È notizia dell’Ultim’Ora quella diffusa da FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), che in una nota congiunta riferiscono dell’«impacciata marcia indietro» dei senatori Giuseppe Esposito e Cosimo Latronico, relatori di quell’emendamento n. 9143 all’articolo 9, comma 15 della Manovra Finanziaria, che consentirebbe di aumentare il numero degli alunni in una classe ove ve ne sia uno con disabilità, in deroga al limite di venti, previsto dall’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09.
Un provvedimento, com’è noto, che ha già suscitato le dure proteste delle stesse Federazioni FISH e FAND, oltre che di associazioni come l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) o di coordinamenti come di CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), ciò di cui abbiamo ampiamente dato informazione nel nostro sito (se ne legga cliccando qui, qui e qui).
In sostanza, i relatori in Commissione Bilancio del Senato dell’emendamento “incriminato” hanno dichiarato in una nota che «lo scopo e l’obiettivo è quello di ridurre il numero degli iscritti all’interno delle classi in cui ci sono alunni affetti da disabilità. Perciò non c’è volontà di penalizzare i disabili nelle scuole, piuttosto quella di favorire l’apprendimento e la scolarizzazione di questi grazie a classi sempre meno affollate». «Peccato però – ribattono i presidenti di FISH e FAND, Pietro Barbieri e Giovanni Pagano – che l’emendamento esprima l’esatto contrario e che la spiegazione dei due senatori sia così poco convincente da costringerli ad aggiungere: “Per questa ragione, qualora il testo dell’emendamento possa dare adito a fraintendimenti di sorta, affidiamo al Relatore e al Governo, in sede di formulazione del maxi-emendamento, il compito di adottare quelle scelte che consentano di raggiungere l’obiettivo di una migliore integrazione dei soggetti affetti da disabilità nel contesto scolastico”».
La “palla” passa dunque al Governo, insieme alla responsabilità di sistemare il “pasticcio” combinato in Commissione Bilancio. «A questo punto – secondo FISH e FAND – l’unica soluzione è la soppressione di quell’emendamento, raffazzonato tecnicamente oltreché di portata devastante, come si è già avuto modo di affermare. Ma l’ultima speranza sta nella redazione del maxi-emendamento in via di presentazione in queste ore e su cui il Governo porrà la fiducia. Fino a quel momento la qualità dell’integrazione scolastica rimarrà praticamente appesa a un filo». (S.B.)
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