Lavoro, scuola e disabilità: battere un colpo e farlo in fretta

Manifestando preoccupazione per l’attuale condizione di incertezza causata dalla crisi di governo, la FISH lancia l’’allarme, guardando in particolare al lavoro e alla scuola e pensando da una parte ai dati impietosi sull’occupazione diffusi in questi giorni dall’ISTAT, dall’altra al rischio che vengano rimessi in discussione alcuni passaggi attuati di recente in àmbito di inclusione scolastica. Per questo la Federazione chiede al Parlamento oggi, al nuovo Governo domani, di intervenire concretamente e di farlo in fretta, per rilanciare il Paese a partire da questi settori fondamentali

Particolare di persona in carrozzina in movimento cineticoLavoro e scuola: sono i due temi fondamentali sui quali la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) lancia un forte allarme, chiedendo al mondo della politica di intervenire concretamente e di farlo in fretta, per rilanciare il Paese a partire da questi settori, manifestando al contempo «tutta la propria preoccupazione – come si legge in una nota diffusa dalla Federazione – per l’attuale condizione d’incertezza dettata dalla crisi di governo», ricordando che ora più che mai, ad esempio, «il mondo della scuola ha bisogno di continuità».

Per quanto riguarda il lavoro, l’analisi della FISH parte dai dati impietosi diffusi ieri, 1° febbraio, dall’ISTAT, secondo i quali in ogni ora che passa sono cinquanta le persone a perdere il lavoro, 101.posti in meno, nel solo mese di dicembre scorso, ben 99.000 dei quali di manodopera femminile. «Si tratta di un bilancio – secondo la FISH – che costituisce una vera e propria bomba sociale, colpendo ancor di più i giovani: se in totale, infatti, sono 13 milioni gli italiani che non lavorano, tra questi, quasi 5 milioni hanno meno di 50 anni».
Entrando poi nello specifico dei lavoratori e delle lavoratrici con disabilità, «il loro tasso di disoccupazione – sottolinea la Federazione – è pari a otto volte quello del mercato del lavoro ordinario, una situazione di svantaggio che ora rischia di aggravarsi a causa della pandemia e con la fine del blocco dei licenziamenti. E ciò nonostante la Nona Relazione sullo stato di attuazione della Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), relativa agli anni dal 2016 al 2018, recentemente depositata in Parlamento, evidenziasse i progressi ottenuti nel corso degli anni anche sul versante della domanda del lavoro, sia pubblica che privata; cifre che confermavano una crescita occupazionale su tutto il territorio nazionale».
«Ora però – proseguono dalla FISH -, sono ancora una volta le persone con disabilità e le loro famiglie a pagare il prezzo più caro per le politiche adottate durante la pandemia, anche a causa delle lacune presenti nelle normative in termini di percorsi di sostegno all’inclusione lavorativa e alla necessità di un ripensamento dei Servizi per l’Impiego che vada nella direzione di un accompagnamento in questi processi dei singoli e delle aziende. Senza dimenticare la morosità del Ministero del Lavoro rispetto a quanto previsto sin dal 2015, attraverso il Decreto Legislativo 151/15, dal momento che mancano ancora, dopo sei anni, le previste Linee Guida per l’Inclusione Lavorativa e l’attivazione della Banca Dati del Collocamento Mirato, fissata anch’essa da quel Decreto Legislativo. Due strumenti essenziali, questi ultimi, il primo dei quali per rendere i servizi più efficaci, il secondo per attuare politiche più oculate. Per questo, per rendere un lavoro effettivo per tutti e tutte, il Parlamento, oggi, e il nuovo Governo, domani, battano un colpo e lo facciano in fretta».

Non meno allarmante viene ritenuta la situazione sul fronte della scuola. «In questi mesi – ricorda a tal proposito Vincenzo Falabella, presidente della FISH – è stato avviato con il Ministero dell’Istruzione un importante percorso per l’inclusione scolastica, a partire dai nuovi modelli di PEI (Piano Educativo Individualizzato), ove si è richiamato il principio della corresponsabilità educativa. Si è tornati in sostanza a riflettere sulle pratiche di inclusione in una prospettiva di valore, dove l’alunno e l’alunna con disabilità debbano rappresentare una risorsa per l’intero ambiente di apprendimento. Sono stati fatti, inoltre, importanti investimenti per la formazione continua degli insegnanti curricolari, allo scopo di garantire l’inclusione scolastica degli studenti e delle studentesse con disabilità: sappiamo, ad esempio, che dal prossimo anno ci saranno 25.000 insegnanti di sostegno stabili in più. E ancora: nell’ultima Legge di Bilancio [Legge 178/20, N.d.R.] sono stati stanziati 30 milioni di euro per il prossimo triennio per offrire agli studenti e alle studentesse con disabilità gli ausili e i sussidi didattici di cui necessitano nella quotidianità per fare scuola».
«Per tutto quanto detto – conclude Falabella – «è importante, in questa fase delicata per il Paese e in special modo per gli alunni, le alunne con disabilità e per le loro famiglie, non rimettere in discussione quanto di buono fatto fino ad ora». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).

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