Un corridoio umanitario per le persone con disabilità dell’Ucraina

Lo ha chiesto la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), appellandosi alla ministra per le Disabilità Stefani e scrivendo al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Di Maio, ponendo appunto l’istanza «che venga dedicata una priorità ai corridoi umanitari per le persone con disabilità dell’Ucraina, a partire dai minori e dalle donne con disabilità grave, per consentirne un rapido arrivo nel nostro Paese»

Bimba con disabilità in Ucraina

Ha avuto grande risonanza la storia della bimba con grave disabilità che da Kiev, in Ucraina, sta cercando di tornare dalla mamma a Palermo

«Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina, dopo l’invasione del Paese da parte della Russia, guardando in particolare alle sofferenze della popolazione civile e segnatamente alla situazione delle persone fragili, tra cui centinaia di migliaia di persone con disabilità bambini, bambine e adulti»: lo aveva dichiarato su queste stesse pagine Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), sin dagli inizi dell’invasione russa in Ucraina, ricordando innanzitutto la Risoluzione n. 2475-2019 approvata tre anni fa all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU (se ne legga già ampiamente anche sulle nostre pagine), con la quale si era chiesto a tutti gli Stati Membri e alle parti direttamente coinvolte di tutelare le persone con disabilità in situazioni di conflitto, in particolare da violenze e abusi, garantendo tra l’altro che abbiano accesso alla giustizia, ai servizi di base e all’assistenza umanitaria senza alcun ostacolo. Quasi superfluo, infatti, è ricordare come siano proprio le persone con disabilità a vivere, negli scenari di guerra, la maggior condizione di vulnerabilità, ritrovandosi spesso senza i servizi e i supporti necessari a salvare la propria vita.
«Intendiamo quindi fare la nostra parte – aveva aggiunto Falabella -, soprattutto tramite le organizzazioni internazionali cui aderiamo, quali l’Alleanza Internazionale sulla Disabilità (IDA) e il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF), da un lato impegnandoci per la pace, dall’altro per evitare ogni ulteriore sofferenza agli uomini, alle donne e ai bambini con disabilità».

Quelle organizzazioni internazionali, come avevamo riferito nei giorni scorsi (a questo e a questo link), si sono mosse rapidamente, esprimendo posizioni quanto mai nette e chiedendo in primo luogo a tutti gli Stati di «garantire la protezione e la sicurezza di quasi tre milioni di persone con disabilità dell’Ucraina». Posizioni pienamente condivise dalla FISH, che a livello nazionale si è mossa ora per chiedere «che venga dedicata una priorità ai corridoi umanitari per le persone con disabilità dell’Ucraina, a partire dai minori e dalle donne con disabilità grave». Lo ha fatto rivolgendosi dapprima direttamente alla ministra per le Disabilità Erika Stefani e successivamente con una lettera, a firma del proprio presidente Vincenzo Falabella, inviata al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio.
«Nel guardare con apprensione a quanto sta accadendo in Ucraina – ha scritto Falabella al ministro Di Maio – e ben consci che ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, causando sofferenza alle popolazioni e minacciando la convivenza tra le nazioni, poniamo questa nostra istanza di corridoi umanitari, appellandoci innanzitutto ai princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che stabilisce come imprescindibile l’impegno di ogni Paese nel garantire il superiore interesse e la conseguente tutela dei diritti umani delle persone più vulnerabili».
In tal senso, la FISH si dichiara «disponibile ad ogni forma di collaborazione, per favorire l’attuazione di quanto richiesto, e consentire l’arrivo in Italia alle cittadine e ai cittadini con disabilità dell’Ucraina». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.

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