Opinioni

Anche in spiaggia: poco per molti o molto per pochi?

Una giovane bagnante con disabilità davanti ad alcuni tipi diversi di carrozzine da mare

«Personalmente – scrive Giorgio Genta, parlando di carrozzine da mare, che consentano alle persone con disabilità motoria di accedere alla spiaggia e di fare il bagno – ritengo che un Comune, piccolo o grande che sia, dovrebbe tutelare il buon diritto delle persone con disabilità, rispettando in tal modo le varie leggi vigenti, facendo rientrare una “seria” carrozzina da mare tra le attrezzature obbligatorie per gli stabilimenti balneari»

Nel contesto giusto, gli assistiti diventano contribuenti

Una persona con sindrome di Down timbra il cartellino

Carlo Hanau, docente universitario di Programmazione dei Servizi Sociali e Sanitari, prende spunto dalla recente censura in Francia di un noto spot informativo sulla sindrome di Down, per proporre alcune riflessioni dal taglio economico e sociale, su come i costi per l’educazione di un bimbo con grave disabilità consentano poi di raggiungere mete di autonomia per tutta la vita e anche risparmi enormi sul fronte dell’assistenza

Disabile? Puoi fare il gruista o il saldatore…

Un esposto in Procura è stato presentato a Chieti, dopo che il locale Centro per l'Impiego ha offerto a un giovane con tetraparesi spastica, in applicazione della Legge 68/99, un posto, tra gli altri, di gruista

Assumerebbe i contorni della farsa – se non sottintendesse il chiaro intento di aggirare le norme vigenti – quanto accaduto a Chieti, dove il locale Centro per l’Impiego, in applicazione della Legge 68/99, ha offerto a un giovane con tetraparesi spastica mansioni da gruista, saldatore, carrozziere, manutentore meccanico e simili. E per fortuna che quella stessa Legge 68/99 era incardinata proprio sul cosiddetto “collocamento mirato”…

Se parla, ci sente e cammina, che disabile è?

Se parla, ci sente e cammina, che disabile è?

Così, in occasione di un evento culturale, si disse al padre di una persona con disabilità cognitiva certificata, negando a quest’ultima il biglietto gratuito, riservato invece agli accompagnatori di persone con disabilità motoria. Una vicenda a suo tempo risoltasi felicemente e anche sicuramente meno grave di quanto accaduto nei giorni scorsi in Campania, quando un giovane con grave autismo si è visto revocare l’indennità di accompagnamento

Grazie a tutti, ma spesso non basta che se ne parli

La SLA (sclerosi laterale amiotrofica) è nota anche come "morbo di Lou Gehrig" dal nome di un celebre giocatore di baseball statunitense degli Anni Venti e Trenta, che ne sarebbe stato affetto

«Con la campagna virale diffusasi in queste settimane del secchio d’acqua gelata – scrive Pietro Pellillo, persona con grave disabilità affetta da SLA (sclerosi laterale amiotrofica) -, tra docce VIP, sexy, semiserie, ridanciane e altre, devo ammettere di avvertire tanta attenzione verso questa nostra condizione. E quindi grazie di cuore, da tutti coloro che hanno la SLA, anche se questo non mi consola, perché spesso non basta che se ne parli»

Servono politiche adeguate, serve un vero “dopo di noi”

«Nei casi di maggior gravità – scrive Guido Trinchieri, riflettendo su un editoriale di Franco Bomprezzi, dedicato alla vicenda di un uomo che ha ucciso la moglie e i due figli, uno dei quali con disabilità, togliendosi poi la vita – serve l’effettiva presa in carico della famiglia, serve un progetto di vita della persona con disabilità, che non trascuri quella che, nella maggior parte dei casi, è la causa scatenante delle tragedie: il “dopo di noi”!»

Se le tesi di Dawkins trovano consensi

«Ben venga – scrive Nicola Panocchia, a proposito delle parole del biologo Richard Dawkins, secondo il quale sarebbe “immorale mettere al mondo una persona con sindrome di Down” – che scienziati popolari espongano pubblicamente il loro alquanto discutibile pensiero, per farlo conoscere e dibattere da parte di un pubblico ampio: temi come questi, infatti, non attengono solo al futuro (e al presente) delle persone con disabilità, ma al futuro stesso delle democrazie»

Quell’acqua gelata, metafora di uno shock

«Un fenomeno così esplosivo – scrivono dall’Associazione Viva la Vita – non si era mai visto, da quando è stato inventato il mondo del social network. Tutti, veramente tutti, a tirarsi secchiate d’acqua gelata, ma soprattutto tutti a parlare di SLA (sclerosi laterale amiotrofica)». «Da questo mese di agosto del 2014 – concludono dalla ONLUS, che a sua volta aderisce all’iniziativa -, la SLA non è più una malattia rara!»

Quelli che sanno cosa è meglio e cosa è peggio (per gli altri)

Stanno facendo letteralmente il giro del mondo le affermazioni del biologo britannico Richard Dawkins, secondo il quale sarebbe «immorale mettere al mondo una persona con sindrome di Down». «Le teorie un po’ pasticciate e pasticcione di Dawkins – scrive Claudio Arrigoni – possono portare, allargando il discorso, a una deriva sociale eugenetica. Proprio per questo vanno eveidenziate»

Se il sacrificio si fa gioia

«Nuovi giorni, nuove speranze arricchiranno la vita dei nostri ragazzi – scrive Alberto Brunetti, raccontando una bella esperienza di autonomia, da parte di un giovane con disabilità intellettiva – se riusciremo a fare in modo che il loro desiderio di vivere un’esistenza piena e appagante dissolva le loro paure. Cosicché ci sentiremo appagati e il sacrificio si farà gioia»

È così difficile rispettare le scelte altrui?

«Ma è così difficile – si chiede Marco Piazza – rispettare la scelta altrui, anche quando è diversa dalla propria?». Un quesito più che lecito, dopo che il Consiglio Superiore per l’Audiovisivo (CSA) francese è intervenuto contro chi aveva diffuso il video prodotto per la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, accusandolo di «disturbare le coscienze delle donne che nel rispetto della legge hanno fatto scelte diverse di vita personale»

Meglio i Comuni grandi o quelli piccoli?

Uno spunto, quello proposto questa volta da Giorgio Genta, che potrebbe anche trasformarsi in un utile tema di discussione: per le persone con disabilità e le loro famiglie è preferibile vivere in un piccolo Comune o in una grande città? Quali sono le principali differenze e quali le analogie? «E naturalmente – si chiede Genta – quali sono le migliori strategie di lotta possibili, oltre all’ironia?»

A Rimini poche barriere, ma “muri invisibili”

Questa volta Lone, lo scooter elettrico di Rosa Mauro, “gambe della sua compagna”, diventa il destinatario di un racconto estivo, alcuni giorni trascorsi a Rimini e Viserbella, “perle” della riviera romagnola, accessibili e accoglienti, ma anche con alcuni “muri invisibili” e la sensazione di vivere in due mondi separati…

Dobbiamo solo essere noi stessi

«Non dobbiamo dimostrare nulla di eccezionale – scrive Franco Bomprezzi, rivolgendosi direttamente ad Antonio Giuseppe Malafarina, che su queste stesse pagine aveva raccontato una sua giornata da “persona con debolezza” -, dobbiamo solo essere autenitici, essere noi stessi. Così come siamo. Che poi non è niente male»

Ci vogliono anche corpi di disabili “arrivabili”

Le imprese degli atleti e delle atlete con disabilità e la bellezza dei loro corpi scultorei sono certamente capaci di modificare una parte dell’immaginario che riguarda la disabilità, ma per raggiungere l’altra parte, è necessario utilizzare altre strategie e rappresentazioni, come ad esempio quelle di una campagna lanciata in Svizzera e basata su una serie di manichini dalle forme inconsuete, ovvero su modelli di corpi disabili “arrivabili”

Un conflitto tra scuole non statali

La valutazione da parte di un Comune degli interessi generali dei propri abitanti non può essere annullata dalla decisione di un organismo privato, rischiando di sovvertire la stessa logica costituzionale globale. Ecco dunque perché, secondo Salvatore Nocera, è costituzionalmente inammissibile quella Legge Regionale del Piemonte che è al centro, in queste settimane, di una controversia legale tra scuole paritarie private e comunali

E nudo mi scopro debole

«Sfiora e smuove, emoziona e interroga ciascuno di noi, perché nel rivelare se stesso, affronta temi universali senza la pretesa di trarne conclusioni e giudizi generali, ma agisce con gli strumenti della parola, del racconto autentico, dell’esperienza di vita»: così ha scritto Franco Bomprezzi di questo “squarcio di vita” in cui Antonio Giuseppe Malafarina racconta una sua giornata da “persona con debolezza”, che ben volentieri pubblichiamo

Bene quell’anello digitale, ma il Braille sopravviverà

Secondo Stefania Leone, Finger Reader, nuovo anello digitale progettato negli Stati Uniti, che riconosce la scrittura tradizionale e digitale, rendendola comprensibile a chi soffre di deficit visivi, non manderà in pensione il Braille. «La nuova tecnologia – scrive infatti – potrebbe tornare utile ai ciechi acquisiti, non a quelli che lo sono dalla nascita, alla luce della notevole differenza nelle abitudini di lettura tra gli uni e gli altri»

Questa estate incerta e tribolata

«Così come incerta e tribolata è questa estate meteorologica – scrive Giorgio Genta -, simile appare l’estate sociale e finanziaria delle persone con disabilità e il rischio maggiore potrebbe arrivare proprio da una serie di prospettate novità». E conclude: «Siamo pessimisti? No, realisti»

Gli Obiettivi di Sviluppo post-2015 e la disabilità

«Nella versione 2000-2015 degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite – scrive Angelo D. Marra -, la condizione delle persone con disabilità era “invisibile”. E tuttavia, in vista degli Obiettivi post-2015, essendo anche nel frattempo intervenuta nel panorama internazionale la Convenzione ONU del 2006, la disabilità dovrà acquisire maggiore evidenza e attenzione. Come? Il dibattito è aperto»