Invalidità civile: quel testo va ritirato

Ricevuta in audizione dalla Commissione Affari Sociali della Camera, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha ribadito le proprie critiche a quello schema di Decreto che dovrebbe rivedere le Tabelle dell’invalidità civile, ritenuto «debole, inadeguato e arretrato scientificamente», oltreché in aperto contrasto con la Convenzione ONU. E alcuni Parlamentari sembrano avere recepito…

Mano con pollice verso«È sufficiente ricordare che questo schema di Decreto discende dall’articolo 20 della Legge 102/09, intitolato Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile, per capire che l’interesse primario non è proprio quello della tutela della salute delle persone».
Così ha dichiarato Pietro Barbieri, all’uscita dalla Commissione Affari Sociali della Camera, dove la delegazione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) era stata convocata in audizione – come avevamo anticipato nei giorni scorsi – in riferimento all’esame dello Schema di Decreto Ministeriale concernente l’approvazione delle nuove tabelle indicative delle percentuali di invalidità per le menomazioni e le malattie invalidanti (Atto della Camera n. 507), testo ritenuto inemendabile dalla stessa FISH.

La Federazione, dunque, ha espresso alla Commissione Affari Sociali tutte le proprie critiche allo schema di Decreto, a partire dalla chiara violazione dei princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, con la Legge 18/09. Secondo la FISH, infatti, «la visione del documento è puramente sanitaria, senza alcuna attenzione alle difficoltà e agli ostacoli all’inclusione e alle pari opportunità».
Le nuove procedure, inoltre – a causa delle numerose ulteriori certificazioni specialistiche previste – produrrebbero certamente un aumento dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale e del Cittadino, «una complicazione e un sovraccarico – ritiene la FISH – che mal si coniugano con le recenti tendenze alla semplificazione amministrativa e alla cosiddetta “spending review”».
E ancora, viene decisamente contestata anche «la debolezza, inadeguatezza e arretratezza scientifica dello strumento di valutazione che si continua ad adottare», pensando ad esempio all’utilizzo del concetto di «incapacità lavorativa generica», risalente addirittura agli Anni Venti del Novecento. «Al contempo – rileva la Federazione – lo schema di Decreto non fornisce incredibilmente alcuna indicazione per la valutazione specifica degli atti quotidiani della vita, cioè del requisito principale che serve ad accedere all’indennità di accompagnamento. Si preferisce, pertanto, lasciare carta bianca all’INPS».

«Nei prossimi giorni – ribadisce Barbieri, riprendendo una posizione già evidenziata in precedenza – chiederemo al ministro della Salute Renato Balduzzi di ritirare lo schema di Decreto e di avviare un confronto per giungere a criteri di valutazione della disabilità rispettosi dei princìpi fissati da un atto internazionale sottoscritto e ratificato anche dal nostro Paese, com’è appunto la Convenzione ONU».
Va per altro segnalato con soddisfazione che al termine dell’audizione, la deputata Margherita Miotto ha anticipato che il Gruppo del Partito Democratico (PD) chiederà il ritiro dello schema di Decreto e che una profonda revisione dello stesso è stata chiesta anche dal deputato del Popolo della Libertà (PdL) Carmelo Porcu. Di «cultura del sospetto, quale retropensiero del documento in discussione», ha parlato infine Paola Binetti, deputata dell’Unione di Centro (UDC), invitando a propria volta i colleghi a suggerirne il ritiro. (S.B.)

Nel sito della FISH, sono disponibili anche, in versione integrale, le Osservazioni presentate dalla Federazione alla Commissione Affari Sociali della Camera. Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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