Patrizia Santangeli e Raffaella Milazzo hanno trascorso con il loro staff quasi due anni presso Esagramma – il Centro di Formazione e Terapia (Musica e Nuove Tecnologie per il Disagio Psichico e Mentale), frequentato a Milano da centoventi persone, bambini, giovani e adulti, che può contare anche sull’omonima Orchestra Sinfonica, composta da quaranta elementi, ventiquattro dei quali adolescenti o adulti con problemi di disabilità intellettiva o autismo – per conoscere, riprendere, intervistare, osservare in silenzio, comprendere i ragazzi che frequentano il Centro, i loro genitori, gli operatori, i fondatori e testimoniare il loro lavoro e impegno.
Ne è risultato Allegro Moderato, «un documentario sulla musica, sulla passione che genera energia e trasforma in eccezionale ciò che il destino ha voluto debole», 77 minuti intensi, che mostrano appunto i ragazzi di Esagramma impegnati nelle prove e in concerti, raccogliendo i pensieri di alcuni genitori, catturando piccoli e grandi eventi quotidiani, riportando le parole degli educatori. Un documentario in cui «la storia e le storie dell’Orchestra si intrecciano con l’atmosfera di Milano, città fredda per definizione, in realtà accogliente, viva e con poche nuvole, meno di quelle che tutti ricordano a memoria. Basta saperla guardare. Così come basta saper guardare i musicisti che provano, si impegnano, sbagliano, ridono, per scoprire che la musica è vita vera, anche per chi nella vita non è partito alla pari degli altri».
Allegro Moderato verrà dunque proiettato giovedì 2 aprile al Cinema Anteo di Milano (ore 21, ingresso gratuito fino a esaurimento posti), iniziativa promossa con il patrocinio e il contributo della Delega alla Partecipazione e alla Tutela dei Diritti delle Persone con Disabilità della Provincia di Milano, di cui è responsabile Ombretta Fortunati. «La Provincia – commenta quest’ultima – è lieta di contribuire a valorizzare l’iniziativa di Esagramma che va nel senso dell’inclusione e del coinvolgimento attivo delle persone con disabilità, attraverso una forma artistica emotivamente forte come la musica, con una continuità di lavoro costruita giorno per giorno». 77 minuti, insomma, per guardare le persone con disabilità con occhi diversi. (Alice Prencipe)