Canta che… si passa: contro le barriere nei luoghi di Bologna aperti al pubblico

Alleanze sempre più larghe, con organizzazioni non impegnate direttamente sui diritti delle persone con disabilità, per lottare in favore dell’accessibilità degli spazi aperti al pubblico, come prescritto dalle “Linee Guida per la Visitabilità dei luoghi aperti al pubblico”, regolamento comunale che punta ad essere applicato entro settembre: sarà questa la caratteristica di “Canta che si passa”, evento del 24 marzo a Bologna, incentrato tra l’altro su un “karaoke stonato”, «per cantare a squarciagola che vogliamo spazi accessibili ovunque, non solo per andare dal medico o pagare le bollette!»

"Canta che si passa", Bologna, 24 marzo 2023Associazioni di persone con disabilità e realtà queer di Bologna si uniranno venerdì 24 marzo per un evento all’insegna della lotta per l’accessibilità degli spazi, a pochi mesi dalla scadenza fissata dal Comune di Bologna per rendere accessibili tutti i luoghi aperti al pubblico, ovvero le Linee Guida per la Visitabilità dei luoghi aperti al pubblico, delle quali ci eravamo ampiamente occupati lo scorso anno, che prevedono appunto, per tutti i titolari di luoghi aperti, la realizzazione, entro il prossimo mese di settembre, di un adeguamento dell’accessibilità, individuato secondo appositi criteri, salvo casi di assoluta impossibilità tecnica.
L’evento avrà l’originale nome di Canta che si passa, si terrà al Centro Sociale della Pace (Via del Pratello, 5, ore 18) e viene presentato come «un “aperitivo transfemminista”», durante il quale sarà presentata una mappatura di 175 locali e negozi bolognesi, dalla quale emerge che solo un quarto di essi è accessibile a persone con disabilità motoria in carrozzina.
Alla presentazione seguirà un “karaoke stonato”, per «cantare a squarciagola che vogliamo spazi accessibili ovunque, non solo per andare dal medico o pagare le bollette, ma anche per “rimorchiare”, fare festa e divertirci. Perché la sessualità, inclusa quella delle persone con disabilità e neurodivergenti, non può essere considerata un lusso né un tabù», come sottolinea un’attivista del Laboratorio Smaschieramenti/Rivolta Pride, che aggiunge: «Vogliamo che la nostra socialità abbia tutte le possibilità di esprimersi senza barriere».

È stato lo stesso Centro Sociale della Pace a organizzare l’iniziativa, anche per autofinanziare il miglioramento della propria accessibilità, che necessita di alcuni adattamenti. Insieme al Centro, gli altri promotori sono il Laboratorio Smaschieramenti, l’Associazione ReA (Rete per l’Autonomia), la UILDM di Bologna (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), il Collettivo Sistemabile, Lesbiche Bologna e Queernelli.
«Sembra il momento giusto – dicono dal Centro Sociale della Pace – per sollevare il problema proprio a Bologna: infatti, la locale Camera di Commercio ha appena lanciato un bando che offre un totale di 200.000 euro di contributi alle realtà commerciali che rimuovono le barriere architettoniche: ci si può candidare entro il 28 aprile. Inoltre, grazie al rinnovo del cosiddetto “Bonus Barriere”, il 75% della spesa sostenuta (in questo caso da chiunque, privati o imprese) può essere detratto dalle tasse in cinque anni. Insomma, è il momento per abbattere le barriere quasi a costo zero, ma soprattutto, è il momento in cui ci sono da rispettare le Linee Guida per la Visitabilità dei luoghi aperti al pubblico, che impongono di rendere accessibile almeno l’ingresso – ad esempio tramite una rampa – entro la fine del prossimo mese di settembre. Per chi non lo fa potranno scattare controlli e sanzioni. L’obbligo riguarda attività commerciali, ma anche ambulatori e sedi di Associazioni, se svolgono attività aperte al pubblico. In caso di impossibilità tecnica ci si può esonerare, ma dev’essere certificata da un professionista. In tal senso, alcune Associazioni di persone con disabilità offrono anche un servizio di consulenza tecnica su come adeguarsi, in collaborazione con il CNA: basta scrivere a reteperlautonomia@gmail.com».

«Si tratta di un regolamento comunale – ricorda Alice Greco, presidente della UILDM di Bologna – che è stato ottenuto due anni fa grazie alla spinta di più di quindici Associazioni bolognesi, con capofila la nostra, e al sostegno dell’Amministrazione. Vi si chiede qualcosa di veramente minimale, solo l’adattamento dell’ingresso per le persone con disabilità motorie, mentre sappiamo che l’accessibilità è molto di più e che dovrebbe tenere conto di tutte le altre forme di disabilità e di neurodivergenze. Eppure anche il livello davvero minimo di accessibilità, cioè poter entrare in un posto, non è ancora garantito per troppe persone. Proviamo quindi a partire da qui, con alleanze sempre più larghe : la battaglia per l’accessibilità, infatti, riguarda tutti e tutte, così come le lotte per i diritti delle persone LGBT+. Sono questioni di civiltà». (S.B.)

Per ogni altra informazione e approfondimento: centrosociale.dellapace@gmail.com.

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