Un incontro, il 21 ottobre 2009, con i vertici di Trenitalia, e la presentazione di un documento con sette richieste fondamentali, per ottenere una razionalizzazione del servizio di trasporto ferroviario riguardante le persone con disabilità e in particolare quelle con disabilità visiva: era stata questa la prima iniziativa promossa dal Movimento Rinnovamento Democratico (Nulla su di Noi, Niente senza di Noi), alla quale, però, erano seguiti mesi di totale silenzio, dopo i quali lo stesso Movimento aveva deciso di organizzare una mobiltazione a Roma, ottenendo un ulteriore incontro il 15 aprile scorso (di tutto si legga nel nostro sito cliccando qui).
Ma il silenzio è continuato – e soprattutto la mancanza di atti concreti – ciò che potrebbe richiedere, secondo Michele Lastilla di Rinnovamento Democratico, «un’intensificazione della protesta, anche perché è noto che le nostre rivendicazioni non comportano impegni di spesa per Trenitalia».
In più, denuncia lo stesso Lastilla – raccontando un fatto che lo ha direttamente coinvolto al ritorno dalla manifestazione nazionale del 7 luglio a Roma, promossa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), contro la Manovra Finanziaria – «i disservizi, la scortesia e la disattenzione del personale viaggiante nei confronti della clientela disabile si aggravano», nonostante Amedeo Piva, direttore delle Politiche Sociali del Gruppo Ferrovie dello Stato-Trenitalia avesse assicurato il suo pronto intervento, almeno su questo piano. «Ma gli eventi – scrive Lastilla, rivolgendosi direttamente a Piva – dimostrano che le sue dichiarazioni sono rimaste solo intenzioni».
«Ebbene – continua la lettera – saprà che il treno ad alta velocità Roma-Lecce delle ore 14.45, superata la stazione di Foggia, ha investito una persona che è deceduta. Lei sa anche, naturalmente, che il treno non può ripartire se non dopo tutti i controlli e le verifiche della autorità giudiziaria e che queste operazioni richiedono almeno due, tre ore di tempo. Il personale viaggiante era a conoscenza che a bordo del treno c’erano persone con disabilità e perciò denunciamo l’assoluta disattenzione e il totale disinteresse nei loro confronti, da parte di quello stesso personale viaggiante».
«Il rispetto di quanto stabilito nei confronti dei viaggiatori con disabilità – conclude la lettera – non deve infatti dipendere dal grado di sensibilità posseduto da un singolo dipendente, ma dev’essere una regola e il suo mancato rispetto dev’essere oggetto di grave sanzione. Confidiamo dunque, Gentile Dottor Piva, che vorrà evitare a noi una manifestazione – questa volta ad oltranza – per il silenzio di Trenitalia, oltre che un ulteriore degrado dell’immagine dell’azienda, fornendo risposte precise che riguardino fatti e non semplici dichiarazioni di principio». (S.B.)