Da SuperMario al “Superman dei poveri”

«Grazie a quel tizio fintosi disabile – scrive Antonio Giuseppe Malafarina -, che ha invaso il campo durante una partita dei Mondiali di Calcio, abbiamo perso la faccia un po’ tutti noi italiani, riuscendo a farci passare per “furbastri”, nemmeno troppo bravi, di fronte agli occhi del mondo». E aggiunge: «Proprio da supereroe, da Superman, doveva travestirsi per la sua esibizione? Da Super Mario a “Superman dei poveri”. Più ridicoli di così…»

2014, Mondiali di Calcio in Brasile: il "finto disabile" si alza dalla carrozzina

Il “finto disabile” si alza dalla carrozzina e si appresta a invadere il campo, durante Belgio-USA, partita di calcio dei Mondiali in Brasile

Eppure credevo in Balotelli, invece mi ha deluso e con lui tutta la squadra. Povera Italia. Come se non bastasse, mentre Grillo promuoveva l’Italia come il Paese dove «giammai investire che si mangia tutto la mafia», l’ennesimo antispot sul Bel Paese è arrivato in diretta durante la partita dei mondiali Belgio-USA.
Un tizio, non voglio manco nominarlo, si alza da una carrozzina, entra in campo con un costume a sostegno di Ciro Esposito e dei bambini delle favelas brasiliane e viene braccato dalla sicurezza. Richiamo delle autorità, tante scuse alle persone disabili, carrozzina donata ai bisognosi del posto e Jérôme Valcke, segretario generale della FIFA, la Federazione Mondiale del Calcio, che sentenzia: «Questa persona è l’esempio peggiore. È una vergogna. Dovrebbe essere sanzionata, sta andando contro tutto ciò che noi facciamo per garantire un posto a chi ne ha diritto». Fine della notizia. E a noi che ce ne cale?
A me moltissimo. Il segretario della FIFA, infatti, tira in ballo le persone con disabilità e il loro diritto, violato, a fruire di posti riservati per guardare le partite. Secondo me, il punto non è questo, e parlo da italiano prima ancora che da giornalista garante dei diritti delle persone disabili, ma vedremo più avanti.
A me ’sto tizio fa venire in mente il film I mostri oggi, dove un ragazzo finge passione per una ragazza in carrozzina, lei ricambia, lui la porta su una giostra e la molla lì per appropriarsi della sedia ed entrare gratis allo stadio. Qui c’è del sarcasmo, nel gesto in Brasile stupidità.

Il fine giustifica i mezzi. Almeno per alcuni. Specie per gli idioti che travisano i concetti di Machiavelli. Manifestare a favore di Ciro Esposito, morto a seguito degli scontri precedenti l’ultima finale di Coppa Italia, è un fine buono quanto schierarsi a favore dei bambini delle favelas, però certe cose si fanno con criterio, sennò prevalgono altri messaggi.
Qui ha prevalso quello del sopruso di un diritto. È prevalsa la logica dei “falsi invalidi”, che vedo che non solo in Italia si presta a copertina della propaganda sulla disabilità. Ma era così difficile da immaginare? Non si sapeva che una scelta di questo tipo avrebbe fatto indignare? Naturalmente col rischio, poi occorso, di spostare l’attenzione.
Forse il tizio non lo sapeva. Forse, pur falsificando accuratamente la documentazione comprovante la deficienza – fisica -, era all’asciutto di come funziona il mondo della disabilità, con le proprie dinamiche mediatiche a corollario. Forse la colpa è nostra, che non riusciamo a far capire come stiano le cose.
Prima di recitare il mea culpa, però, mi chiedo se davvero sia possibile tutto questo. Se uno possa essere così disinformato da non capire, compiendo un gesto, quali siano gli effetti. E che si informi, allora! Già che l’invasione di campo è un gesto da non compiere, per cui chi lo mette in pratica si assume la responsabilità di violare la legge, ma che uno lo faccia senza capire che molto probabilmente otterrà un risultato negativo è un’aggravante. E lo è ancora di più se questa passa da un gesto pianificato a vanvera, dove si sfrutta la disabilità senza sapere che c’è tutto da perdere.

E infatti abbiamo perso. Grazie a costui abbiamo perso la faccia un po’ tutti noi italiani. Non bastavano Prandelli e compagnia bella, siamo riusciti a farci passare per “furbastri”, nemmeno troppo bravi, di fronte agli occhi del mondo. Lo so, di questo tizio forse non avrei neanche dovuto parlare per non fornirgli popolarità, ma io non me la sento di tacere di fronte a una questione che, come dire, tocca la mia carrozzina e il mio buon costume.
Ecco, a proposito di costume, scusate ma questa non so trattenerla: ma il tizio proprio da supereroe, da Superman, doveva travestirsi per la sua esibizione? Da Super Mario a “Superman dei poveri”. Più ridicoli di così…

Testo apparso anche in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Invasione di campo”). Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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