Quel che significa vivere in una città per una persona con disabilità visiva

Pubblicato dall’UICI, “La città del presente” è un volume che dà la possibilità di rileggere i passi in avanti per la mobilita compiuti nelle nostre città, oltre ad essere un modo per condividere con la cittadinanza e le Istituzioni cosa significhi vivere e rapportarsi con le aree urbane per le persone con disabilità visiva. Uno degli autori è Marino Attini, ideatore tra l’altro di “LETIsmart”, già definito non come un bastone bianco per ciechi, ma come «un vero concentrato di tecnologia», che sta girando per le città italiane, nell’àmbito dell’iniziativa “La carovana dell’autonomia urbana”

UICI, "La città del presente"Di recente l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) ha pubblicato La città del presente, volume contenente le linee guida per migliorare l’accessibilità delle città per le persone con disabilità visiva o motoria. Non bisogna però concepire questa pubblicazione come un classico manuale sulle barriere architettoniche, ma piuttosto come la possibilità di rileggere la storia delle nostre città, in particolare i passi compiuti in avanti per la mobilita, oltreché come un modo per condividere con la cittadinanza e le istituzioni cosa significhi vivere e rapportarsi con le aree urbane per le persone cieche e ipovedenti.

La città del presente è il frutto di un importante lavoro di confronto tra esperti e persone che hanno messo a disposizione la loro esperienza personale e i loro vissuti, non solo per trovare soluzioni tecniche, e desidera porsi come una “fotografia” della realtà, in cui la persona viene messa al centro con le sue caratteristiche e i suoi timori, dovuti proprio alla condizione di disabilità. In altre parole, il libro può essere definito come un concentrato di sensazioni, emozioni, esperienze, necessità e desideri, per conquistare giorno dopo giorno, metro dopo metro, strada per strada, quell’autonomia che è il presupposto essenziale per la libertà di ogni essere umano.

Il volume è suddiviso in nove parti, ognuna delle quali affronta un particolare focus, tra cui le persone con disabilità visiva e la loro interazione con l’ambiente, le linee guida per l’eliminazione delle barriere architettoniche, i piani PEBA MUSEI, le nuove barriere della tecnologia, come il touch screen senza screen reader (le “macchine che non parlano”), le tecnologie applicate alle infrastrutture urbane e agli edifici, l’accessibilità dei servizi igienici per le persone con disabilità visiva, la leggibilità e i relativi problemi di illuminazione e le soluzioni più immediate per gli edifici pubblici o aperti al pubblico.
«Da tanti anni – dichiara Marino Attini, componente della Direzione Nazionale dell’UICI – mi impegno per migliorare l’autonomia delle persone e coordino il gruppo di lavoro nazionale dell’UICI denominato Vita Indipendente, composto da dodici persone esperte nei diversi settori che vanno dalle barriere architettoniche, ai cani guida, alle tecnologie, allo sport e al tempo libero, con le quali abbiamo lavorato per quasi due anni, raccogliendo in questo libro tutte quelle difficoltà che quotidianamente affrontiamo nell’ambiente urbano e fornendo dei suggerimenti agli addetti ai lavori, agli amministratori e a chi opera, per aiutarci ad avere una vita sempre più indipendente».

Attini non è solo un componente della Direzione Nazionale dell’UICI e uno degli autori della Città del presente, ma è soprattutto una persona ipovedente che ha messo a disposizione le proprie  competenze di microelettronica, per migliorare l’autonomia personale di chi vive in una condizione analoga alla sua e si prodiga per la rimozione delle barriere architettoniche.
In particolare, è stato l’ideatore di LETIsmart, un bastone elettronico per le persone cieche e ipovedenti, realizzato dalla compartecipazione tra l’UICI e la Società SCEN, che ha sviluppato gratuitamente il progetto etico. A differenza degli altri ausili simili, come il classico bastone bianco, LETIsmart non ha la pretesa di guidare le persone (secondo Attini ad oggi non esiste una tecnologia tale che sia in grado di farlo), ma serve a chi si muove in autonomia per raggiungere un punto preciso.
Grazie allo stesso sistema, alla fermata dei mezzi pubblici, la persona con disabilità visiva è avvisata del numero dell’autobus che sta arrivando e attiva un segnale a bordo, preallertando l’autista; quando lo stesso pullman arriva alla fermata, fa suonare la porta della salita, in modo tale che il passeggero possa raggiungerla con precisione. Il dispositivo, inoltre, informa della presenza di semafori sonori e in taluni casi permette al non vedente di attivarli direttamente dal proprio dispositivo, evitando l’annoso problema di dover cercare il palo e il pulsante di prenotazione.
Il nome LETIsmart deriva da Letizia, nome della moglie di Attini, mancata prematuramente.

A partire dal 20 giugno scorso ha preso il via l’iniziativa denominata La carovana dell’autonomia urbana che toccherà oltre cento città italiane, in ognuna delle quali verranno inaugurati i primi radiofari LETIsmart, che saranno installati agli ingressi elle sedi UICI, usufruibili dalle persone cieche e ipovedenti che vi accederanno. In tali occasioni, inoltre, Attini consegna personalmente agli addetti ai lavori il libro La città del presente, preziosa opportunità per dialogare assieme e rafforzare un’importante sinergia, volta a migliorare l’autonomia urbana di tutti.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Un libro e un bastone elettronico illuminano su che cos’è la città per una persona cieca”, e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

Per approfondire ulteriormente sul progetto LETIsmart, suggeriamo anche la lettura del nostro articolo Non un normale bastone bianco per ciechi, ma un vero concentrato di tecnologia (a questo link).

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