazione Ariel e Maria Cristina Pesci, medico specialista in Psicologia Medica, Psicoterapia e Sessuologia.
Per quanto riguarda infine la Fondazione Ariel, essa sviluppa attività di sostegno alle famiglie dei bambini con disabilità neuromotorie, con iniziative di formazione rivolte sia alle famiglie che al personale sanitario e ai volontari, oltre a promuovere anche attività di ricerca. (S.B.)