Al mio professor Nardone, al mio amico Giulio
«Fu un incontro fortunato e sicuramente formativo quello che feci a 16 anni durante il mio percorso scolastico, quando conobbi il professor Giulio Nardone, docente di Diritto e Scienze delle Finanze. Poi, concluso il percorso scolastico, nel corso degli anni divenne il mio amico Giulio»: Maurizio Zerilli ricorda Giulio Nardone, presidente, tra l’altro, dell’ADV (Associazione Disabili Visivi), scomparso il 17 marzo, come abbiamo riferito in altra parte del giornale
Le donne con disabilità e quel che dice la Convenzione ONU
«Abbiamo appena archiviato la Giornata Internazionale della Donna – scrive Simona Lancioni – con la sua miriade di iniziative dedicate, molte delle quali hanno cercato di far emergere anche la discriminazione multipla a cui sono esposte le donne con disabilità. Un fenomeno, questo degli eventi che affrontano i diversi aspetti della disabilità al femminile, che ha registrato un incremento significativo negli ultimi anni, e che ha una certa rilevanza simbolica. Ma, ovviamente, un conto è il simbolismo delle giornate dedicate, altra questione sono le politiche realmente inclusive»
Lavoro e disabilità: una realtà che il silenzio non riesce a tacere
«Sulla reale situazione del lavoro delle persone con disabilità – scrive Marino Bottà – disponiamo di un’accozzaglia di dati poco attendibili, contraddittori, la quasi totalità obsoleti, altri inaffidabili, e nell’insieme tutti inutili, perché non servono a valutare il quadro attuale e tanto meno a programmare politiche attive efficaci, per gestire al meglio il sistema di collocamento. Ma nessuno solleva il problema e tanto meno le Istituzioni preposte lo affrontano. Tutto giace e tutto tace, di fronte alla drammatica realtà in cui versa il Collocamento Disabili italiano»
Quella “giostra” di docenti di sostegno non diverte affatto!
«Ho letto con molto interesse – scrive Gianluca Rapisarda – un articolo del “Corriere della Sera” intitolato “Insegnanti di sostegno, una giostra. Cambiano per il 60% degli alunni”. Mi verrebbe da dire “Niente di nuovo sotto il sole!”, e che quella “giostra-girandola-altalena” ormai cronica di docenti per il sostegno agli alunni e alle alunne con disabilità non diverte affatto! Si tratta infatti di una grave situazione che determina di fatto l’impossibilità di assicurare agli allievi con disabilità quella continuità didattica che è un fattore determinante per favorirne il successo formativo»
Alunni e alunne con disabilità: quel che potranno fare viene messo in campo oggi
«Le alunne e gli alunni con disabilità – scrive Ivana Palieri -, come tutte le altre giovani vite, sono il nostro futuro e quello che potranno fare e realizzare dipende da quello che viene messo in campo oggi. Ma di fronte a postazioni informatiche carenti, a strutture scolastiche accessibili per meno della metà, ad ancora troppo pochi insegnanti di sostegno specializzati, nominati in ritardo e che magari cambiano di anno in anno, assistenti alla comunicazione pagati da Enti Locali che non vengono sempre nominati e assegnati, come si può pensare di poter dar loro una formazione decente?»
Una scuola “diversa”, non una scuola per “diversi”
«Ci piace ancora oggi pensare ad una scuola “diversa”, che offre a tutti pari opportunità, che cambia in funzione di un’utenza sempre più differenziata, una comunità educante, in cui non si appiattiscono ma si valorizzano le differenze»: parole di Donatella Morra, a lungo referente della Federazione lombarda LEDHA per i temi relativi alla scuola e all’inclusione dei bambini e dei ragazzi con disabilità, parole scritte ben sedici anni fa, ma (purtroppo) ancora del tutto attuali
L’inclusione e l’autonomia scolastica venticinque anni dopo
«25 anni fa – scrive Gianluca Rapisarda – un evento legislativo “periodizzante”, ossia il DPR) 275/99, “rivoluzionava” la scuola italiana. Varato ai sensi della Legge 59/97, istitutiva dell’autonomia scolastica, proprio dell’autonomia tale norma “strategica” costituisce il Regolamento, dettandone le specificità e le declinazioni. E tuttavia, rispetto all’inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità, l’autentica “rivoluzione” dell’autonomia scolastica sarebbe quella di sancire il definitivo passaggio dal docente di sostegno al “sostegno del contesto”»
Donne caregiver in ombra, sottostimate e non riconosciute
«Le donne caregiver – scrivono dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica -, e in particolare quelle che assistono persone con patologie rare come la SLA, sono pilastri irrinunciabili non solo all’interno delle loro famiglie, ma per l’intera società. Dobbiamo conferire il giusto riconoscimento al loro contributo fondamentale e trovare soluzioni efficaci per alleggerirne il fardello. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte in questo cambiamento culturale che celebri e sostenga le donne caregiving, e non solo nel “giorno delle donne”»
Ricordare e celebrare (nei fatti) le donne caregiver
«Oggi, 8 marzo, nella Giornata Internazionale della Donna – scrivono Cristina Finazzi e Raffaella Turatto -, è importante riflettere sul ruolo fondamentale svolto dalle donne caregiver in Italia, una categoria sempre trascurata nei dibattiti sui diritti femminili e nel panorama dei movimenti di difesa delle donne. Infatti, investire nelle risorse e nei servizi di assistenza adeguati è cruciale per assicurare equità, dignità e libertà di scelta a tutte le donne che si trovano ad affrontare le sfide legate alla cura dei propri cari»
Carlo Borzaga, un uomo capace di ascolto e accoglienza
«Carlo Borzaga è stato il dono di un uomo dal pensiero illuminato e dal cuore buono, capace di ascolto e di accoglienza. La sua esperienza e la forza delle sue idee continueranno ad ispirare e a guidare tutti coloro che operano per il bene sociale»: lo scrivono dai Centri Clinici NEMO (Neuromuscular Omnicentre), ricordando il professor Carlo Borzaga, uno dei “padri” italiani dell’economia sociale, scomparso il 3 marzo scorso a causa della SLA (sclerosi laterale amiotrofica), malattia con la quale lottava dal 2021
La Convenzione ONU entri finalmente nelle scuole
«La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – scrive Gianluca Rapisarda – dovrebbe essere fatta propria dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ed essere veicolata tra le istituzioni scolastiche del nostro Paese, diventando il “manifesto” stesso della scuola italiana contro ogni pregiudizio e per i diritti umani. Solo così, infatti, la Convenzione potrà contribuire a diffondere già a partire dalle giovani generazioni e dai banchi di scuola una nuova cultura della disabilità, vista come un’occasione imperdibile di scambio e di crescita umana e sociale»
Assistenti all’autonomia e alla comunicazione di qualità e riconosciuti
«I bisogni educativi sono sempre in aumento – scrive Gianluca Rapisarda – e con essi anche le risorse strumentali si sono perfezionate e moltiplicate. E dunque, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, in virtù della loro mission specialistica, non possono ignorare le nozioni più attuali di pedagogia e didattica speciale. Per questo servono adeguati Master Universitari e che venga finalmente riconosciuto il profilo giuridico di tali figure, ai fini di un sostegno “diffuso”, promosso da tutto il contesto scolastico e non solo dal docente specializzato»
Le malattie rare, la disabilità e quel che servirebbe per un mondo senza barriere
«Spesso cronicamente disabilitanti – scrive Salvatore Cimmino -, le malattie rare, di cui oggi, 29 febbraio, ricorre la Giornata Mondiale, fanno riflettere su quanti ostacoli e quante barriere architettoniche, culturali e sociali devono affrontare coloro che ne soffrono e ogni altra persona con disabilità. Solo unendo le forze della comunità scientifica e della politica insieme alla società civile, si potrà aiutare ogni persona a realizzarsi, senza distinzioni di età, abilità fisiche o capacità cognitive, per un mondo più intelligente, connesso, inclusivo e accessibile per tutti e tutte»
Reinventiamoci “uomini e donne Convenzione ONU”!
«La sfida – scrive tra l’altro Simona Lancioni – non è solo quella di divulgare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che continua ad essere poco conosciuta anche in quei Paesi, cone l’Italia, che l’hanno ratificata, ma anche di renderla accessibile, visibile e vivibile a tutte le persone, anche a quelle con bisogni comunicativi complessi. Se in letteratura troviamo gli “uomini libro” (“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, 1953), noi potremmo reinventarci “uomini e donne Convenzione”. Se presentata così, di certo non passerebbe inosservata!»
Non terapia complementare, ma attività ludico-ricreativa di sollievo
«Sta facendo discutere – scrive Vincenzo Falabella – la Proposta di Legge “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia”, approvata recentemente dalla Camera e in attesa ora di passare all’esame del Senato. Parlare di attività ludico-ricreative utili a dare sollievo nelle strutture sanitarie, senza più parlare esplicitamente di “terapia complementare”, potrebbe essere utile in fase di approvazione definitiva del provvedimento. E anche precisare meglio a quali fondi si intende esattamente attingere per finanziare le attività previste»
Un Garante della Disabilità nel Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale
«La nomina di Massimo Rolla, Garante dei Diritti delle Persone con Disabilità dell’Umbria, quale membro interno nel GLIR della sua Regione (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale), è il primo caso del genere in Italia – scrive Salvatore Nocera – e renderà il GLIR dell’Umbria maggiormente in grado di adempiere ai suoi compiti e di farlo con più efficacia, fornendo altresì al Garante una possibilità di interlocuzione per la tutela dei diritti assai maggiore di quanto previsto dalla normativa vigente. Ci si augura che tutti gli altri Uffici Scolastici Regionali si muovano in modo analogo»
Il 25 febbraio è stata la Giornata Mondiale dell’Impianto Cocleare
Ieri, 25 febbraio, è stata la Giornata Mondiale dell’Impianto Cocleare, data che ha coinciso con il 67° anniversario del primo intervento al mondo di impianto cocleare, eseguito nel 1957 a Parigi. In Italia si iniziò ventisei anni dopo, nel 1983, ma «a quarantuno anni da allora – scrivono dall’Associazione APIC – la storia continua, pur in un percorso a volte ancora difficile, ma un percorso “immenso” di cui è impossibile descrivere le emozioni che bambini e adulti, operatori sanitari, educatori, genitori, familiari e amici hanno provato e provano, scoprendo il suono e il rumore»
Serve educazione non repressione
«In questi giorni – scrive Salvatore Nocera – alcuni fatti di cronaca concernenti gli studenti hanno aperto un grande dibattito su come si debba intervenire e in particolare su come si sia intervenuto e come si sarebbe dovuto evitare l’uso della forza nei confronti degli studenti a Firenze e a Pisa. Da più parti, e ad esempio dal mondo della pedagogia, si è osservato che, prima della repressione penale o disciplinare, previste per legge, occorrerebbe ricorrere ad attività di formazione educativa. Ed è quanto prescrive anche la nostra Costituzione»
La tecnologia facilita, ma dev’essere accessibile e usabile: parola di Antonio
Riceviamo dalla Fondazione ASPHI (Tecnologie Digitali per migliorare la Qualità di Vita delle Persone con Disabilità) un ricordo di Antonio Giuseppe Malafarina, nostro direttore responsabile scomparso l’11 febbraio scorso. ASPHI si sofferma in particolare su un intervento di Malafarina all’evento “Dialogo su disabilità e tecnologie mobili accessibili”, dove raccontò il suo percorso di vita molto legato al digitale e alla tecnologia, che permette di esprimere la propria partecipazione sociale e lavorativa, a patto che si tratti di tecnologia accessibile e usabile
Contro quella discriminazione la battaglia di tutte le persone con disabilità
«Torniamo a condannare pubblicamente il comportamento discriminatorio di quella scuola di Foligno che ha escluso una studentessa con disabilità da una visita di istruzione in Spagna – scrive Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – e diciamo che questa battaglia contro la discriminazione è non solo la battaglia di quella studentessa e della sua famiglia, ma è la battaglia di tutti gli studenti/studentesse, di tutte le persone con disabilità e delle nostre famiglie»