Solo un punto da cui ripartire

È di 315 milioni di euro il rifinanziamento del Fondo per la Non Autosufficienza, «ancora pochi, ancora insufficienti – commenta Pietro Barbieri, presidente della FISH – ma almeno un’inversione di tendenza, un punto favorevole da cui ripartire». È la stessa FISH a spiegare perché 40 di quei milioni siano solo “virtuali” e quali forze abbiano “remato contro”, a partire dal Governo Monti

Governo Monti

Non è stato certo grazie all’iniziativa del Governo Monti se il Fondo per la Non Autosufficienza ha potuto essere rifinanziato, seppure in modo ancora del tutto insufficiente

Dopo le ultime, convulse fasi dell’iter parlamentare della Legge di Stabilità – la vecchia Manovra Finanziaria, di cui è ormai imminente l’approvazione – è la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) a ripercorrere in un comunicato la “storia” di queste ultime settimane, guardando segnatamente al rifinanziamento del Fondo per la Non Autosufficienza.
«Qualche settimana fa – si legge nella nota -, in seguito a una drammatica manifestazione, alcune persone malate di sclerosi laterale amiotrofica del Comitato 16 Novembre (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti) erano state ricevute dal sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo. L’istanza era molto chiara: prevedere un finanziamento di ulteriori 200 milioni di euro per il Fondo per la Non Autosufficienza, che sarebbe così salito a 400 milioni di euro. Polillo, complice anche la notevole enfasi mediatica, rassicurò il Comitato sul fatto che il Governo avrebbe trovato, nella Legge di Stabilità, la copertura per quel Fondo. All’incontro era presente anche il senatore Ignazio Marino che da parte sua aveva offerto la garanzia di riuscire ad identificare in pochi giorni, anche ricorrendo ai NAS, il numero delle persone non autosufficienti in assistenza continua che usino apparecchi medicali salvavita».
«Circa la credibilità delle due asserzioni  – prosegue il comunicato -, la FISH ha sempre nutrito ed espresso forti perplessità, continuando quindi a mantenere interlocuzioni parlamentari e tentando di garantire un sostegno da parte dei Senatori chiamati ad esaminare la Legge di Stabilità».

A questo punto, si arriva ai giorni scorsi, quando, in Commissione Bilancio del Senato, il Governo – sottosegretario Polillo incluso – non ha presentato dapprima alcun emendamento per integrare il Fondo per la Non Autosufficienza, mentre poi – su pressione di alcuni parlamentari del solo Partito Democratico – ha inserito la disponibilità di 40 milioni di euro. Secondo la FISH, tuttavia, si tratta di una disponibilità solo «virtuale, dal momento che quei 40 milioni dovrebbero derivare dalla nuova ondata di controlli sui “falsi invalidi” previsti in misura di 150.000 all’anno per i prossimi tre anni. Una cifra assai improbabile, visto che nel solo 2012, e per il solo ricorso a medici esterni, l’INPS ha speso 37 milioni di euro, deputati proprio a questi controlli. Di fronte quindi ai deboli risultati di una campagna che dura ormai da quattro anni e che ha comportato il controllo già di 800.000 persone, oltre a ritardi nell’ordinaria amministrazione e centinaia di migliaia di ricorsi, la cifra prevista dal Governo è assai poco credibile. Inoltre, nella migliore delle ipotesi, i “ricavi” derivanti dalle revoche delle pensioni “indebitamente percepite” sarebbero disponibili solo alla fine del 2013. Questa, in sostanza, è stata la “soluzione” governativa!».

Pertanto, solo grazie agli emendamenti di alcuni deputati – segnalando, per la cronaca, che forze politiche come il PdL e l’UDC sono state totalmente assenti da questa iniziativa – la Commissione ha approvato in extremis un emendamento che aggiunge ulteriori 75 milioni di euro al Fondo per la Non Autosufficienza, arrivando a 115 milioni (compresi quei 40 “variabili” di cui si è detto), che si aggiungono ai 200 già approvati dalla Camera. In totale, quindi, 315 milioni di euro.
«Ancora pochi, ancora insufficienti – è il commento del presidente della FISH Pietro Barbieri – ma almeno un’inversione di tendenza: negli ultimi due anni, infatti, il Fondo era rimasto azzerato e l’ultimo finanziamento risaliva a cinque anni fa, accomunato nel suo destino agli altri Fondi per il Sociale ridotti in cinque anni del 90%. Questo, quindi, è solo un punto favorevole da cui ripartire per le nostre iniziative di rivendicazione e proposta». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.

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