A Cuneo, da quasi due anni, si apprezza un’incredibile manifestazione di solidarietà verso una persona con disabilità, che fino a qualche anno fa era soprannominata “il Fenomeno” o semplicemente “il Dotto”. Infatti, sono passati circa diciotto mesi da quando Sandro Dutto ha avuto un aneurisma cerebrale.
Nato a Torino nel 1959, amante dell’avventura, Sandro ha iniziato a viaggiare nel 1981 in Africa, rimanendo affascinato dalla variegata bellezza di quel continente, che esplorerà quasi tutto, partecipando – tra l’altro – anche alla mitica gara Parigi- Dakar. La passione per i motori e per lo sport lo spinge a sperimentare moltissime specialità, tra le quali il volo libero. Nel 1990, poi, una caduta con il parapendio lo rende paraplegico. Sandro, però, ha continuato imperterrito a coltivare le sue passioni: è pilota di ogni mezzo motorizzato, campione motociclistico di enduro, istruttore di guida 4×4 per disabili e viaggiando dall’Africa all’Asia, ha visto almeno mezzo mondo in circa trent’anni.
Dutto è stato anche uno dei soci fondatori, nel 1994, dell’Associazione P.A.S.S.O. (Promozione Attività Sportiva Senza Ostacoli) di Cuneo, che si occupa di sport delle persone con disabilità. E ancora, da quindici anni – sempre nella città piemontese – è membro del Comitato Direttivo della Scuderia Veltro e organizzatore della Ruota d’Oro Storica a Cuneo, gara di regolarità per auto storiche.
Nel maggio del 2005 ha organizzato un viaggio da Boves (Cuneo) a Pechino e ritorno, con due camion adattati a camper, toccando – in sei tappe successive – gli Stati dell’Asia Minore; nei suoi veicoli Sandro ha ospitato comodamente dodici amici per ventiquattro giorni.
Ultimo, ma non certo ultimo, è stato protagonista della fantastica avventura di AdriArtica, straordinario viaggio intriso di temerarietà e tenacia, che da disabile ha intrapreso nel 2009 da Venezia a Capo Nord, con una speciale moto a tre ruote in compagnia di un altro centauro [di quest’ultima “sfida” si legga ampiamente anche nella nostra intervista a Sandro Dutto, pubblicata con il titolo Quelle sfide necessarie e disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Purtroppo, dal luglio del 2010, come si è detto all’inizio, i viaggi di Sandro hanno dovuto subire uno stop. Sin dai primi momenti del suo ricovero in terapia intensiva, dopo l’aneurisma cerebrale, si è temuto per la sua vita e insieme è montata la rabbia e l’ingiustizia per la “scure del destino”, accanitasi così tanto verso quest’uomo determinato e coraggioso. Tutti i suoi tantissimi amici hanno cominciato a fare dei turni per rimanergli continuamente vicino. Poi Sandro è uscito dalla terapia intensiva ed è stato ricoverato per molti mesi in un reparto di riabilitazione.
Ha reagito, ha sopportato ore di estenuanti sedute di fisioterapia e logopedia, sempre paziente nei lunghi mesi di rieducazione al linguaggio e all’eloquio e al riassetto delle facoltà cognitive e mnemoniche. Ha gratificato così quanti si davano l’appuntamento giornaliero per stargli vicino in ospedale.
«All’inizio – ci confida Dario – c’era la necessità di aiutarlo nell’espletamento di semplici cose. Poi, dopo il miglioramento, ci alternavamo a fargli compagnia nelle lunghe giornate in ospedale. C’era chi portava a casa i panni da lavare oppure chi passava solo per un saluto. C’è stata una vera e propria gara di solidarietà verso una persona squisita, buona e bisognosa».
«Con un bel gruppo – prosegue Giorgio – ci siamo anche tassati (ma questo Sandro non lo sa), perché le ore di logopedia che l’ASL di competenza riusciva a fornire non erano sufficienti per il suo miglioramento e così abbiamo individuato una persona specializzata privata che lo seguisse a domicilio. Abbiamo poi creato una pagina di Facebook (Amici di Sandro Dutto), per meglio organizzare i “turni”, in modo da permettere a tutti di stargli vicino, ma soprattutto per dare notizie immediate sullo stato di salute del “Fenomeno” a tutti i suoi amici, sparsi nella provincia di Cuneo, in Piemonte, in Italia e anche in Svizzera».
«Abbiamo sentito – concludono tutti all’unisono – che era un dovere morale, per noi che lo conosciamo da tanti anni, ricondurre alla piena autonomia una persona che non si è mai arresa, che ha sempre lottato e che sopratutto è andata oltre i limiti… sempre!».
Questo, dunque, vuole essere soprattutto un ringraziamento per quanti – e sono centinaia – in tutto questo tempo hanno provveduto alle necessità di Sandro, dalle più importanti alle più semplici, come ad esempio prendere un caffè al bar. Citarli tutti sarebbe impossibile, dimenticheremmo certamente qualcuno.
Concludiamo perciò con l’auspicio che Sandro continui a migliorare e recuperare al 100% le sue facoltà. Il sogno più grande del “Dotto” è quello di riavere la patente per una completa autonomia e, perché no, potere realizzare ancora tanti viaggi!
*Servizio realizzato per il sito «Disabiliabili.net», e qui ripreso, per gentile concessione, con alcuni riadattamenti al contesto.