Il diesis che aumenta le potenzialità di una nota (e quelle di chi ha l’autismo)

In musica il diesis è un’alterazione che aumenta il valore della nota di un semitono, amplificandone le potenzialità all’interno di una composizione insieme alle altre note. DIESIS sta però anche per Domani Insieme E Sempre Integrati Socialmente, un’Associazione di Milano, recentemente scelta dalla Regione Lombardia quale partner per CRESCO (Crescere Responsabili E SCOprire la vita), progetto sull’autismo, che pone la persona al centro di un’ampia riflessione riguardante tutta la sua esistenza e include programmi di sostegno alla famiglia, con particolare attenzione al tema del “Dopo di Noi”

Segno del diesisIn musica il diesis è un’alterazione che aumenta il valore della nota di un semitono. Aumentandola, quindi, ne amplifica le potenzialità all’interno di una composizione insieme alle altre note. DIESIS, però, è anche l’acronimo di Domani Insieme E Sempre Integrati Socialmente, un’Associazione di Promozione Sociale con sede a Milano, che «da 13 anni ha come obiettivo il sostegno delle persone nello spettro autistico (con funzionamento cognitivo nella norma o lieve compromissione intellettiva) per costruire un futuro a loro misura», come spiega Federica Cantrigliani, psicologa clinica e coordinatrice delle attività psico-educative dell’Associazione. «DIESIS – aggiunge – è formata da adulti e giovani persone autistiche, famiglie e membri di un’équipe multidisciplinare che lavorano insieme per promuovere iniziative pratiche, utili all’aumento delle autonomie personali, per valorizzare le potenzialità e per lo sviluppo delle competenze relazionali, per una migliore qualità della vita sempre in autonomia e indipendenza».

Per l’esperienza maturata sul campo e i risultati raggiunti, la Regione Lombardia ha scelto l’Associazione come partner per CRESCO (Crescere Responsabili E SCOprire la vita), un progetto dedicato all’autismo che pone la persona al centro di un’ampia riflessione che abbraccia tutto l’arco della sua esistenza e include programmi di sostegno alla famiglia, con particolare attenzione al delicato tema del “Dopo di Noi” [di CRESCO si è già scritto alla fine dello scorso anno sulle nostre pagine, N.d.R.].
CRESCO è affidato ad un gruppo di quattro realtà non profit, ossia, oltre a DIESIS, l’Associazione di Promozione Social La Comune (capofila), l’Organizzazione di Volontariato L’Abbraccio e l’Associazione di Promozione Sociale xVivaio, e avrà 125 beneficiari diretti tra bambini, adolescenti e giovani adulti. Nello specifico, il progetto si occuperà di 25 giovani adulti con autismo, sia uomini che donne, che misureranno s stessi sul tema casa e lavoro; 12, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, verranno accompagnati in un percorso abitativo autonomo; 13 giovani con autismo cosiddetto “ad alto funzionamento” saranno invece i protagonisti delle azioni di inserimento occupazionale.
Il percorso di autonomia abitativa è particolarmente interessante, in quanto saranno i giovani a collaborare nella scelta dei gruppi per la convivenza in 12 weekend fuori dalla casa genitoriale, di cui i primi con la presenza di un educatore e i successivi in assoluta autonomia.
CRESCO mira a fornire modelli di intervento replicabili in altri contesti, incrementando il lavoro di rete degli enti e delle organizzazioni.

Si tratta di temi all’ordine del giorno, se è vero che i dati dell’Osservatorio Nazionale Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità indicano una percentuale di bambini autistici pari all’1,35% dei nati, mentre i dati diffusi dai CDC di Atlanta negli Stati Uniti (Centers of Disease Control and Prevention), in occasione della recente Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, evidenziano come nell’anno 2020 un bambino di otto anni su 36 abbia ricevuto una diagnosi di autismo, una cifra superiore alla stima del 2018 di un caso su 44 [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Una realtà, quindi, destinata a crescere nel tempo, perché quelli che ora sono bambini, fra 10 anni saranno adolescenti, fra 20 anni adulti, quindi trovare delle risposte ai loro differenti bisogni, nelle diverse fasce di età, rappresenta un’urgenza sociale che non può ricevere risposte adeguate in soluzioni di tipo assistenziale.
«I genitori di bambini e bambine nello spettro – prosegue Cantrigliani – si trovano, al compimento dei 18 anni di vita e con l’uscita dai servizi di Neuropsichiatria Infantile, a non avere più punti di riferimento e a non sapere a chi rivolgersi per il futuro e per la costruzione del progetto di vita del figlio o della figlia. Le Associazioni in questo caso sono l’unica risorsa in grado di sostenere e rispondere alle perplessità, ai dubbi e alle necessità di queste famiglie. La situazione è anche peggiore per le persone che ricevono la diagnosi in età adulta e che non hanno idea di come muoversi tra burocrazia e Istituzioni. Dall’iscrizione alle categorie protette alla patente ci sono delle linee guida da seguire, non sempre semplici da reperire. Sul nostro sito c’è una sezione (AUTinfo) – interamente dedicata all’argomento».

Hanno un peso anche i pregiudizi e i luoghi comuni, alcuni dei quali derivanti dai mass-media: «Purtroppo – sottolinea Cantrigliani -, l’autismo ha una rappresentazione abbastanza falsata nei media di massa. Chi pensa alla persona autistica, pensa immediatamente a film come Rain Man o a serie TV più attuali come Good Doctor o Big Bang Theory/Young Sheldon. In realtà, le persone autistiche non corrispondono allo stereotipo di persona poco empatica, estremamente geniale o incapace di esprimersi. I ragazzi e le ragazze della nostra Associazione sono tutti diversi, hanno interessi elettivi molto differenti e hanno sensibilità e difficoltà diverse. Non esiste un “modello autistico”, ci sono delle caratteristiche che possono essere comuni alle persone nello spettro, ma, interfacciandosi con loro e imparando a conoscerle, ci si accorge che ogni persona è diversa e unica e che può fare più o meno fatica a entrare in sintonia con le convenzioni comuni delle persone neurotipiche, ma non per questo sono sbagliate. Anzi, le persone nello spettro, proprio grazie a questa capacità di guardare il mondo in modo diverso, rappresentano una risorsa creativa interessante e importante per la valorizzazione di gruppi di pari e nel mondo del lavoro».

Ad oggi in DIESIS sono presenti 60 ragazzi e ragazze tra i 20 e i 43 anni, insieme alle loro famiglie e la strada seguita per la loro inclusione parte da una consapevolezza precisa: «Ogni persona è unica – ricorda la psicologa clinica – e ha bisogni, passioni e necessità diverse. La nostra forza sta nella conoscenza delle persone che passa da laboratori strutturati, attività di skills training [“formazione delle competenze”, N.d.R.], incontri individuali con CARE (Cognitive Affective Relational and Employment) e coach preparati per lavorare con persone nello spettro in modo rispettoso, valorizzando i loro punti di forza e sostenendoli nelle difficoltà. Ci occupiamo nello specifico di allenare le potenzialità e la abilità personali, sociali- relazionali e lavorative, per costruire un progetto di vita concreto e personalizzato».
A tal fine DIESIS collabora con partner pubblici e privati, tra cui aziende note come Uniqlo, Leroy Merlin, Linklaters, Testori, PizzaAut e altre ancora. Ma alcuni giovani seguiti dall’Associazione hanno trovato un impiego stabile? «Attualmente – spiega Cantrigliani -, sono 19 le persone seguite da DIESIS impiegate in diverse aziende di differenti settori, dalla grande distribuzione a importanti società di consulenza finanziaria. Collaboriamo con successo con la Fondazione Adecco per le pari opportunità, con cui progettiamo inserimenti lavorativi e attività di supporto per aziende e persone nello spettro. Il nostro compito non è solo accompagnare la persona associata, ma, soprattutto, intervenire con i colleghi di lavoro affinché non si sentano soli ad affrontare una esperienza completamente nuova. L’inserimento della persona neurodivergente nei team di lavoro si rivela quasi sempre un vero e proprio valore aggiunto in uno scambio di competenze e punti di vista che permettono di crescere a livello personale e lavorativo. Sicuramente dimostrano di essere una risorsa reale».
Alla base di tale impegno vi è un’’équipe multidisciplinare in costante formazione: «Elaboriamo progetti di vita – conferma infatti Cantrrigliani -, di lavoro, skill training dedicati agli aspetti relazionali e sociali e laboratori osservativi utili a intervenire in modo personalizzato. Il nostro obiettivo è che ogni persona abbia la possibilità e la libertà di essere unica, creativa e neurodivergente in un mondo che ancora troppo spesso desidera girare “a misura neurotipica”».
Coltivare dunque l’unicità delle persone, fare di ognuno un valore aggiunto, come il diesis in musica di cui si diceva all’inizio, quello che si inserisce nella composizione e ne esalta la bellezza insieme alle altre note.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Dall’autismo all’autonomia: un progetto di DIESIS nella giornata mondiale”). Viene qui ripreso, con alcune modifiche e riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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