Non si può più ignorare la crescita del non profit

I dati dell’Istat lo confermano: è il non profit il settore più dinamico del sistema produttivo italiano, ed esso contribuisce sostanzialmente al rilancio dello sviluppo e alla tenuta della coesione sociale. «Ora però – dichiara Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – servono segnali forti di riconoscimento e un cambio di rotta rispetto al passato, da parte delle forze politiche»

Molti omini azzurri, con le mani attaccate tra di loroIl mondo del non profit cresce e si diversifica, dimostrandosi il più dinamico del sistema produttivo italiano. Lo hanno confermato i primi risultati del 9° Censimento Istat su imprese, pubblica amministrazione e non profit, che hanno registrato 301.191 istituzioni non profit attive in tutta Italia, con un incremento pari al 28% rispetto all’ultima rilevazione del 2001.  «Si tratta – commenta Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore – di un dato positivo e decisamente significativo, che dimostra quanto il Terzo Settore sia diffuso, radicato e forte nel nostro Paese».

I dati dell’Istat hanno fotografato un settore che conta sul contributo lavorativo di 681.000 dipendenti, 270.000 lavoratori esterni, 5.000 lavoratori temporanei e 4 milioni e 700.000 volontari. «Numeri decisamente rilevanti – prosegue Barbieri – che confermano il peso che il nostro mondo ricopre nel tessuto economico, sociale, culturale e produttivo del Paese e che ribadiscono il ruolo importante che ha per la tenuta dello stesso, specialmente in questo momento di crisi, e per garantire un nuovo modello di sviluppo nel quale, ci auguriamo, il welfare venga valorizzato come una risorsa sulla quale investire».
«E tuttavia – conclude il portavoce del Forum – un Terzo Settore che contribuisce al rilancio dello sviluppo e della tenuta della coesione delle comunità dev’essere accompagnato da segnali forti di riconoscimento. Ci auguriamo pertanto un salto di qualità da parte delle forze politiche, che devono essere in grado di cogliere e valutare con la stessa nostra attenzione il valore di questi numeri, mettendo in atto un cambio di rotta rispetto al passato e restituendoci forti segnali di riconoscimento che non possono più tardare». (A.M.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@forumterzosettore.it.

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