Quell’attenzione ai diritti delle persone con disabilità

«L’auspicio – scrive Claudio Arrigoni – è che quella riga del discorso di insediamento del neoeletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella (“Garantire la Costituzione significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità”), venga recepita a tutti i livelli, dal più grande, quello della costruzione delle leggi che regolano la vita sociale, al più piccolo, nella vita e negli incontri di ogni giorno»

C’è stato spazio anche per la disabilità e per le persone che vivono in questa condizione nel discorso d’insediamento del neoeletto Presidente della Repubblica: «Garantire la Costituzione […] Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità». Poche parole, ma che segnano un percorso. Anche per il modo in cui il presidente Mattarella le ha espresse, con i termini corretti e la giusta attenzione, quella sui diritti.

Sergio Mattarella, durante il messaggio di insediamento, 3 febbraio 2015

Il neoeletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il messaggio d’insediamento pronunciato a Palazzo Montecitorio

Il richiamo diventa fondamentale per capire la direzione che questa Presidenza intende prendere verso chi ha disabilità perché fa riferimento alla Costituzione e alla sua applicazione: «La garanzia più forte della nostra Costituzione – ha detto anche Mattarella – consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno». Quel “giorno per giorno”, legato alla disabilità, comprende non solo un’enunciazione teorica, ma soprattutto la percezione delle difficoltà che la quotidianità pone quando ci si trova di fronte alle tante barriere di ogni tipo che non permettono una vita piena a chi ha disabilità. Non una “concessione” di una società costruita per altri, ma un “diritto” in una società che è per tutti.
“Rimuovere le barriere” vuol dire insomma passare a una cultura che punti a sviluppare le abilità di ognuno e non a guardare in primo luogo alla condizione di disabilità.

Lo si nota anche dalla scelta del linguaggio: «persone con disabilità». Non disabili, o peggio ancora “diversamente abili” o “invalidi”, come ancora si usa in campo legislativo. Il presidente Mattarella usa la dizione corretta: la persona al primo posto, la condizione, se serve (e qui serve), a seguire. Prima di tutto si è persone. Si segna un passo avanti, che dovrebbe essere normale, ma ancora non lo è, nell’espressione di un “parlare civile”. Una persona non dev’essere scambiata con la sua condizione. E quanto è importante che la più alta carica dello Stato si esprima così!

L’auspicio è dunque che quella riga, così importante, nel primo discorso ufficiale di Sergio Mattarella quale presidente della Repubblica venga recepita a tutti i livelli, dal più grande, quello della costruzione delle leggi che regolano la vita sociale, al più piccolo, nella vita e negli incontri di ogni giorno.

Testo già apparso – con il titolo “Disabilità e diritti nel discorso del Presidente” – in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it». Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

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