Cosa vuol dire sentirsi italiani?

«Gli entusiasmi e le fragilità dei nostri ragazzi ci possono suggerire un modo diverso di stare insieme, di sentirci italiani»: lo dichiara Roberto Gandini, coordinatore artistico del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli di Roma, la cui magia tornerà dal 2 al 5 giugno al Teatro Argentina della Capitale, con “Carosello italiano”, ovvero “Cosa vuol dire sentirsi italiani?”. In 22 anni di attività, il Laboratorio Gabrielli ha dato a più di 18.000 ragazzi, con e senza disabilità, l’opportunità di un affascinante percorso di crescita personale attraverso il teatro

Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, Roma

Sono già pronte, “con le valigie in mano”, le persone del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli di Roma, per andare in scena dal 2 al 5 giugno al Teatro Argentina della Capitale, con “Carosello italiano”

Torna la magia del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli di Roma con le sue forti emozioni e le suggestioni che ci regala ormai da molti anni. Dal 2 al 5 giugno, infatti, al Teatro Argentina della Capitale andrà in scena Carosello italiano ovvero Cosa vuol dire sentirsi italiani?, drammaturgia di Attilio Marangon, per la regia di Roberto Gandini, le musiche di Roberto Gori, le scene di Paolo Ferrari e i costumi di Loredana Maria Spadoni.

Ma che cos’è esattamente il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli? Si potrebbe dire una costruzione dialogante e orizzontale di relazioni e di serio lavoro professionale, che si interessa del “bene-essere” di persone con e senza disabilità. Attraverso il teatro, infatti, si viene aiutati a sviluppare e a consolidare le proprie capacità, a riconoscere la necessità di essere continuamente in relazione e quindi in positiva interdipendenza con gli altri. Attraverso le parole, i gesti, la costruzione di una storia, si sviluppa l’autostima, l’esercizio di un ruolo, la responsabilità e l’aiuto reciproco, il consolidamento di un profondo rispetto tra gli attori e tra gli attori e il pubblico.
In 22 anni di attività, oltre 18.000 ragazzi – con e senza disabilità – hanno avuto l’opportunità di un percorso affascinante di crescita personale attraverso lo strumento teatrale e il sostegno di professionalità e Istituzioni diverse. Il Laboratorio, infatti, promosso e sostenuto dalla collaborazione tra Roma Capitale, la Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio e il Teatro di Roma, è tenuto da professionisti del teatro e della scuola, con la collaborazione di specialisti. A coordinarlo vi è un’équipe di lavoro composta da un referente organizzativo per ognuno dei tre enti promotori e da un coordinatore artistico (Roberto Gandini, regista), un coordinatore pedagogico (Carla D’Antimi, dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio) e un coordinatore specialistico (Maria Irene Sarti, neuropsichiatra infantile).

«Carosello italiano – annota Roberto Gandini nasce dall’idea di fare uno spettacolo sul tema dell’identità italiana, dedicato alla Festa della Repubblica del 2 Giugno. Durante i primi incontri laboratoriali, abbiamo pensato che per parlare dell’italianità avremmo dovuto domandarci innanzitutto che cosa volesse dire per noi sentirci italiani. Ci siamo subito resi conto come il compito fosse difficile, anche perché negli ultimi tempi la cronaca ci ha imposto rapidi e continui capovolgimenti di significato, rispetto a parole come nazione, identità culturale, regole di convivenza civile. Diventava allora più facile riflettere sui nostri difetti, era più semplice cercare di capire quel che siamo, partendo da quello che sembriamo, magari usando lo sguardo degli stranieri, ripensando ai preconcetti che all’estero si hanno sugli italiani, piuttosto che trovare quali siano i denominatori comuni che ci fanno sentire un popolo. E allora, partendo dalle osservazioni di Carlos e Melissa, due ragazzi del Laboratorio i cui genitori non sono nati in Italia, proprio attraverso il loro modo di vedere un po’ distaccato, abbiamo cominciato a trovare le idee per lo spettacolo. E subito sono emersi i nostri difetti: pressappochismo, trasformismo, esterofilia; alla fine sono diventati una scena a più quadri».
«Credo che il teatro – conclude Gandini – sia la forma migliore di approssimazione alla conoscenza umana, perché con esso ci si può avvicinare alla verità, giocando con sentimento e istinto e non solo con pensiero e razionalità. I ragazzi del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, con i loro entusiasmi e le loro fragilità, ci possono suggerire un modo diverso di stare insieme, di sentirci italiani. L’idea è utopica, lo so, ma qualcuno ha detto che il palcoscenico è lo specchio della vita, e allora, per lo stesso principio, la vita si può specchiare nel nostro Piero Gabrielli».

Già dirigente dell’Unità Operativa di Disabilità e Salute Mentale di Roma Capitale.

Carosello italiano. Cosa vuol dire sentirsi italiani? andrà in scena al Teatro Argentina di Roma giovedì 2 giugno (ore 21), venerdì 3 e sabato 4 giugno (ore 10.30) e domenica 5 giugno (ore 19). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: laboratoriogabrielli@teatrodiroma.net.

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