Quelle piccole croci lungo la strada

È dedicato all’amore di Ada e Marco per Chiara, il testo che oggi ripubblichiamo, a firma dei Genitori della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), dopo la scomparsa della figlia di Marco Espa, componente della Giunta della FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e della stessa Federazione Italiana ABC

Mano di adulto che stringe quella di un bimbo o una bimbaÈ molto brutta, oggi, la notizia che apre la nostra pagina di attualità. Riguarda infatti la scomparsa di Chiara, figlia di Marco Espa, componente della Giunta della FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), già Consigliere della Regione Sardegna e anche apprezzata firma della nostra testata.
Giorgio Genta, nostro insostituibile collaboratore e anch’egli componente della Federazione Italiana ABC, ci scrive: «Chiara ci ha lasciato e ora è in un posto ove non esiste disabilità, ma solo amore». Più che volentieri ne accogliamo la richiesta di riprendere un testo da noi pubblicato qualche anno fa, a firma dei “Genitori della Federazione Italiana ABC”, «dedicato all’amore di Ada e Marco per Chiara».

Sono tanti i nostri ragazzi che si sono fermati per strada, dopo avere combattuto per molti anni assieme ai loro genitori una battaglia durissima che era quasi impossibile vincere. Ma è proprio in quel “quasi” che è racchiuso il significato delle loro e delle nostre esistenze.
Infatti, se fosse stato semplicemente impossibile vincere, saremmo stati dei folli. Ma era quasi impossibile, e folli non eravamo, né lo siamo, se abbiamo privilegiato su tutto la speranza di una vita vera, improbabile forse ma non impossibile. Anche per i più gravi.
Alcune di queste vite sono durate pochi anni. Altre molto di più. Altre ancora più di ogni ragionevole previsione, e durano tuttora. Ma indipendentemente dalla loro durata ci hanno insegnato moltissimo, praticamente tutto quello che sappiamo e che conta davvero: che l’amore paga sempre, che i valori veri vanno ricercati nel sorriso (anche nel sorriso di chi non può sorridere) dei nostri figli con disabilità, che gli anni dedicati a loro  (anni faticosissimi!) non sono mai anni persi e che questo investimento (alla faccia di economisti, edonisti, “nani e ballerine”) ha un rendimento che non ha uguali. Almeno nei nostri cuori.

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