Opinioni

Tutte le scelte dietro alla vicenda di mio figlio

Autore: beest | Ringraziamenti: Getty Images/iStockphoto

Nel giugno scorso avevamo dato spazio a Gianfranco Vitale e al suo racconto della vicenda sanitaria che ha coinvolto il figlio, persona con autismo di 43 anni. Oggi diamo ben volentieri spazio al seguito di quella stessa vicenda. «Solo grazie ad un’appassionata campagna di informazione e sensibilizzazione, promossa spontaneamente, è diventato possibile – racconta Vitale – stanare i Servizi e le Istituzioni dal torpore parassitario che li contraddistingue. Solo così, infatti, si è potuto trasferire mio figlio nel Centro di Riabilitazione di Veruno, in provincia di Novara»

Perché servono servizi territoriali integrati e creativi

Perché servono servizi territoriali integrati e creativi

«Il primo passo da fare – scrive Fausto Giancaterina -, quale fondamentale cambiamento per i servizi rivolti alle persone con disabilità, è l’ormai irrinunciabile integrazione tra il settore sanitario e il settore sociale e per questo servono subito concreti atti deliberativi, per attivare tale cambiamento nel rapporto tra ASL ed Enti Locali. Un dipendente pubblico, inoltre, ha anche la possibilità di diventare un “creativo” e un “inventore” di servizi, se attiva un buon ascolto delle persone e se trova sostegno in quel dignitoso coraggio che deriva dal compiere il proprio dovere professionale»

Di nulla sia detto è naturale…

Di nulla sia detto è naturale…

«Non sarebbe meglio – scrive Orlando Quaglierini – che la tutela dei diritti di tutti procedessero di pari passo? Tale approccio non escluderebbe la necessità di perseguire obiettivi settoriali purché si agisse nel particolare pensando al generale. Stringiamo alleanze con tutti quelli che si riconoscono nell’articolo 3 della Costituzione. Ma proprio tutti: dai rider, ai cassaintegrati; che la Repubblica torni a rimuovere le disuguaglianze… e anche tutte le persone più vulnerabili se ne avvantaggeranno»

Dall’inclusione alla valorizzazione degli alunni con disabilità

Dall’inclusione alla valorizzazione degli alunni con disabilità

«Sono certo – scrive Salvatore Nocera – che le Associazioni di persone con disabilità presenti ad Assisi, al prossimo “G7 Inclusione e Disabilità”, insisteranno sul passaggio dall’inclusione alla valorizzazione degli alunni e delle alunne con disabilità, consolidando e completando la normativa che sta a base dell’una e dell’altra. Per il momento, però, servirebbe almeno la realizzazione dell’inclusione, applicando compiutamente e correttamente le buone norme approvate in questi anni, perché senza questo non si potrà passare alla valorizzazione, anzi si rischia di regredire»

Specializzazioni sulle diagnosi? Piuttosto personalizzazione della didattica!

Un giovane con disturbo dello spettro autistico

«Pensando a mio figlio autistico e con disabilità cognitiva – scrive Gianfranco Notari – ciò che lo ha portato al successo scolastico non è stata la specializzazione sulla categoria diagnostica, ma piuttosto la “specializzazione” sul suo personale stile di apprendimento e insieme la “specializzazione” nel comprendere e rimuovere le barriere culturali e relazionali che, nella sua specifica esperienza, ne ostacolavano la formazione e la partecipazione nel contesto classe e nella Scuola. Più che una specializzazione medico-diagnostica, dunque, è servita la personalizzazione della didattica»

“Pensiero Imprudente”: un G7 per tutte e tutti!

«Mi auguro – scrive Claudio Imprudente, rivolgendosi direttamente alla ministra per le Disabilità Locatelli – che il G7 sulla disabilità del prossimo mese di ottobre in Umbria sia un’occasione per ragionare e superare le contraddizioni tra i vari piani: bisogna dare voce alle persone con disabilità per creare progetti di vita che tengano conto dei loro bisogni, non solo in termini assistenziali e sanitari, poiché il rischio di dare una falsa immagine al mondo di noi persone con disabilità, è sempre dietro l’angolo»

Non può essere una legge a decidere del destino dei corpi

«Alcuni passaggi di quel testo – scrive Andrea Pancaldi, commentando una recente Proposta di Legge su affettività, sessualità e disabilità – danno un’idea di totale ignoranza sul tema e presentano un’idea di sessualità di tipo puramente meccanico». «Il problema – aggiunge – è che una parte del mondo della disabilità ritiene, paradossalmente, che essa sia un fatto esclusivamente politico culturale e il nodo della discriminazione diventa il “luogo” dove tale approccio si manifesta. Ma la disabilità è una dimensione molto complessa, certamente non solo politico/culturale»

Sacche del vecchio paradigma medico-assistenziale

«Leggendo un’intervista al ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara – scrive Cecilia Marchisio – colpisce una visione della disabilità ancora “diagnosi-centrica” e legata al modello medico. Con la riforma della Legge 227/21 e i conseguenti Decreti, l’Italia si è collocata all’avanguardia negli strumenti per l’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ma la cultura, purtroppo, cambia con tempi lenti e sacche del vecchio paradigma medico-assistenziale permangono. La speranza, dunque, è che la strada imboccata dalla Legge 227 venga percorsa con decisione»

Riflessioni sulle lacune linguistiche dei giornalisti televisivi

«Da un lato – scrive Giampiero Griffo, a proposito dei commentatori televisivi della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi – ho apprezzato la profonda conoscenza della storia, degli atleti, delle discipline sportive paralimpiche, per giornalisti che si occupano in maniera professionale di questo sport. Dall’altro lato, però, pur riconoscendo che finalmente si usano le parole giuste, come “persone con disabilità”, invece dei “diversamente abili”, ho dovuto constatare che i concetti fondamentali della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità non sono ancora stati digeriti»

Le specifiche esigenze degli studenti e delle studentesse con autismo

Prendendo spunto da una recente dichiarazione del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, secondo il quale «seguire un ragazzo non vedente richiede competenze diverse rispetto a quelle necessarie per un ragazzo autistico», Carlo Hanau, presidente dell’Associazione APRI, sottolinea l’importanza della specializzazione di insegnati ed educatori, soffermandosi in particolare sugli interventi da attuare in maniera prioritaria per rispondere alle esigenze degli studentesse con disturbi dello spettro autistico

Non possiamo permetterci il lusso di sprecare nessuna risorsa umana!

«In una società in cui si sta trasformando radicalmente e rapidamente lo scenario socio-economico globale – scrive Marino Bottà – non possiamo permetterci il lusso di sprecare nessuna risorsa umana! Ecco perché l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è una sfida importante per l’Italia, ma anche un’opportunità per costruire una società più inclusiva e coesa. E non solo per un’esigenza sociale ed economica, ma anche per evitare un ritorno al passato, alla cultura dell’emarginazione e della segregazione per chi è ritenuto diverso dalla maggioranza imperante»

A chi giova una Sentenza del genere?

«Sono tanti i punti di questa Sentenza che lasciano increduli e che a pochi giorni dal nuovo anno scolastico, apre le porte al rischio di legittimare tagli importanti delle ore di assistenza agli alunni con disabilità, fornendo un appiglio giurisprudenziale che sembra “coprire le spalle” a quanti non avevano ancora programmato le relative spese, distratti magari dall’incombenza ben più allettante di sagre e feste patronali estive»: lo scrive tra l’altro Daniela Zavaglia in questa analisi “in punta di diritto” di quella recente Sentenza del Consiglio di Stato che tanto sta facendo discutere

Nessuna disperazione può autorizzare a disporre della vita altrui

«Non molto tempo fa – scrive Simona Lancioni, prendendo spunto da un recente fatto di cronaca – gli omicidi-suicidi da parte di partner o ex partner ai danni delle donne venivano raccontati dai media assumendo la prospettiva di chi commetteva il crimine. Oggi qualcosa sembra effettivamente cambiato nella narrazione dei femminicidi, ma continuano a riscontrarsi le stesse narrazioni distorsive quando ad essere uccise dai propri parenti e caregiver sono le persone con disabilità»

Torino deve diventare realmente una città a misura di tutti

«È particolarmente frustrante – scrive tra l’altro Giovanni Ferrero – notare che, sulla carta, la città di Torino ha tutte le potenzialità per diventare un modello di riferimento a livello nazionale visto che per molti aspetti è un passo avanti rispetto ad altre realtà urbane e mancherebbe davvero poco per compiere l’ultimo miglio e diventare un esempio per tutto il Paese. Per fare il salto di qualità definitivo, però, è urgente passare dalle buone intenzioni all’azione, creando una città realmente adatta non solo a chi ha limitazioni di qualunque genere, ma a tutte le stagioni della vita»

Inclusione scolastica: pronti a difendere i traguardi e i diritti conquistati

«Questo è un precedente pericoloso che ci mette in allarme alla vigilia del rientro sui banchi di scuola. Proprio quando si pensa di avere fatto dei passi avanti in termini di inclusione, ci troviamo invece a dover difendere i traguardi e i diritti conquistati. Ma le associazioni e le famiglie che rappresentiamo sono allenate a questo e veglieremo compatti sui diritti degli studenti con disabilità, difendendoli con tutti i mezzi a nostra disposizione»: lo dichiara Martina Fuga, presidente del CoorDown, a commento di quella recente Sentenza del Consiglio di Stato che tanto sta facendo discutere

Il rimosso e l’inconscio (collettivo) dell’inclusione scolastica

«Può un servizio essenziale – scrive tra l’altro Paola Di Michele, prendendo spunto da una recente, discussa Sentenza del Consiglio di Stato -, un diritto incomprimibile come quello all’istruzione degli alunni con disabilità essere delegato agli Enti Territoriali, con tutto ciò che quella Sentenza mette in luce? Può ancora concepirsi che un servizio legato alla realizzazione dello studente come persona, nel contesto di un progetto di vita, possa essere frammentato, variamente applicato, variamente nominato secondo il territorio cui, incolpevolmente, è dato a quello studente di nascere?»

Alunni con disabilità: “inciampi estivi” alla garanzia dell’assistenza scolastica

«Fa soprattutto specie – scrive Federico Girelli, docente di Diritto Costituzionale, a proposito di quella Sentenza del Consiglio di Stato in tema di assistenza scolastica agli alunni con disabilità, che tanto sta facendo discutere – leggere ancor oggi in una Sentenza del Consiglio di Stato il riferimento alla categoria del “diritto finanziariamente condizionato” a proposito del diritto fondamentale all’istruzione delle persone con disabilità. Senza poi considerare le possibili conseguenze discriminatorie di questo indirizzo interpretativo»

Quella Proposta di Legge sull’affettività e la sessualità

«In quel testo si parla solo di adulti, si fa riferimento solo alle persone affette da disabilità motoria, senza alcuna attenzione per le donne e gli uomini con disabilità cognitiva relazionale e infine, manca qualsiasi accenno al diritto dei familiari a compiere un percorso di consapevolezza sulla sessualità dei propri cari»: lo scrive Elena Improta, a proposito della Proposta di Legge “Istituzione della figura professionale dell’operatore per l’emotività, l’affettività e la sessualità delle persone con disabilità”, assegnata recentemente alla XII Commissione Affari Sociali della Camera

E continua a succedere… Ma non può continuare!

«Richiamiamo gli amministratori all’assunzione delle responsabilità che competono loro per il raggiungimento del benessere dei cittadini, tutti, compito a cui sono stati chiamati. Ed è bene usare il termine responsabilità, perché ciascuno dev’essere conscio che le proprie azioni implicano risultati e nessuno si può chiamare fuori dal perimetro del rispetto delle normative e della scelta delle priorità»: lo scrive Giancarlo D’Errico, riflettendo sull’ennesima terribile vicenda di una persona con disabilità uccisa da un familiare, che a propria volta si è poi tolto la vita

Riflessioni su quella Sentenza del Consiglio di Stato

«Presenta tre fondamentali aspetti negativi – scrive Salvatore Nocera – quella Sentenza del Consiglio di Stato che ha ritenuto legittima la riduzione del numero di ore di assistenza per l’autonomia e la comunicazione ad un alunno con disabilità. Ma gli scarsissimi fondi assegnati per il prossimo anno scolastico e per quelli successivi, non solo per l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione, ma addirittura pure per il progetto di vita, lascia pensare che, a parte quella Sentenza a dir poco discutibile, si sia in presenza di una grande illusione»